Antigone l’eterna: La parola contraria di Erri De Luca

Creato il 13 gennaio 2015 da Met Sambiase @metsambiase

Domani si potrà leggere in Italia “La parola contraria” di Erri De Luca. Il libro è stato già pubblicato in anteprima in Francia, dove l’intellettuale partenopeo ha ben altro trattamento di favore e di stima rispetto al nostro Paese che il 28 gennaio lo manda a processo con l’accusa di aver rilasciato, in un’intervista, delle affermazioni che incitavano al sabotaggio della costruzione della Tav di Val di Susa. Incitazione verbale al sabotaggio, dunque, l’accusa verso lo scrittore. Che significa in termini legislativi? Che le parole sabotano il potere, forse. Che è ben facile lodare la libertà di pensiero ma ben altro accettarla nei propri confronti.

Non è storia passata.  Sempre e in ogni tempo di questo Paese, per il delitto di Lesa maestà si è andati al rogo. Anche adesso, il potere non vuole voci contrarie, tutti devono assoggettarsi ad un unico (non) pensiero. Non pensate con la vostra testa, pensiamo noi al vostro bene, voi non sapete quale sia il vostro bene, noi si. E mentre nei social network in maniera quasi clandestina gira un post  che segnala che la ditta che ha fatto il viadotto crollato dopo 10 giorni dal suo collaudo in Sicilia, la CMC, sia la stessa del cantiere TAV in Val di Susa, Erri De Luca affida a 64 pagine edite la sua difesa dal processo “alla libertà di parola contraria”. “Questo – racconta Erri De Luca in un’intervista esclusiva Huffpost Italia – è un processo alla libertà di parola contraria, perché la libertà di parola ossequiosa, quella che risponde volentieri, obbediente insomma agli stati maggiori dell’informazione del potere, quella invece è sempre stata libera, non è compromessa. Quella contraria no, come in questo caso, perché si tratta di PAROLA non di atto contrario. E dunque la mie parole sono state prese così sul serio e sono diventate così importanti che sono stato incriminato per queste. Le mie parole, secondo gli accusatori, hanno avuto la possibilità di istigare degli altri, cosa che non riesce nemmeno ai politici più accaniti, dunque, lo considero un premio letterario”.

Ben triste questo premio, datogli dalla macchina strozza-dissenso del Grande Potere italiano. L’eterna condanna di Antigone.  L’eterna tirannia del potente contro chi gli dissente in nome della libertà dell’essere e soprattutto, della propria dignità intellettuale. “E uno stato che processa i poeti – scrive il giornalista Oscar Nicodemo – in sintonia col pensiero dell’illustre imputato vi sarà una massa enorme di onesti cittadini. E non sono certamente pochi coloro che, ben al di là di ogni impatto ambientale, ritengono la costruzione della Tav, osservata alla stregua delle tante opere pubbliche realizzate nell’interesse privato, soggetta ad un sistema criminale atto a produrre un fiorente mercato di tangenti. Pertanto, la sua realizzazione andrebbe, se non ostacolata, opportunamente e sacrosantamente controllata, nel suo iter burocratico ed amministrativo, punto per punto, passo dopo passo”.
“Via, siamo seri!”  – continua l’opinionista -. “Alla luce di quanto sta avvenendo in Europa e nel mondo, in considerazione della gravità di una involuzione politica e morale devastante, il processo ad un poeta dalle caratteristiche e i risvolti umani di Erri, a prescindere dalla posizione che occupa nel gradimento dei critici, appare comunque un atto tanto innaturale da far pensare ad un gesto inconsulto, come un’aggressione ingiustificabile e violenta, come un tentativo arbitrario di limitare l’altrui libertà, come il divieto assurdo del pensiero non allineato alla volontà dominante. Viviamo in un paese dove autentici traditori dello stato, delle leggi e del popolo sono dediti ad una attività “politica” per saccheggiare quanto più è possibile il denaro pubblico, senza che i miserabili di una tale sconvenienza, una volta scoperti con le mani nel sacco, perdano il diritto di cittadinanza, di voto e di libertà. Si preferisce, invece, mettere sotto torchio l’idea e l’azione di un onesto e bravo forgiatore di parole, a testimonianza di una linea di regime che non predilige il dissenso, la diversità, la protesta”.

Si, proprio così, ma Antigone non è mai morta abbastanza, e domani leggeremo il libro di De Luca e disobbediremo anche noi.

Riferimenti in rete:

http://www.huffingtonpost.it/oscar-nicodemo/stato-processa-poeti_b_6452988.html?utm_hp_ref=italy

http://www.huffingtonpost.it/2015/01/06/erri-de-luca-processo_n_6421984.html


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