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Antologia della clitoride – parte II: donne clitoridee vs donne vaginali

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Nella precedente puntata, abbiamo visto come clitoride e pene abbiano origine embriologica comune e condividano numerosi aspetti anatomici e strutturali.

Oggi ci concentreremo sulla vagina. Organo tubulare fibromuscolare, la vagina è costituita da una parete anteriore e una posteriore, normalmente giustapposte così da rendere virtuale la cavità vaginale. Sebbene la parete vaginale sia considerata un’area relativamente insensibile, sulla sua porzione anteriore, alle ore 12 e a pochi centimentri oltre l’apertura vaginale (munirsi di mappa, bussola e righello) è stata ipotizzata la presenza di un’area di tessuto ghiandolare particolarmente ricca di stutture nervose e vascolari. Il punto G, da Gräfenberg, nome dello scopritore, è difficilmente palpabile in condizioni basali, mentre è apprezzabile come “rigonfiamento” -derivante dall’aumentato afflusso di sangue- durante la fase eccitatoria genitale. La sua stimolazione può provocare sensazioni quali disagio, stimolo minzionale o, nel 30% delle donne, piacere.

La natura e la qualità dell’orgasmo non dipendono necessariamente dalla modalità del suo raggiungimento, e con la masturbazione sono descritte sensazioni forse più intense che con la penetrazione. Durante il coito si verifica un massaggio ritmico indiretto sulla clitoride che, unito e moltiplicato dall’eccitazione psichica, rende possibile l’orgasmo.

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Nell’uomo il meccanismo del piacere coincide con quello riproduttivo, ossia il momento dell’orgasmo è anche il momento dell’emissione dello sperma. Nella donna i due meccanismi, piacere e riproduttivo, comunicano ma non coincidono, in quanto la possibilità di provare piacere si ha indipendentemente dalla capacità di procreare. L’educazione sessuale che viene impartita a scuola si focalizza sul funzionamento della procreazione, molto meno su quello del piacere sessuale, e questo relega in secondo piano l’importanza della clitoride.

Il piacere clitorideo appare inoltre non funzionale al modello genitale maschile e, non a caso, la cultura sessuale patriarcale, rigorosamente procreativa, ha creato per la donna un modello di piacere vaginale. Anche la psicanalisi ha contribuito a rafforzare l’idea che esista un orgasmo “giusto”, quello vaginale, e uno “sbagliato”, quello clitorideo, tacciando di frigidità quelle donne che raggiungono il piacere solo mediante la stimolazione della clitoride. Nell’attuale cultura sessuale, l’uomo viene definito come colui che prende, la donna come colei che si dà. La vagina viene vista come organo che accoglie, si uniforma e subisce. Questa concezione va scardinata, ed è indispensabile favorire una rappresentazione più oggettiva della vagina, in quanto organo attivo, che prende, che agisce.



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