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Aperta la stagione venatoria: 20 passeri per Silvio (e un tordo per Capezzone)

Creato il 14 settembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Aperta la stagione venatoria: 20 passeri per Silvio (e un tordo per Capezzone)Tutto accade mentre una motovedetta libica regalata dal governo italiano al dittatore di Tripoli, spara a un motopeschereccio di Mazara del Vallo. Se questa storia non fosse drammatica, avrebbe in sé tutte le caratteristiche di un racconto dell’assurdo. Insomma: Silvio regala al Cojonello un po’ di motovedette per aiutarlo a tenere pulito il Mediterraneo dalle carrette dei profughi disperati, con la scusa che inquinano. Il Cojonello prende, gradisce e spara…ai siciliani. Con Gheddafi la storia si ripete, dopo aver messo nel garage sotto casa i cannoncini di qualche anno fa, quelli con cui provò a bombardare le isole sicule prima di accorgersi che i russi gli avevano rifilato un bidone, ora ci riprova con le motovedette di fabbricazione italiana. Non solo. Ci dicono che a bordo dell’imbarcazione ci fossero sei militari italiani che stavano dando una mano agli inesperti libici e che, con tutta evidenza, hanno scambiato il peschereccio per un vecchio boat-people considerata la preponderante presenza a bordo di marinai tunisini. Come si chiama tutto ciò se non schizofrenia? La fregatura è che la notizia è vera, anche perché a darla non è stato Feltri. Pur di continuare a far vivere un governo che spara ai pescatori del suo stesso paese, un gruppo di parlamentari ha deciso di andare in soccorso del Capo manco fossero militanti ornitologi del WWF. Capitanati da Francesco Nucara, parlamentare siciliano e segretario della copia farsesca del partito che fu di Ugo La Malfa (il Pri), 20 peones “nessuno del Pdl”, come si è affrettato a precisare lo stesso Nucara, stanno formando un gruppo parlamentare di sostegno a Silvio che ha un bisogno fottuto di arrivare a quota 316, pena il pericolo di sfiducia a ogni cader di foglia. Nucara, a cui stanno evidentemente sulle palle i pescatori della sua regione, a chi gli ha chiesto cosa gli avesse promesso Berlusconi ha risposto: “Sono suo amico da 10 anni, non mi deve nient’altro, io gli devo tutto”. Nessuno si è domandato, né ha domandato a Nucara per cosa dovesse essere tanto grato a Berlusconi. Se una dichiarazione del genere fosse stata rilasciata a un giornalista americano, inglese, francese, tedesco, spagnolo o russo in cerca di guai, Nucara sarebbe stato bombardato di domande, qualcuno lo avrebbe seguito pure nella toilette mentre qualcun altro avrebbe iniziato ad intervistare la moglie, i figli, i parenti vicini e lontani, l’edicolante, il sarto e il barbiere ponendo a tutti la stessa domanda: “Cosa deve Nucara a Berlusconi?”. In Italia nulla, il silenzio. Abbiamo una stampa che da qualche anno prende solo atto dei fatti e delle dichiarazioni, tradendo quello che dovrebbe essere uno dei cardini della professione: la curiosità. Comunque questa faccenda vada a finire, dopo essere stati “fintamente” colti al bar per una falsissima riunione segreta, Alfano e Bocchino hanno fatto intendere che sulla Giustizia una forma di collaborazione potrebbe anche esserci. La tanto sbandierata lealtà al governo da parte dei finiani inizia ad evidenziarsi e la creazione del “gruppo Nucara” ne è stato probabilmente il fattore accelerante. Non deve essere affatto semplice passare da ago della bilancia ad ago e basta e questo Fini lo ha capito benissimo. Per chi non lo avesse ancora colto fra le righe, la simpatia che proviamo nei confronti del presidente della Camera è la stessa che ci assale all’apparire di Massimo D’Alema, l’inventore dell’1 per cento del fatturato Mediaset allo Stato per le frequenze. Gira che ti rigira alla fine il magmatico centrodestra si ricomporrà dopo che i finiani avranno portato a termine la missione di frantumare definitivamente il fronte anti-berlusconiano dell’opposizione. Un colpo da maestro Mr. Fini, il cassiere del Capo è pronto al saldo della prestazione.

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