Nella nota introduttiva al suo Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), Antonio Tabucchi (1943-2012) racconta come questa raccolta di testi sia nata «dalle occasioni più diverse, sempre da viaggi ma mai da viaggi fatti per poi diventare letteratura di viaggio», qualche pagina dopo precisa: «Ci sono viaggi che si sono trasformati in scrittura. Questi viaggi non ci sono più, quasi me li sono dimenticati. O meglio continuano ad esistere perché li ho trasformati in romanzi». Così è sicuramente stato con il suo viaggio alle Azzorre, un luogo che lo ha emozionato e i cui effetti sarebbero stati complessi da descrivere, così come lo è quando si tenta di raccontare quei sogni che al risveglio ci lasciano delle strane sensazioni; ed è così che da questo viaggio nelle Azzorre Tabucchi ha tratto l’ispirazione per scrivere Donna di Porto Pim, non un libro di viaggio ma come lui afferma «una cartografia personale, il tracciato della geografia intima di ciò che ero allora». Dunque il viaggio si è trasformato in scrittura, in romanzo.
Tabucchi racconta di aver fatto i primi viaggi con uno zio appassionato di arte e letteratura con cui andava alla scoperta della città di Firenze, esperienza particolarmente viva nei ricordi dello scrittore. Fra la città d’arte italiane, l’autore che proviene dalle campagne pisane, consiglia di visitare con più calma proprio Pisa ed in particolare suggerisce di raggiungere la facciata del palazzo che appartenne alla famiglia Soderini: qui dall’autunno del 1827 sino all’estate del 1828 vi soggiornò Leopardi, in un periodo della sua vita sereno in cui ebbe modo di comporre i versi di A Silvia e Il risorgimento. Tabucchi ci racconta che nel 1998 in occasione del bicentenario della nascita del poeta, a Pisa venne organizzata un’esposizione interessante e ricca di documenti dedicata proprio a questa celebre visita, la mostra Leopardi a Pisa; a Parigi Tabucchi è invece andato a visitare la casa museo del pittore Eugène Delacroix in cui si possono anche ammirare i tanti strumenti musicali e utensili che l’artista aveva portato dal suo lungo viaggio in Spagna, Marocco e Algeria, esperienza determinante per la sua arte e per l’intensità dei suoi colori; I veri posti del cuore di Tabucchi sono però la Grecia (in particolare l’isola di Creta in cui a partire dal 2000 ogni estate vi è andato a trascorrere un periodo di vacanza) ed il Portogallo: nella città di Lisbona ha trovato la sua seconda casa e ha nutrito per la città una grande passione, amando e diventando il maggiore conoscitore di Fernando Pessoa. Al Cairo Tabucchi non può non raggiungere il più antico caffè della città, il Café Fishawi dove il premio Nobel Mahfuz veniva a scrivere nel pomeriggio e teneva i suoi celebri incontri letterari.
La vita di Tabucchi è tutta un viaggio fra l’India, l’Australia, il Messico e la scoperta di tanti altri luoghi, un continuo lungo viaggiare. Questo libro di Tabucchi è un racconto della propria esperienza del viaggiare che ci regala tanti spunti e consigli oltre uno sguardo alto sull’analisi dei luoghi e dell’altrove: «Un luogo non è mai solo “quel” luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati».