Roma 2 dicembre 2013
Ti assilla un seno di vergine,
poeta nero,
poeta inacidito, mentre la vita bolle
e la città arde,
e il cielo si riassorbe in pioggia,
e la tua penna graffia al cuore della vita.
Foresta, foresta brulicante d’occhi
sui pinoli disseminati;
chiome di bufera, i poeti
inforcano cavalli e cani.
Gli occhi si infuriano, le lingue girano
il cielo fluisce nelle narici
come un latte nutriente e azzurro;
io sono appeso alle vostre bocche
donne, aspri cuori di aceto.
Amore
E l’amore? Occorre lavarsi
da questa sporcizia ereditaria
dove i nostri pidocchi astrali
continuano a spaparanzarsi
L’organo, l’organo che percuote il vento
la risacca del mare furioso
sono come la melodia profonda
di questo sogno sconcertante
Di Lei, di noi o di quest’anima
che invitammo al banchetto
voi diteci chi è l’ingannato
o Ispiratore delle infamie
Colei che dorme nel mio letto
e spartisce l’aria della mia camera
può giocarsi a dadi sul tavolo
il cielo stesso della mia mente.
Traduzione di Pasquale Di Palmo
A domani
Lié Larousse