La guerra di Antonio Ricci non si ferma qui, non è un caso se appena prima dell’inizio della trasmissione Striscia la notizia arriva una querela al giornalista Gad Lerner. Durante la tregua estiva fatta di papere, battute omofobe e sessiste, è chiaro che Ricci non è riuscito a pensare altro che ad una strategia più vigliacca possibile come quella di querelare il giornalista per diffamazione a mezzo stampa. Che caduta di stile! Ma pensandoci bene dopo l’assalto alla Zanardo e l’intimidazione a Barbie Nadeau, un’altra giornalista, che potevamo aspettarci?
Tutti sappiamo che Lerner stava solo esercitando diritto di critica e la sua intenzione è la stessa che noi blogger facciamo da anni: denunciare l’uso strumentale delle donne in tv e contrastare quel bunga bunga televisivo introdotto dalla cultura berlusconiana.
Sinceramente a me questa faccenda suona di arretratezza incredibile, l’incapacità di riconoscere come stanno le cose, dando addosso a chi cerca di sovvertirle con mezzi leciti senza nè diffamare nessuno nè tanto meno fare appostamenti o intimidazioni, perchè a mio parere quello che andrebbe denunciato è Antonio Ricci, in quanto per difendere la sua trasmissione si è avvalso di una serie di abusi di potere intollerabili.
Del resto siamo tra i Paesi con limitata libertà di stampa e certe cose non le puoi dire anche se sono evidenti perchè se no ti querelano e passi dei guai con la legge.
Sinceramente io spero che in futuro se qualcuno dovesse pronunciare il nome di Antonio Ricci, venisse solo in mente il famoso ladro di biciclette di Vittorio de Sica e non certo un servo del bunga bunga ladro di cultura, di libertà e di dignità delle donne in tempi bui di decandenza sociale.
E intanto Ricci si aspetta che anche noi ci procurassimo una margherita in mano per pronunciare ad ogni petalo strappato ”veline no, veline sì”, in attesa del’inizio del programma.
Mary