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Apocalittici

Creato il 16 settembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe

1. Già! Li lessi on line i Barbari di Alessandro Baricco: così ricchi di contraddizioni e di periodi incomprensibili – e non semplicemente sibillini – che non sapevo mai se ridere o piangere. Si spera che nell’edizione cartacea l’autore abbia provveduto a far chiarezza su tanti di quei punti, ma su tanti… impossibile per me enumerarli tutti… sarebbe come tentare d’arrestare un’emorragia cerebrale con un uncinetto e un filo.

2. Internet nacque come “strumento di comunicazione” militare. Poi la tecnologia fu adottata anche in campo civile.

E’ uno strumento potente: ma la sua potenza è il suo tallone di Achille. Tante informazioni accessibili in uno due tre click: ma la loro veridicità è minima. Su 100 notizie, diciamo che 10 possono essere passabili, forse plausibili. E non buone.

Ricordiamoci ad esempio il caso Wikipedia. E comunque, in ogni caso, Internet non sostituisce il nostro bagaglio culturale. Concetto questo ribadito ultimamente anche da Umberto Eco.

3. Mai rinunciato alla mia, di opinione – e non fede, che tra l’altro non ho in nessuna forma politica o religiosa. La mia opinione è mia. Finita lì. Non la declino al volere altrui, per amicizia, per far piacere, per atto diplomatico. Non mi svendo, per farla corta.

4. Ognuno ha diritto alle sue proprie opinioni, criticabili, ma non per questo censurabili: altrimenti tanto varrebbe tornare sotto il giogo dell’Inquisizione cattolica, come ai bei tempi quando s’innalzavano roghi al cielo per un Giordano Bruno da Nola, etc. etc.

5. La morale non è uguale per tutti i 6 miliardi di persone che sono al mondo. Perlopiù con gli anni si sono accettati, in linea teorica, dei valori, che dovrebbero essere a tutti comuni. La storia ci smentisce poi sempre: basta guardare alla Russia, a cosa sta accadendo, Putin e il suo stalinismo-capitalista che ammazza a bruciapelo chi si oppone alla sua tirannia. Giusto per portare un esempio attuale.

6. Spero di non incappare mai in uno che la verità ce l’ha scritta in fronte, come una luce incorporata: non vorrei proprio che testasse la mia onestà tirandomi una testata o peggio. Chi cerca la verità è umile e non parla mai e poi mai di verità parziali o assolute. Oggi si parla tanto di verità: e in nome di queste presupposte verità non ci si risparmia dall’ammazzare a destra a sinistra e al centro.

7. Pure io faccio il topo di remainders: ci si trovano libri usciti da 3 o 4 mesi appena, perché già vecchi, o perché autentici flop. Ma proprio AUTENTICI FLOP, così tanto che neanche nei remainders si riescono a vendere, né con lo sconto del 40% né a metà prezzo. Insomma, se si cerca un AUTENTICO FLOP, il posto giusto è nei remainders. Ma meglio spulciare sulle bancarelle, in alcuni casi: perché riesci a tirare sul prezzo e ad avere un AUTENTICO FLOP a meno del 50% del prezzo (e non valore) di copertina. Mai sottovalutare la potenza anticulturale dei remainders: ci sono tante di quelle porcate che a leggerle tutte uno rischia di parlare come un lobotomizzato drogato perso. Sul serio. Venghino Signore e Signori, venghino!

8. Il copyleft è una cagata pazzesca. Non sto scherzando affatto e neanche provocando. E’ proprio tutto quello che penso a proposito del copyleft. Una cagata pazzesca.

9. Penso che Nietzsche, ottimo filosofo ma poco buono nella pratica, alla fine è uscito pazzo: ha scopato una volta in un postribolo e poi basta. E dormiva 30 minuti al giorno, come le aquile. A 40anni è impazzito completamente, e per dieci anni ha mangiato i suoi escrementi. Strana stella danzante.

Sarai pure stato un “faro nel buio”, te lo concedo Wilhelm, ma il prezzo che hai pagato, per Dio! Avresti fatto meglio a farti qualche sana scopata e qualche sana dormita, senza tanto scavare, a lume di candela, nelle catacombe umane per un emergere che non si sa.

Eppur ti voglio bene, Friedrich.

10. L’intuizione da sola può portare a strane forme d’allucinazione. Come l’amore. In strada, passa una bella: un signore (un maschio), un uomo getta su ella uno sguardo e s’immagina il di lei sorriso. Ma non immagina che pure lei sta immaginando il sorriso che gli farebbe a quel bruto, che la fissa, se solo osasse presentarsi davanti alla di lei persona.

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