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Apocrifi di Jim Morrison a cura di Iannozzi Giuseppe

Creato il 06 luglio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Apocrifi di Jim Morrison

a cura di Iannozzi Giuseppe

Piangevo perché non avevo le scarpe, poi vidi un uomo senza i piedi.
Jim Morrison

[ frammento ]

Paris senza Dio vestita di piume
I cimiteri, i boulevard…
le luci accese all’ombra di Notre-Dame
Serpente elettrico
Pallore di luna nelle orbite
del flic
che con passo sghembo va
Giù,
hanno rubato la mia teoria di appunti

Non fa freddo, non fa…
E’ forte

E’ forte
Quanto è forte
l’amore oggi?
Quanto invece la morte
che provi dentro
prima
che la notte t’avvolga
nel suo sudario?

E’ forte il filo d’erba
fra le labbra a farsi armonica
E’ forte il bastone fra le gambe

Un nuovo incidente stradale
La ragazza piangeva
Ho asciugato
il suo sangue dagli occhi,
non le lacrime:
troppo belle
personali
perché le sciupasse il fazzoletto

Forte,
quanto?
Sei ancora vergine
o hai bisogno
d’un’altra lezione?
Non pensare…
che per me sia stato facile:
la chiesa in fiamme,
la sposa stuprata
da quel demonio
in me
dormiente
sin dal primo vagito
Non credere
che sia puro
Mai stato
E fuori è così:
vanno in giro con la malattia
fingendo bellezza

Quanto sei forte,
quanto sei disposta
a sopportare?

Domani ogni stupida cosa
salterà in aria in un boom
L’uomo sulla limousine paga bene
Ma oggi è tutto così
stranamente normale…
incidenti di poco conto
Per quanto ancora sei disposta
a reggere tutto questo?
Per quanto…

Ce l’hai avuta
la tua possibilità
Ricorda questo
quando domani
il mondo salterà in aria
insieme ai tuoi sogni e al mio utero

[ frammento 2 ]

Si dice che
la pioggia pesti di brutto
Non lo sanno che permette
di camminare a testa alta
con il viso coperto di lacrime

Le lacrime
strappate dai loro confini
Hai visto la stella brillare oltre
le nuvole
Ma il parcheggio è tutto pieno

Vorrei
che non diventassi mai vecchia
E triste come sono oggi io

Per Colui Che Cammina

Alzati
Svegliati
Alzati, alzati, alzati
Ho seppellito il sole
nella tua faccia scalza

Alzati
e dopo chiudi gli occhi
L’Indiano ha appena acceso il fumo
Ho sentito il brivido della paura
scorrermi nel sangue
tra scrosci di pioggia e grida di fantasmi
Questa cosa:
preghiera inascoltata & il Sud chiama

Solleva il capo
Le scarpe slacciate tengono il passo
Tu,
non tagliare la strada blu
Il Grande Carro, il fiume avanti, Aquila grida
Questa notte
Tutto questo
adesso è per noi

Intossicato dal sole

Intossicato dal sole al mattino
- foglie cadono lungo i boulevard
piccoli uomini si danno da fare sul lato della Senna
Un’orgia
Grida di gabbiani nei tocchi violenti
del pennello sul cavalletto

Lei è una donna di sette colori

Venendo al mondo

Venendo al mondo
sono finiti i giorni felici
Ho avuto l’Idea, l’ho rispettata
E c’è questa tristezza
che non si sfalda,
che sa di cenere e di merda di cammello

Venendo dall’orizzonte
per trovare l’infinito
ho buttato giù il diavolo dal letto
I miei vecchi lo fanno ancora
alla vecchia maniera
- credono che gli stop
siano tutti al loro posto,
che il pullman partirà
alla solita ora prima della sfuriata

Ma io so che
solo chi impara dall’Incubo
impara a volare alto

Uomo

Andava
per stracci e simili
Un Uomo
In croce rimase
per tre giorni
con una miseria di straccio
Tutto il suo amore
perduto così

A Dio gli Indiani

Detersivo in eccesso
Lavatrice a gettoni
Un bottone pende
staccato…

A Dio gli Indiani

Pamela,
gli Indiani rimangono
distesi in pozze di sangue
E il camion rovesciato
Non torneranno mai più
al Palazzo della Saggezza

Serpente Piumato

Non sapete niente
del Peccato
Andate però in giro a spacciarlo
per Originale
– Occhio di Venere dilatato

Non le raccogliete
le foglie strappate dal vento
Lasciate che
si attacchino ai vostri cappotti
Al pari d’ogni dì
continuate lo spettacolo
tra i marmi del cimitero
spoglio di chiome
- nude dita di scheletrici alberi
& l’autunno s’insinua fra le vostre gambe
come un Serpente Piumato

…un Serpente Piumato

Arthur

Vortice di
desideri in pegno
Angelo,
cancro alla gamba
ultima poesia
di schiavi e barellieri
Rendersi Veggente

L’occhio di Saul
senza perdono,
così tanto cieco
nel vortice


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