Una scienza-ponte, una rivista-ponte
Antropologia della salute, è l’espressione di un ambizioso progetto culturale che intende sviluppare a pieno l’idea di costituirsi come ponte tra discipline molto diverse ma, in qualche modo, contigue. Oltre all’Antropologia, ovviamente, la Medicina e la Storia della Medicina, la Sociologia in tutte le sue diverse declinazioni, a cominciare da quella politica ed istituzionale, la Statistica, il Diritto. L’immagine del ponte è, da questo punto di vista, particolarmente evocativa.
Nell’antica Roma “pagana” il compito di gettare ponti era di straordinaria rilevanza, certamente religiosa, ma anche politica e sociale. Era affidato ad un Pontifex maximus a proposito del quale Varrone, nel suo De lingua latina, nota: “I Pontefici io li credo piuttosto denominati da ponte, perché sono essi che hanno fatto da prima, come poi rifatto più volte, il ponte Subicio; onde vi si usavano sacrifizi …”. La capacità di gettare ponti, e quindi di collegare due realtà altrimenti irrimediabilmente divise, è considerata, in quel mondo, funzione di altissimo valore, tanto che il Pontefice massimo era il capo del collegio sacerdotale; nominava le Vestali, ossia le sacerdotesse preposte alla cura ed alla conservazione del fuoco sacro, secondo la tradizione acceso per la prima volta da Romolo. La dignità pontificale, rifiutata dagli Imperatori a partire dal IV secolo, passò da allora in poi, come è noto, al Vescovo di Roma, capo della Chiesa visibile di Cristo e preposto, appunto, alla simbolica costruzione del ponte che unisce la dimensione dell’immanente con quella del trascendente. Sacralità della tecnologia …
Ovviamente noi, in quanto antropologi, abbiamo ambizioni molto più… moderate. Semplicemente ci piacerebbe, che attraverso questa rivista-ponte, e proprio attraverso il fecondo confronto di tanti studiosi dalle più disparate provenienze, si riuscisse a penetrare, per esplorarli, in mondi sconosciuti, insoliti, trascurati. Un guru della moderna comunicazione, H. Jaoui, nel suo “La creatività: istruzioni per l’uso”, del 1991, intende la creatività, in tutti campi, compreso, ovviamente, quello della scienza, come la capacità di costituire “dei ponti originali tra due realtà (idee e obiettivi) preesistenti, grazie ai quali è possibile fare emergere una doppia risposta a valore aggiunto.” Ancora: “La creatività serve inizialmente per inventare e per scoprire, ma anche per comprendere: cogliere il contesto in modo insolito, trovare la vera struttura di un problema, intraprendere nuove piste.” Grazie allora a questo ponte lanciato dalla audacia e dalla determinazione dell’Uomo, il platonico mondo delle idee diventa penetrabile, e le idee stesse, almeno entro una certa misura, visibili, e quindi individuabili e catturabili, grazie alla proprietà rischiaratrice della luce della Scienza. È allora, quando il fatidico passaggio è compiuto, che viene “rapita” l’idea, l’idea innovatrice, creatrice, rivoluzionaria, esattamente come Romolo ed i suoi compagni fecero con le Sabine. “Intuizione”, dal latino “intueri” che significa, appunto guardare verso,osservare, fissare, scrutare, ma anche contemplare… Per capire, naturalmente.
Certo, la scienza si fa attraverso l’osservazione e l’esperimento – sensate esperienze e necessarie dimostrazioni, per dirla con Galileo – ma forse questo può non essere sufficiente, se non è accompagnato da doti molto individuali e di non facile definizione come la genialità, la capacità inventiva, persino l’immaginazione.
Con questa nostra rivista, non solo ponte ma anche di frontiera, intendiamo dunque offrire la possibilità di aprire a nuovi orizzonti, senza altra ambizione che di acquisire nuova conoscenza per continuare un viaggio interminabile, anzi decisamente infinito nella consapevolezza che la Scienza non è altro, come insegna Raymond Aron, che il divenire della Scienza. Infine un’ultima raccomandazione di ordine metodologico, mediata da quel grande, ma ormai quasi negletto filosofo, che fu Guido Calogero: l’assoluto della discutibilità. Tutto è suscettibile di discussione nel mondo della Scienza. Tutto è verificabile, valutabile, criticabile. Tutto meno la libertà di discutere: nella consapevolezza che alla base della discussione – della discussione scientifica, ovviamente – vi è sempre un confronto tra opinioni diverse che, con le armi della intelligenza, della fantasia, della memoria, si confrontano in totale libertà. Questo sarà il metodo della nostra Rivista, sapendo bene che questa antica parola, metodo, appunto, designa la strada attraverso la quale si acquisisce “solo” nuova conoscenza. Senza pervenire mai a definitive ed immodificabili verità.
Il Direttore Vinicio Serino
In questo numero:
- Argomenti circa l’irriducibilità biologica della cultura
Luigi Alfieri - Adattabilità cerebrale: plasticità neuronale e sinaptica
Marcello Andriola - Un percorso verso una cultura olistica
Marcello Andriola, Vinicio Vito Savino - Morale, deontologia medica, etica, bioetica: una confusione terminologica
Brunetto Chiarelli - Dubbi Psichiatrici. Coscienza quantistica e a-quantistica
Massimo Cocchi, Lucio Tonello, Fabio Gabrielli - Le emozioni ferite: proposte riabilitative per la malattia rara di Niemann-Pick
Patrizia Colonna - Ontogenesi del sistema nervoso centrale e il ruolo dei Geni Homeobox
Maria Giulia Fiore - Il rilassamento come antidoto naturale allo stress
Aldo Frandi - Anima, cervello, mente tra antropologia e biologia
Fabio Gabrielli, Massimo Cocchi - L’evoluzione dell’encefalo e dell’intelligenza
Stefano Magherini - Aspetti genetici e molecolari della malattia rara di Niemann-Pick
Fulvio Palma - Strumenti, indicazioni, metodi terapeutici e di sviluppo personale
Alberto Rigato - Neuropsicologia dell’Autotrascendenza
Cosimo Urgesi - Ritmi del cervello nei malati di Alzheimer
Fabrizio Vecchio, Roberta Lizio, Giovanni B. Frisoni, Paolo Maria Rossini, Claudio Babiloni