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Apertura della Trota 2015. Non smettiamo di amarla

Da Pietroinvernizzi

paesaggio sesiaEccoci qui di nuovo, ancora alla vigilia di un’Apertura della Trota.

Ecco che finalmente il tempo dell’attesa è agli sgoccioli, siamo nervosi. Per addormentarci contiamo mentalmente le nostre esche e, se la notte dormiamo, sogniamo lame d’acqua, abboccate violente e salti di trote.

A me sembra di non essere mai abbastanza pronto… avrò tutto quello che mi serve? Maledizione gli scarponcini sarebbero decisamente da risuolare, magari dovrei cambiare qualche altra ancoretta, il mulinello non l’ho ingrassato, non ho fatto dei sopralluoghi approfonditi e non so ancora dove partire…

Come se per pescare ci volesse poi tanto.

Un controllo all’attrezzatura di sempre, un pensiero sull’approccio giusto al fiume e sei in pesca. Fine.

Ma la preparazione è morbosa ed è il lato oscuro del fascino della pesca. C’è un che di sacro nel passare in rassegna tutte le esche come fossero le schiere del nostro esercito. C’è qualcosa di animalesco nella tensione che precede la caccia! 

Aspettando l'apertura della pesca alla trotaL’alba dell’apertura è quello squillo di tromba che ci fa scattare al galoppo con le canne da pesca in resta, famelici di riappropiarci dei nostri spazi preferiti, del fiume e del nostro tempo sull’acqua.

Dopo il frastuono emotivo, e purtroppo spesso anche fisico, del giorno dell’apertura, restiamo cavalieri solitari sul campo di battaglia.

Via le orde di barbari dalle sponde, restano i pescatori di sempre. Restiamo noi a guardare il nostro calendario di pesca, quando pescare dipenderà da noi, il fiume, finalmente, sarà sempre lì ad aspettarci.

Una pace ritrovata che non calma la sete di pescare anzi, ne accresce la meraviglia e ogni anno, un’uscita di pesca dopo l’altra, diventa una crescita tecnica e spirituale nel nostro percorso di pescatori.

In tanti disprezzano l’Apertura ed io li capisco perfettamente. E’ il caos che è nemico del pescare bene. Sono le folle, l’invasione di pescatori barbari, che mortificano luoghi e pesci.

All’apertura è difficile trovare il proprio spazio e vivere la pesca come ci piace, sono in troppi a voler pescare quel giorno.

Tra le altre cose non è poi il miglior giorno dell’anno per far catture, anzi, fanno eccezione i raccoglitori di pesci pronta-pesca che, in questa giornata, solitamente vedono esaudite le loro preghiere. Anche se le sorprese sono sempre dietro l’angolo e qualche vera big affamata può illuminare il nostro inverno. (Per avere degli ottimi consigli tecnici per l’Apertura, leqqi qui).

Aspettando l'apertura della pesca alla trota

Eppure io apprezzo e venero il giorno dell’Apertura per diversi motivi.

Il primo e più importante è che se c’è una “apertura” tanto attesa, vuole dire che c’è una “chiusura” a lungo rispettata. Mai come quest’anno mi è capitato di vedere sui social media foto di trote prese durante tutto l’anno. Anche pescatori abili, esperti e rispettati. Le scuse sono le solite e molteplici: pescavo cavedani, pratico correttamente il no-kill, pescavo senza ardiglione in acque ciprinicole… Tutte valide attenuanti che non cancellano quella che il più delle volte è la colpa: in realtà cercavano trote e hanno preso trote. Non importa se la legge dice che in quel tratto di fiume puoi pescare tutto l’anno, se sai che ci sono molte trote, non pescare! Non importa se fai bene il no-kill, se peschi trote in periodo di frega, anche a mosca, rischi di stressarle e arrecare un danno. Le alternative non mancano, ogni mese ha le sue specie da insidiare!

Chi scrive parla da pescatore pentito. Diversi anni fa mi è capitato di pescare “altro” in Adda dove ancora vivono marmorate, tutto legale, ma alla prima marmorata di buona taglia presa in Inverno mi sono sentito male e ho capito che non c’era piacere nel giocare sporco! Mai più fatto.

Perché la sfida con i pesci ci renda felici deve essere una sfida che rispetta tutte le regole, non solo quelle dell’uomo, ma quelle di Natura in primo luogo.

E questo è il secondo motivo per cui amo l’Apertura: ci ricorda che ogni pesce ha il suo tempo, il suo calendario biologico da rispettare. Ci ricorda che la sopravvivenza della specie dipende, come è logico, dalla loro riproduzione. All’apertura, e per almeno un mese e mezzo, si pesca a piede asciutto! Quindi l’Apertura ci impone, o dovrebbe imporci, un approccio “delicato” al fiume, diremo in punta di piedi, quando si dice “camminare sulle uova”… Anche se saremo sui sassi, dovremo avere in mente quelle uova benedette e stare lontani dai letti di frega.

“Sono ancora settimane in cui al fiume dobbiamo approcciarci in punta di piedi, quasi in contemplazione, dovrebbe essere un corteggiamento al fiume più che un assalto!”  (Cit. Anonima Cucchiaino  – articolo pre-apertura 2014 )

Aspettando l'apertura della pesca alla trotaSe poi avremo la fortuna di prendere una bella trota non di immissione, sia che noi si pratichi abitualmente il Catch and Release, sia che noi si pratichi la padella consapevole, in ogni caso in questo periodo, e per almeno ancora due mesi, rilasceremo senza dubbio il pescato! O almeno, questo sarebbe giusto e logico per cercare di garantire la riuscita della frega e la deposizione di tutte le uova…

Un terzo motivo importante per cui amare l’apertura è l’aggregazione. “Aggregarsi” tra pescatori è fondamentale. Molti di noi, anche io il più delle volte, preferiscono pescare in solitaria: a pesca siamo noi stessi e dialoghiamo con la natura e la nostra anima. Ma il fatto di preferire la pesca in solitaria non dovrebbe distrarci dalla considerazione di quanto sia importante aggregarsi come pescatori. Solo come gruppo di persone, il più numeroso possibile, possiamo avere un peso politico ed influenzare decisioni sulla gestione delle acque! Se fossimo capaci ogni tanto di mettere da parte le mille migliaia di diversità di vedute sulla pesca, che ci frazionano in micro gruppi di pescatori talebani e, almeno ogni tanto, fossimo capaci di unirci in “Sistema Pescatori” per il bene comune a tutti, saremmo tantissimi e potremmo essere attori protagonisti delle scelte riguardanti centrali idroelettriche, svasi, captazioni idriche, cormorani, inquinamenti, concessioni di ogni sorta, persino leggi e provvedimenti…

L’apertura è un momento in cui in tanti ci sentiamo parte di uno stesso “movimento”, capiamo di condividere la stessa passione anche se poi, a ben vedere, ognuno di noi la vive in modo diverso, spesso diversissimo…

Infatti mentre scrivo mi rendo conto che in tanti aspettano solo il pesce di immissione, sono pronti a padellare tutto quello che possono e magari anche di più, e di questioni ambientali non ne vogliono sentir parlare scegliendo la posizione comoda: “A me non interessa, io non faccio certo nessun danno!”

Aspettando l'apertura della pesca alla trotaEppure, per provare a convincere altri delle nostre idee dobbiamo comunque incontrarli e parlarci, altrimenti non c’è speranza. Magari li incontreremo con questo articolo, magari la mattina di domenica al bar per un caffè o un grappino, o lungo il fiume ci guarderemo storto per fare il primo lancio nella buca giusta!

Vada come vada, la stagione sta per iniziare e chiunque ami pescare le trote ha le lacrime agli occhi dalla gioia; come ho scritto una volta: l’unica vera distinzione dell’arco tempo che abbia un senso è quella che divide la vita intera in: “Stagione della pesca alla trota” e “Attesa” e quella che adesso comincia è la parte migliore!

E’ agli sgoccioli il tempo delle chiacchiere. Sta arrivando veloce come un archetto che si chiude, il momento in cui l’archetto si apre: pronti per il primo lancio!

Rock’n’Rod

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