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Apes Revolution, l’epica incontra l’etica

Creato il 05 agosto 2014 da Nicola933
di Giuseppe T. Chiaramonte Apes Revolution, l’epica incontra l’etica - 5 agosto 2014

Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie (Dawn of the planet of the apes)
Genere: fantascienza
Regia: Matt Reeves
Cast: Andy Serkis, Jason Clark, Gary Oldman, Keri Russel, Toby Kebbell, Kodi Smith-McPhee, Nick Thurston
130 minuti
Anno: 2014

di Giuseppe T. Chiaramonte. Sono passati dieci anni da quando Cesare è andato via di casa, ha parlato per la prima volta e ha liberato le scimmie dai laboratori portandosele nei boschi alle porte di San Francisco. Da allora le cose sono cambiate: la razza umana è stata colpita da un tremendo virus ed è stata decimata. La colpa cade ovviamente sulle scimmie e mentre queste ultime creano una nuova società, gli umani si organizzano in comunità e sono alla disperata ricerca di energia per continuare a sopravvivere. Proprio da qui parte questo secondo capitolo del reboot della saga del pianeta delle scimmie.

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A differenza del film precedente, dove il ritmo non lasciava un attimo di respiro, in Apes Revolution ( triste adattamento italiano del titolo che per il primo capitolo si era già giocato la parola “Alba”, qui presente “Dawn”, mentre nel primo era “Rise” ) c’è una lentezza di fondo, che lascia molto spazio alle emozioni, agli sguardi, piuttosto che alle parole e agli avvenimenti. Scelta dovuta per una maggiore focalizzazione sui protagonisti, le scimmie al posto degli umani, che qui creano solo un contesto e fanno da contorno. Ma anche per questi ultimi i dialoghi sono molto poveri, ridotti a pochissime parole quasi ne avessero perso l’uso. Ritorna la forza di una recitazione praticamente muta, in questo caso impreziosita da una computer grafica davvero eccezionale che raggiunge livelli altissimi in Cesare, interpretato dall’immenso Andy Serkis.

Le emozioni, quindi, sono il motore di tutto in un plot che procede su binari sicuri e conosciuti, con snodi narrativi prevedibili, quasi a ripercorrere una strada familiare creata per intrattenere il pubblico. E infatti, lo scopo è raggiunto in pieno. Nonostante si conoscano le conseguenze di tutto questo “inizio”, trattandosi di prequel, la tensione è altissima fin dal primo incontro tra scimmie e umani e si mantiene alta per tutta la durata. Non mancano di certo i colpi di scena, anzi ce n’è uno in particolare che farà saltare sulla sedia gran parte del pubblico. Sta proprio qui il pregio maggiore del film d Matt Reeves: prendere in mano una formula e sfoderarne le armi migliori attraverso scelte registiche oculate e una scrittura intelligente.

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Blockbuster che intrattiene sì, ma anche film ad altissimo budget ( circa 180 milioni di dollari ) con un grande messaggio di fondo: Apes revolution mette a confronto due mondi, due specie diverse ( etnie? ) e mostra il lato peggiore delle paure dell’uomo da una parte, mentre dall’altra si scorge un barlume di speranza. Convivere è possibile anche se si è così diversi e culturalmente lontani. I buoni e i cattivi esistono ovunque e i secondi sono quelli che rovinano ogni sforzo di coesistenza.
A portare il peso di tale responsabilità è Cesare, personaggio che ha un’evoluzione clamorosa, facilmente riassumibile in due inquadrature: quella che apre il film e quella che lo chiude. Inutile ripetersi sulle doti dell’attore Serkis. Ancora una volta una scelta registica fortissima che manda un messaggio direttamente allo spettatore in sala.

È difficile trovare una frase che riesca a spiegare il senso del film senza dilungarsi troppo, ma sicuramente si riconosce la volontà di raccontare una storia con grandi implicazioni etiche e sociali e di mostrare, anche se con una certa finezza, la forza dell’intelligenza, intesa come apertura mentale. Il racconto epico di Cesare, le sue scimmie e gli umani sopravvissuti è confezionato in un prodotto di ottima fattura, meritevole di essere visto e che spalanca le porte verso il prossimo capitolo della saga.
Che si arrivi all’inizio della saga precedente? Aspettiamo per vedere.

★★★★

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