Magazine Cinema
Un ritorno al Cinema d'avventura tutto sommato guardabile rispetto allo scempio precedente firmato Mel Gibson.
Diciamolo pure chiaro: se non fosse stato Dembo a propormelo, non so se avrei mai preso la decisione di guardare un altro film diretto da Mel Gibson dopo il disastro cosmico che fu quella montagna di immondizia di La passione di Cristo.
Certo, nel corso degli ultimi anni mi era capitato di leggere più di una recensione che rassicurava il pubblico affermando che quel vecchio pazzo di Mel aveva contenuto il suo fervore religioso e si era limitato ad infarcire un classico film d'avventura con un pò di quella truce violenza che tanto pare dargli soddisfazione, ma non ero mai riuscito a superare la barriera che ancora costituiva il secondo film più brutto che abbia mai visto al Cinema nel corso della mia vita di spettatore.
La serata in amicizia con il suddetto Dembo, però, ha permesso che i miei pregiudizi rispetto al regista/attore australiano si quietassero liberando più che altro una robusta dose d'ironia, che ha accompagnato la visione - sicuramente scorrevole e ritmata, come deve essere per un film di questo tipo - ribattezzando praticamente tutti i protagonisti e bersagliando ad ogni occasione il William Wallace dei NeoCon.
Occorre riconoscere, comunque, che le poco più di due ore trascorse in compagnia di Zampa di giaguaro sarebbero passate senza troppi problemi anche se non ci fossimo fatti quattro risate alle spalle del controverso cineasta, nonostante le numerosissime citazioni di capisaldi del genere sicuramente di altra caratura - L'ultimo dei mohicani, Predator - e la suddetta violenza come al solito molto compiaciuta tipica dei lavori del protagonista di Mad Max.
Il tentativo di riportare lo spettatore ad un mondo lontano e crudele, affascinante e barbaro, può quasi definirsi riuscito, e le ingenuità e le inesattezze storiche escono quasi subito di scena per lasciare spazio alla sola adrenalina dell'impresa del giovane protagonista, che più che in fuga, appare nel pieno di una sorta di viaggio iniziatico che lo porterà dalla giovinezza all'età adulta.
La stessa aura quasi sciamanica di Zampa ed il suo progressivo avvicinarsi alla foresta e ai suoi abitanti, una sorta di appartenenza sancita dal sangue e dalla terra si pongono a difesa del protagonista contro gli inseguitori, guerrieri dal distruttivo fascino che riportano alla mente le epopee di Mongol e Avatar, ancora una volta con la coscienza che entrambe queste pellicole siano, e di gran lunga, migliori del lavoro della nostra mascotte Gibson.
Dunque cosa resta, del mio incontro di riconciliazione con Mel?
Un'ottima serata con il già citato Dembo e Julez, un film d'avventura che si lascia guardare, con tutti i limiti del caso, un sacco di risate e, chissà, la possibilità, al prossimo film, di tentare la visione nonostante i miei trascorsi non proprio pacifici con il più fervente tra i credenti della settima arte.
Se non altro, per dispensare un pò di sane, divertite bottigliate.
MrFord
"And I can tell you why
people die alone
I can tell you I'm
a shadow on the sun."
Audioslave - "Shadow on the sun" -
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