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Antonio Albanese è "Tutto tutto niente niente", in prima visione stasera su Sky Cinema 1 HD

Creato il 01 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Mercoledì primo gennaio alle 21.10 Sky Cinema 1 HD ti aspetta con la prima visione di "Tutto tutto, niente niente", l'ultimo, esilarante film di Antonio Albanese, in cui l'artista si fa in tre mettendo in scena gli eccentrici personaggi di Cetto La Qualunque, Rodolfo Favaretto e Frengo Stoppato.
Cetto La Qualunque dopo la 'salita in politica' infila la discesa insieme alla sua giunta, sciolta e incarcerata nelle carceri calabresi. Più a Nord (Est), Rodolfo Favaretto coltiva il sogno della secessione, vagheggiando l'Austria e trafficando clandestini. Denunciato da uno dei suoi braccianti neri, creduto morto e buttato in mare, Rodolfo viene arrestato. Lontano dall'Italia invece Frengo Stoppato fugge alla giustizia e a una madre ingombrante e devota, che lo sogna casalingo e beato. Convinto da una telefonata materna ad abbandonare il suo rifugio new age, Stoppato viene condannato e rinchiuso per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Sarà un Sottosegretario, autorevole e maneggione, a rimetterli in libertà e al servizio di un Presidente del Consiglio di poche parole e smodato appetito. Entrati (il)lecitamente nella politica romana per garantire in Parlamento voti e privilegi al partito di appartenenza, Cetto, Rodolfo e Frengo finiranno per comprometterne potere ed equilibrio.
Non fa (mai) ridere la nuova commedia di Giulio Manfredonia interpretata da Antonio Albanese, Antonio Albanese e Antonio Albanese. Perché il (bravo) comico brianzolo questa volta si fa in tre per ribadire la ridondante indecenza di chi ci governa senza mai eguagliare i referenti reali. Limite già esibito in "Qualunquemente", dove la risata era biliosa e trattenuta, una smorfia insomma che non si distendeva mai in sorriso. Di fatto non c'è nulla da ridere, la realtà che i grotteschi personaggi di Albanese incarnano è raccapricciante e sempre in bilico tra comicità e orrore. Anche questa volta la finzione è impotente di fronte al compito di rappresentare la cronaca politica italiana, affollata ieri, oggi e domani di 'papi' e 'papi-girls'.

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