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Apologia del Cambiamento

Creato il 21 maggio 2012 da Jonlooker @Jonlooker

Secondo voi, qual è il prodotto che è accompagnato dagli spot peggiori, indipendentemente dalla casa?
Io direi che l’automobile vince a man bassa.

Si potrebbe fare un discorso anche molto serio, ricordandosi di quanti bambini sono morti perché chi li ha investiti era una persona infima imbottita di droga, alcol, o solo molto immedesimata nella 24 ore di Le Mans.
Nello stesso discorso, potremmo incolpare una gran varietà di soggetti e, badate bene, si avrebbe comunque ragione: il conducente, la mancanza di controlli efficaci dove serve davvero, la Legge che offre a malapena un tour del carcere e poi si è tutti a casa propria e, non da ultimo, proprio il criterio di sponsorizzazione delle auto.

Una volta, infatti, c’erano l’uomo d’affari, l’uomo di famiglia, l’operaio in caso di furgoncini, i quali guidavano una certa auto per prestigio, per sicurezza o comfort e gli spot venivano strutturati di conseguenza.

Oggi i pubblicitari e le case devono essere totalmente impazziti, come se tutti quei morti sull’asfalto non riguardassero (anche) i loro prodotti, e danno vita a slogan e claim per i quali gli spot dovrebbero essere multati severamente e ritirati, anziché trasmessi e affissi – oh, l’ironia – per le strade.

Ne prendo tre a caso:

Citroën DS4
Se provassi a dire no? No alle regole!

Mercedes Classe B
Ora che conosci tutte le regole, dimenticale.

Hyundai i40
Chi l’ha detto che le regole sono l’unica strada?

Siamo sinceri, dare questi consigli all’automobilista medio italiano è concorso in omicidio.

Come se non bastasse, gli spot non sono nemmeno belli. Che ve lo dico a fare, sono da vergognarsi.

L’ultimo, in ordine di tempo, è quell’arzigogolato racconto della bambina con il chihuaua rumoroso con cui condivide i sedili posteriori dell’auto dei suoi, che non vede l’ora di crescere e che il cagnetto crepi, così può comprare un’auto (quale? Boh! Missione compiuta, complimenti) e prendersi il cane enorme che ha sempre desiderato. Insensato e antipatico. E a me i chihuaua nemmeno piacciono.

Quello che vi mostro oggi, però, è un altro livello, è la corazza indistruttibile di Scemotron.

La mamma va a prendere a scuola la figlia con l’automobile. Se volete ci fermiamo un momento, così vi riprendete dallo sconcerto per un incipit tanto originale.

La ragazzina, tra i 12 e i 14 anni, entra, si siede e si piega in avanti, rivelando un tatuaggio sulla parte inferiore della schiena.

Ora, un necessario inciso: i tatuaggi possono piacere e non piacere. Per quanto non me ne farei mai uno personalmente, io li adoro, specialmente quelli che hanno origini culturali antiche e, quando c’è un tattoo expo, prendo la mia fida reflex e vado a fotografarne qualcuno.
Quello che, sempre stando alle mie non troppo approfondite conoscenze, è uno schiaffo all’estetica e al significato primo della pratica, è il gergalmente detto tramp stamp, vale a dire quel tatuaggio che si fa proprio sopra il sedere. Se, da una parte, sono il primo fan di “ognuno faccia quello che vuole”, dall’altra mi sento di dire che i tatuaggi in quella posizione risultano sempre irrimediabilmente volgari, dozzinali, diciamo pure banalmente brutti. D’altra parte, non lo chiamano tramp stamp per fargli un favore.
Se ne avete uno, perdonatemi per quest’opinione un po’ drastica.

Torniamo ora a noi, così vi faccio vedere un esempio di quanto appena descritto.
Sicuramente in uno studio a prova di epatite e attento alle norme di legge sui minori in materia, la bambina si è fatta permanentemente decorare proprio con un tramp stamp.

La madre, che dovrebbe fare la parte della sconvolta e amareggiata (ve lo dico io perché tanto non si capisce, è tutto recitato e doppiato da cani) esclama con trascinante convinzione:
«E quel tatuaggio? Cosa ti è venuto in mente?»

Ah, che esempio di fulgido polso genitoriale. “Cosa ti è venuto in mente” equivale, per ritrita inutilità, a “non sono arrabbiata, sono delusa”, nel mio immaginario di mamme tv che, a differenza della mia, non appendono al muro la prole indisciplinata.
L’atteggiamento educativo sembra comunque funzionare: la figlia la guarda con tacito pentimento, direi del tipo e tu che vuoi, vecchia schifosa.

Ma qui arriva il colpo di scena – riprendetevi perché c’è dell’inaspettato: «questo è un tatuaggio!» cinguetta la donna, tirandosi giù la zip della gonna davanti a una scuola media, rivelando con finezza l’imperatore dei tramp stamp.

La figlia ride, ah ah che sorpresa, mamma sei mitica! Ed insieme se ne vanno a casa.

FINE.

A cosa abbiamo appena assistito? A “Personalità in movimento”.

Personalità in movimento.

In pratica, cercano di far passare la mamma come trasgressiva, moderna e piena di sostanza perché ha un tatuaggio obbrobrioso, mentre in realtà, poverina, il suo problema è che la figlia le nasconde le cose e non rispetta il suo ruolo.
Forse, chi si lamenta perché i tatuaggi sono ancor oggi ostracizzati a volte non si accorge che il problema è una simile rappresentazione di essi, più che le signore di mezza età scandalizzate da un po’ di inchiostro.
Senza contare che una donna volgare, orgogliosa di trasmettere la volgarità alla figlia, piuttosto è stupidità in movimento.

Sarebbe ora di far capire ai pubblicitari e a quelli che approvano i loro rivoltanti parti mentali che la sicurezza e il  rispetto delle regole della strada non sono dei noiosi comportamenti da sfigato, ma sono le cose che salveranno i loro stessi figli mentre attraversano la strada per andare a scuola.
Allo stesso modo, un po’ di finezza e di genitori meno mediocri possono solo far bene.

Drive the change, suggerisce Renault.

Io risponderei che una società senza regole, senza eleganza, educazione o creatività non è “the change”, è il mondo in cui siamo adesso.
E, piuttosto che assecondarlo, vado a piedi.

Post più riflessivo e meno spensierato oggi, anche visti gli ultimi avvenimenti. Sono vicino con affetto a tutti quelli che hanno subito danni a causa del terremoto e ringrazio tanto coloro che hanno mi hanno tenuto compagnia nell’assoluto spavento di quelle quattro del mattino.



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