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Antitrust: ''Assegnazione diritti tv calcio sembra frutto di accordo tra società''

Creato il 25 maggio 2015 da Digitalsat

«L'assetto finale» per l'assegnazione dei diritti audiovisivi del calcio di serie A per il triennio 2015/2018 non sembra discendere «da un confronto competitivo fra gli operatori interessati» ma appare il frutto di un accordo tra le società interessate. La gara infatti avrebbe indicato un altro assetto.

È quanto indica l'Antitrust nel provvedimento di apertura dell'istruttoria nei confronti di Lega Calcio Serie A, Infront Italy, Sky Italia, Reti Televisive Italiane (RTI) e Mediaset Premium per accertare se c'è stata un'intesa restrittiva della concorrenza. L'accordo in esame «sembrerebbe aver avuto ad oggetto: l'assegnazione del pacchetto satellitare (A) a Sky, l'assegnazione del pacchetto digitale terrestre (B) a RTI e l'assegnazione del pacchetto per prodotto (D) a RTI la cessione del pacchetto D da RTI a Sky. Tale accordo potrebbe aver alterato il normale dispiegarsi del gioco della concorrenza, determinando di fatto una ripartizione dei diritti audiovisivi sulla base di un principio storico, cristallizzando le assegnazioni operate nelle stagioni calcistiche precedenti.

Tale accordo ha avuto l'effetto di escludere possibili nuovi concorrenti nel mercato», si legge nel bollettino. Viceversa «ad esito della procedura, a Sky avrebbero dovuto essere assegnati i pacchetti A e B». Mentre «RTI aveva presentato l'offerta più alta per il solo pacchetto D, condizionata all'ottenimento di uno dei pacchetti A o B. Vi era dunque il rischio che il pacchetto D non fosse assegnato, se l'offerta di RTI - ricostruisce l'Antitrust - non fosse stata considerata valida o comunque non considerata qualora Sky avesse ottenuto i pacchetti A e B, e tenuto conto del fatto che le altre offerte erano risultate inferiori al minimo». 

L'Antitrust sottolinea come in tal caso, «secondo le previsioni delle Linee Guida elaborate dalla Lega Calcio, quest'ultima avrebbe potuto rivolgersi nuovamente al mercato, consentendo alla generalità degli operatori interessati di riformulare le proprie offerte». Per quanto concerne i mercati rilevanti e quelli collegati, nel bollettino l'Antitrust rileva che il mercato della pay-tv, secondo i dati riportati nella Relazione annuale 2014 dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, indica che per l'anno 2013, Sky Italia detiene una quota di mercato in valore pari al 77,80%, mentre Mediaset Premium detiene una quota di mercato pari al 19,10%. La rimanente quota di mercato, pari al 3,20% del fatturato totale realizzato, è detenuto da diversi operatori di minore dimensione.

Nella raccolta pubblicitaria televisiva, l'Antitrust rileva che RTI (Mediaset Premium) detiene una quota di mercato pari al 53%. Sky rappresenta il terzo operatore con una quota del 6% ed è preceduta da Rai con una quota di mercato del 19%. Nel 2014, SKY ha realizzato in Italia un fatturato di circa 2,8 miliardi di euro, registrando una perdita di circa 10 milioni di euro. RTI (società del Gruppo Mediaset) nel 2013 ha realizzato in Italia un fatturato di circa 2,1 miliardi di euro, con una perdita pari a circa 49 milioni di euro.


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