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Aperto per lavoro (ferie ?)

Da Oichebelcastello

aperto per lavoro

APERTO PER LAVORO (FERIE ?)

Capita spesso che diamo importanza alle cose quando queste vengono a mancare.
E’ tutto un sussulto di aspettative ed attenzioni che si alternano attorno a dove riserviamo la nostra attenzione.
E’ strano come questi periodi possono durare frazioni di una giornata o tutta la vita.
Sappiamo che la salute è una cosa importante, ma invece di ringraziare ogni giorno di possederla ci ricordiamo solo quando appare la malattia.
Nello stesso modo non avendo un punto di riferimento chiaro la nostra aspirazione alla felicità spesso non è molto precisa. Potremo tentare di associare i momenti di felicità al periodo feriale.
Le ferie mi evocano ricordi di periodi felici e spensierati della mia vita e tento di ripercorrere i momenti che li precedevano.
Da studente da un lato mi rallegravo per l’imminente inizio delle vacanze estive, ma dall’altro mi dispiaceva iniziare quel lungo periodo di vacanza lontano dagli amici di scuola.
Mia madre ed io infatti raggiungevamo mio padre che lavorava tutto l’anno in una località balneare distante oltre 100 km dalla nostra casa, e lo obbligava ad una situazione di pendolare settimanale.
Perdevo per tre mesi ogni contatto con gli amici di scuola e mi trovavo costretto ad osservare le modalità di “fare vacanza”.
Il mercato degli affitti degli appartamenti era molto diffuso e con tipologia mensile o quindicinale.
In genere ogni quindicina mi cambiavano gli amici di ombrellone e li avrei rivisti solo l’anno successivo.
Mentre osservavo le tipologie delle ferie degli italiani anni ’70 mi accorgevo di quanta importanza veniva attribuita al “fare ferie”.
Qualche maligno arrivava persino ad attribuire analogie tra il luogo delle vacanze e le disponibilità finanziarie della famiglia analizzata. C’erano luoghi da “poveri” e luoghi da “ricchi”.
Le ferie erano anche uno “status quo” quindi se uno non faceva le ferie era quasi sicuramente perché non poteva permetterselo, e anche se non era così molti comunque lo pensavano.
In quei tempi non molto lontani ben poche famiglie si coprivano di debiti per dimostrare di potersi permettere le ferie.
Da studente non potevo scegliere, era la famiglia che sceglieva per me. Quindi tre mesi al mare per molti anni !
Posso dire di aver avuto ottime abbronzature e tantissimi amici quindicinali e mensili.
Tutto sommato ho avuto tantissime opportunità, molte più di quelli che rimanevano a casa.
Ma, forse non è così, infatti le opportunità capitano a tutti, poi dipende da quanto siamo abili a coglierle.
Nel corso della vita il lavoro poi ha modificato la mia modalità di fare ferie.
Ancora una volta le aspettative riposte in quel magico periodo diventavano un momento molto particolare.
La chiusura di molte aziende era lunga, anche un mese, a seconda dei settori o dell’organizzazione interna. Mancare dal lavoro per quasi un mese comportava di “meritarsi” le ferie.
Nelle aziende italiane a partire dagli anni ’60 si era instaurata una sorta di legge non scritta relativa alle “ferie sacre in Agosto” . Altri paesi europei avevano adottato invece da tempo una sorta di alternanza delle ferie in ogni periodo dell’anno.
Ricordo le ferie negli anni ’80 in agosto nelle città e sembravano quelle città fantasma dei mitici film di cow-boys.
E’ buffo come il mondo cambia e non ce ne vogliano accorgere, e pochi che documentano i cambiamenti.
I giorni prima delle ferie operai ed impiegati si caricavano di uno stress notevole, consapevoli di lasciare l’azienda chiusa per molte settimane. Anche io arrivavo alle ferie come stremato.
Si doveva prevedere un prima, un durante e un dopo le ferie stesse.
Mi immagino tante aziende come innumerevoli macchine concepite per produrre e che forzatamente venivano immobilizzate, la corrente staccata, un cartello giallo FERIE FINO AL …. e arrivederci !
Tutti quei lavoratori inattivi per un lungo periodo e obbligati a dimostrare il proprio status-quo.
Mi guardo attorno e vedo decine di stabilimenti chiusi da decenni, i lavoratori sono in pensione da molto tempo ; ferie illimitate ! La crisi ha prodotto un numero notevole di disoccupati e immobili allo sfascio.
Mi manca qualcosa, vorrei chiudere l’articolo con qualcosa di positivo.
Vorrei lasciare a chi mi legge una speranza, una chiave di lettura nuova, e cioè vedere ogni fine come un inizio.
Ho preso spunto per scrivere questo articolo dalla fine del mio percorso lavorativo.
Con il 31 luglio si conclude il mio rapporto di lavoro con l’azienda dove ho lavorato 33 anni.
Quest’anno non inizieranno le ferie, inizierà una nuova avventura, non è la pensione, ma ….nessuna anticipazione !


Archiviato in:Lavoro, Riflessioni, Società civile Tagged: ferie, lavoro, riflessioni, Società civile

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