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Apokalypse Kebab - J. Tangerine

Creato il 10 aprile 2012 da Pythia
Torno a parlare di libri, rompendo il silenzio per un romanzo consigliatissimo.
Si tratta del secondo (capo)lavoro di Giusy de Nicolo, autrice di "Porcaccia! Un vampiro", sotto mentite - ma non troppo - spoglie.
Apokalypse Kebab - J. Tangerine
La vicenda è ambientata in una Praga contemporanea, caotico teatro di un'invasione di strani esseri provenienti da altre dimensioni. A difenderci da queste incursioni sono i Column, antica stirpe di guerrieri ormai ridotti a uno sparuto ma non meno agguerrito manipolo di personaggi decisamente fuori dal comune. Basti prendere la protagonista, Alexandra, salvata da una vita di strada ed espedienti, che sbarca il lunario consegnando kebab a domicilio, vive sopra un locale a luci rosse ed è proprietaria di un cane chiamato Radicchio. Tanto piccola quanto tosta è la testa calda del gruppo, ma anche quella con i poteri più forti. È lei infatti ad individuare i sette "sorci verdi" che un bel giorno decidono di sbarcare a Praga con tutta l'intenzione di fare un bel casino - e soprattutto è lei a riconoscere tra loro l'Arconte.
Chi conoscesse la creatura di Luca Enoch "Gea", edito dalla Bonelli un bel po' di anni fa - non voglio pensare quanti sennò mi vien male - sicuramente troverà alcuni richiami nel romanzo, ma le sorprese non mancano di certo.
A Giusy avevo rimproverato l'eccessiva sintesi di "Porcaccia!": in questo secondo lavoro è decisamente meno sintetica (320 pagine che scorrono d'un fiato a ritmo di metal, quello duro e cattivo) ma in alcuni punti non mi sarebbe dispiaciuta qualche ulteriore divagazione, soprattutto alla fine dove gli eventi si susseguono così veloci che arrivati in fondo sembra di aver lasciato indietro qualche pezzo.
Mi dispiace per i puristi del libro intonso, ma questo è uno di quei romanzi che pretende la sottolineatura, tante sono le chicche da non perdere: Giusy ha una felicità di scrittura che raramente ho incontrato, soprattutto nei giovani autori. Ci regala metafore efficaci, citazioni contemporanee, ironie taglienti come un bisturi: mai pesante, mai ripetitiva, va sempre dritta al bersaglio e non sbaglia un colpo.
Brilla per la sua spontaneità che emerge nonostante un lavoro accuratissimo di scrittura e revisione - cosa anche questa non da poco.
Un appunto/sfogo: qualcuno si è lamentato del linguaggio forte scelto da Giusy, adducendolo a motivo per svalutare il romanzo. Ora, a me dispiace tanto per queste menti candide che non vogliono essere contaminate dal turpiloquio, ma siamo seri: la protagonista è una ragazza di strada, non si può certo pretendere che si esprima in un italiano manzoniano doc. Una scrittura è particolarmente efficace quanto più è realista, quanto più ci fa sentire concretamente l'essenza dei personaggi, quanto più trasmette il mood della situazione.
Gira questa cazzo di macchina!
ha un effetto decisamente diverso da
Gira la macchina!
Se è una parolaccia a trasmettere efficacemente il senso di urgenza, il nervosismo, l'angoscia, la rabbia, ben venga. Se usata nel modo giusto, se dosata e non abusata, non ne vedo motivo di scalpore: Giusy è vero che abbonda di termini colloquiali, ma lo fa sempre con proprietà e modo, non certo gratuitamente.

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