apologia del realismo politico nel bar di Helga

Creato il 25 novembre 2012 da Bernardrieux @pierrebarilli1
A proposito delle prossime elezioni. Secondo le previsioni, dovrebbe vincere il centrosinistra.
Il nuovo governo, quasi di sicuro targato Bersani-Casini-Vendola, ce la farà a fare uscire l'Italia dal declimo?
Credo proprio di no. Anzi, o andrà male, o andrà malissimo. 
A ben guardare, nonostante  le TV e i giornali  tutti i giorni  la menano con Monti che ha evitato la catastrofe per un pelo, siamo in gravissima recessione e  la situazione non è affatto cambiata rispetto al momento in cui, secondo Mario Monti, stavamo per cadere nel baratro.  Lo stesso debito pubblico – che con lo “spread” dei suoi interessi rispetto ai Bund tedeschi ha fatto cadere il governo Berlusconi – non solo non è diminuito, ma è ormai vicino ai duemila miliardi.  Anche se il nuovo governo che uscirà dalle elezioni di primavera dovesse seguire la politica attuale, magari coinvolgendo Monti, quel governo avrà difficoltà ben maggiori rispetto ad oggi, dove tutti i media si accordano a cantarne le lodi, figuriamoci cosa succederà avendo contro in Parlamento una vera opposizione.  Per giunta,  causa recessione, nulla esclude una nuova crisi di fiducia dei mercati.
Se invece il nuovo governo tenterà una politica diversa, sulla linea Bersani-Vendola-Casini,  potrebbe anche provocare la crisi e il fallimento  di quella che qualcuno già chiama "la terza Repubblica", fra un anno poco meno poco più. In realtà occorrerebbe, già oggi come afferma Fermareildeclico,  un governo perlomeno capace di:
  • 1 Ridurre l'ammontare del debito pubblico
  • 2 Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni
  • 3 Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni,
  • 4 Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
  • 5 Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti
  • 6 Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse
  • 7 Far funzionare la giustizia
  • 8 Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
  • 9 Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
  • 10 Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo
Così non è. In concreto, sono ragionevolmente convinto che alle prossime elezioni politiche vincerà il centrosinistra, statalista e centralista,  capeggiato dal Pd di Bersani con Renzi ridotto al ruolo dell'utile idiota: c’è da trepidare, per questo? Certo che si, ma una coalizione di centrodestra, visti i precedenti,   non farebbe di meglio.
Passata la sbornia della retorica elettorale, qualsiasi nuovo governo, viste le forze in campo,  non cambierà nulla e ci porterà al disastro e, probabilmente, a nuove elezioni anticipate. Se questo è il contesto politico, ha ragione Giannino quando scrive: <<anche in Fermareildeclino c’è chi chiede il micropartitino come vera urgenza, e se sono contrario è perché non siamo nati per creare una microformazione identitaria ma per contaminare idee... Se constatassi che per le mie idee non c’è declinazione diversa dal mozzorecchismo, in quello eccelle Grillo. E se poi si viene considerati anche dai grandi registi della società civile come incontrollabili perché senza padrone, allora per me è identica la conclusione. Io resto a casa, e non muore nessuno perché nessuno è indispensabile, figuriamoci poi chi qui scrive.>> Idem.
A proposito:
Helga è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte.


Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).



La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.



Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora.




La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia.




Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond.




I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano.

Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond.




Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite.

A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi.




Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi.

Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada.




Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%.

La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l’attività: niente più prestiti alle aziende. L’attività economica locale si paralizza.




Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare.

Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%.

Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce.




Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza.

Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero.




Per reperire i fondi necessari il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Helga perché astemi o troppo impegnati a lavorare.




Bene, ora potete dilettarvi ad applicare la dinamica degli Sbornia Bond alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è ubriaco e chi sobrio
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