Tantissima gente è in coda per entrare a rendere l'ultimo omaggio al cantautore, stroncato giovedì da un infarto.
Intanto, in un'atmosfera commossa, aleggiano da Piazza Maggiore le note delle piu' famose canzoni dell'artista bolognese. Per ricordare Lucio Dalla, il progetto a cui stanno pensando gli amici non e' di far sì ' che gli sia intitolata una strada o una piazza ("perche' Lucio merita di piu"), ma di "sonorizzare", tutte le sere al tramonto, con la sua voce, la centrale Via D'Azeglio dove abitava: "affinche', alla fine della giornata, la sua voce accompagni "chi passera' per quella strada, cerniera tra la sua casa e quella Piazza dove cantava "e se non ci sarà più gente come me voglio morire in piazza Grande". Lo ha detto in consiglio comunale a Bologna, al termine di un commosso ricordo, il consigliere e amico del cantante scomparso Benedetto Zacchiroli.
Il funerale di Lucio Dalla si svolgerà domani, nel giorno del suo compleanno, nella basilica di San Petronio di Piazza Maggiore a Bologna, alle 14,30. Il Comune si sta preparando a gestire l'arrivo da tutta Italia di migliaia di fan per l'ultimo saluto all'artista.
L'EREDITA' La domanda che circola sempre più insistente in queste ore è solamente una: a chi andrà l'eredità di Lucio Dalla? Ci sono degli eredi? Ha lasciato un testamento? Ad ognuna di queste domande la risposta sembra essere sempre la stessa: non si sa. I parenti stretti di Lucio Dalla sono tutti deceduti, si dice esistano solo un paio di lontani cugini, in giro per il mondo, ma niente di più. Il testamento sembra non sia mai stato redatto. "Non era nello stile di Lucio fare un elenco di beni materiali, a lui non interessava la ricchezza" dichiara Marco Alemanno, da decenni amico fidato del cantante. Un patrimonio impressionante, composto da numerose ville, il palazzo di via D'Azeglio, terreni, opere d'arte e diritti d'autore. Decine di milioni di euro che non si sa che fine faranno. Lucio Dalla, però, un gran bel progetto ce l'aveva. Da anni stava lavorando alla costituzione della Fondazione Lucio Dalla. Voleva regalare alla città un laboratorio d'arti e musica, un aiuto, un trampolino di lancio per i giovani talentuosi. Avrebbe voluto farlo diventare l'elemento distintivo della sua Bologna. Il progetto era quasi completato, c'era la sede ed era già stato definito il programma. Mancavano solo i dettagli burocratici. Sarebbe bello se la sua eredità potesse essere utilizzata per avviare il suo laboratorio, "Ma non so, ora senza Lucio, che fine farà", dice Eugenio D'Andrea, avvocato e grande amico di Dalla. .
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