Bernini : Apollo e dafne
Vi piace andare per boschi? sentire il profumo dei funghi? ed il ruscello che scorre e mille alati in volo?
Tra questi boschi incantati, figlia del fiume Peneo, vagava, dolce, Dafne, la bellissima ninfa con l’arco e la faretra, volando, cacciatrice, tra le querce e gli allori.
In alto, sull’Olimpo, Apollo sfotte Eros, il piccolo dio dell’amore.Possente, bello, forte, Apollo schernisce il piccolo dio per le sue deboli armi e per la sua bassa statura.Eros se la prende, cova furente vendetta e dalla cima del Parnaso, lancia, con infallibile mira, due dardi divini su due diversi cuori:il primo, dalla punta d’oro, colpisce Apollo rendendolo pazzo d’amore per Dafne, il secondo, dalla punta di piombo, coglie Dafne nel petto, rendendola insensibile a qualsiasi profferta d’amore.Così Apollo vaga per i boschi attratto irresistibilmente dalla dolce ninfa: la cerca, la chiama, la trova!La insegue tra i rovi e le more e vola sull’erba bagnata e allunga la mano, ci siamo…Ma Dafne è giunta sul fiume, suo padre, Peneo, che più l’ama:“Salvami, padre, salvami, non fare che egli mi prenda, salvami padre”scongiura.E il fiume che può, perché dio, contenta la figlia che chiama!Trasforma la ninfa in alloro, il corpo in un tronco possente, in mille rametti la chioma.Apollo s’incanta e ancor l’ama. E allora egli intreccia ghirlande, di lauro, e decora la lira e l’arco ed ancor la faretra rendendo sua Dafne immortale.Ancora oggi i menestrelli, ove ancora ce ne siano sparsi per il mondo, si adornano il capo del lauro sempreverde, per rendere omaggio a questa tenera storia d’amore!