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Antonio Maggio: la Leggera Ironia di un Cantautore di Talento

Creato il 26 gennaio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Antonio Maggio: la Leggera Ironia di un Cantautore di Talento

La musica italiana nell'ultimo decennio è in continua evoluzione: sempre più musicisti amano miscelare i vari generi dando il più delle volte vita ad un sound non privo di novità, sempre più cantautori raccontano le proprie emozioni in modo totalmente diverso rispetto al passato. Negli ultimi anni è cambiato, poi, il modo con cui i giovani talenti si affacciano al mondo dello show business e conquistano il successo; prima questo compito veniva assolto quasi esclusivamente da vetrine come Castrocaro e Sanremo; oggi, invece, molte carriere partono da un talent show. "Figlio dei Talent", se così possiamo definirlo, è anche Antonio Maggio vincitore nella categoria Giovani del 63° Festival di Sanremo con il brano Mi servirebbe sapere. Quando si parla di Antonio Maggio viene spontaneo dire "dagli Aram Quartet con furore": del resto proprio con il quartetto, di cui facevano parte anche Antonio Ancora, Michele Cortese e Raffaele Simone, è arrivata la notorietà su scala nazionale.

La carriera del giovane cantautore parte da Castrocaro nel 2003, dove si presenta come solista, e prosegue negli anni successivi come corista per l'Orchestra Terra D'Otranto. Dopodiché, chiusa la parentesi con gli Aram Quartet (la band era nata nel 2007), con cui vince la prima edizione di X Factor (2008), tenta di partecipare al Festival di Sanremo del 2009 e pubblica l'EP ChiARAMente (2008) e l'album Il pericolo di essere liberi (2009), Antonio Maggio dal 2010 torna a lavorare a pieno ritmo al suo progetto iniziale (o al suo sogno se preferite): quello di diventare cantautore. Nel 2011 esce il primo singolo, Inconsolabile. Il successo vero arriva nel 2013 con la vittoria sanremese di cui abbiamo già detto e con la pubblicazione del primo album: Nonostante tutto. Successo replicato nel 2014 con L'equazione.

I due lavori si presentano come l'inizio di un progetto e la sua naturale prosecuzione: il nostro artista in Nonostante tutto si concentra su quelle che sono le sonorità del pop conciliandole con gli effetti dell'elettropop, cosa che si avverte soprattutto in brani come Anche il tempo può aspettare e Sotto la neve. Con il secondo lavoro discografico, invece, l'obiettivo di Antonio diventa principalmente quello di mettere insieme il sound già sperimentato con testi abbastanza forti e profondi, testi anche molto ironici a cui la musica leggera conferisce una certa levità (ascoltate, ad esempio, Lo sai che lo so). Il contenuto dei pezzi di Maggio, infatti, oltre che confermare comunque la sua vena sentimentale, lo marchia come "cantautore ironico", anche per la sua voce tendente molto allo swing. Non è pertanto casuale la presenza nel disco della cover de La donna riccia di Domenico Modugno (un arrangiamento che non tradisce o stravolge l'originale, anzi presenta un ritmo più veloce che accentua l'ironia del brano e non manca di colpire chi l'ascolta) oppure di Santo Lunedì che, come ci racconta lo stesso Antonio, "mi ha permesso di presentarmi ad una nuova fetta di pubblico che è quello dei tifosi di calcio, in quanto è la sigla del programma sportivo Il processo del Lunedì in onda su Rai Sport. Tra l'altro è stata anche la colonna sonora della premiazione dei "Migliori giocatori dell'anno", il che comunque è stata davvero una grande emozione".

Ma torniamo per un attimo all'ultimo lavoro di Maggio, L'equazione, perché è proprio da qui che prende il via l'intervista che il cantautore ci ha gentilmente concesso.

Raccontaci un po' del brano L'equazione che dà anche il nome al tuo ultimo album.

"Beh, questo brano è scritto in collaborazione con Simone Perrone, che poi è anche l'unico coautore che troverete in alcuni dei miei pezzi, perché mi piace cantare prevalentemente ciò che viene composto da me. L'equazione vuole rappresentare la continua lotta che avviene con se stessi".

Come mai "chiodo schiaccia chiodo quando l'occhio non vede"?

"Perché siamo tutti bravi ad assistere ad una situazione, subendola, anche se non la condividiamo. Siamo molto più bravi e abituati ad assistere impotenti, invece che cambiare il corso degli eventi. In poche parole, preferiamo usufruire di una "convenienza momentanea"".

Come nasce la collaborazione con il rapper Clementino?

"La collaborazione con Clementino è nata proprio per caso. Il brano in questione, Stanco, è anche l'unica collaborazione all'interno del CD. Diciamo che una sera, mentre chiacchieravamo al telefono, gli ho mandato il testo del mio brano perché secondo me necessitava di un suo intervento. Non mi sono sbagliato e così è venuto fuori ciò che potete ascoltare adesso".

Facciamo un salto al 2013, a quando la vittoria di Sanremo con Mi servirebbe sapere ti regala notorietà come Antonio Maggio e non più come componente degli Aram Quartet: come è nato questo brano?

"Bella domanda! Sai che non lo so? È la stessa domanda che mi faccio anch'io. Com'è nata Mi servirebbe sapere? Beh, non me lo ricordo! È brutto da dire, ma ho qualche problema di memoria a ventotto anni. Una cosa certa c'è: Mi servirebbe sapere nasce a Milano. Sai, chi è del Sud come me è abituato a vivere al sole quotidianamente, quindi sei portato a vivere più fuori che dentro casa; quando mi trovo a Milano, dove il sole è un'eccezione, riesco a trovare la giusta calma per dar sfogo alla mia ispirazione. Quindi Mi servirebbe sapere è nata esattamente così ed è una canzone con cui cerco di raccontare quel salto nel vuoto che facciamo ad ogni nostra scelta, anche nel quotidiano, possiamo benissimo definirla un "colloquio con noi stessi"".

Il brano che mi ha colpito di più del precedente Nonostante tutto è Parigi. Voglio sfidare la fortuna chiedendoti, anche in questo caso, com'è nato il pezzo.

"Anche questo brano è un'eccezione perché vede la partecipazione di Simone Perrone, che poi è un mio vecchissimo e carissimo amico! Parigi è la raffigurazione di una donna proprio parigina, ed è esattamente una prostituta, di cui io e Simone siamo innamorati. Se devo dirti com'è nata... sai che non me lo ricordo? Però la particolarità di questo brano è il suo arrangiamento che presenta un sound più classico ma pop, il genere che tra l'altro più mi rappresenta".

Qual è il rapporto di Antonio Maggio con i social network?

"Buono! Io lo definirei proprio un buon rapporto. Certo, non sto collegato continuamente sui social network, ma devo ammettere che aiutano parecchio. In questo momento storico i nostri fan, anche chi non si reputa esattamente così, vuole vedere chi è l'artista nella vita di tutti i giorni cosa che non era totalmente possibile poco tempo fa, o ancora più impossibile negli anni '60. Hai l'opportunità di creare un contatto diretto con chi ti segue. Poi, non possiamo negare, che sono un grandissimo mezzo promozionale, puoi annunciare tutto e raccontare tutto "live"".

Puoi darci qualche piccola anticipazione sui tuoi impegni futuri?

"Guarda, ho appena concluso la mia tournée in Canada, sono appena rientrato a Milano dove ho appena ripreso il mio lavoro di cantautore. Sono in pieno "work in progress" quindi vedremo quel che ne verrà, ma ancor più sicuramente ne vedremo delle belle durante la lavorazione!".


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