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A #Buccinasco i monaci fanno la birra cercando le nuove strade per l’agricoltura

Creato il 18 giugno 2015 da Pruiti

L’agricoltura moderna ci è stata trasmessa attraverso i codici compilati nei monasteri. Ma non solo: i monasteri sono stati per secoli l’equivalente dei grandi centri di ricerca odierni.

Pensiamo ai grandi formaggi d’Italia nati nelle grange della pianura padana, pensiamo alle innovazioni tecnologiche che lo hanno permesso moltiplicando la produzione di foraggio e permettendo così l’allevamento di grandi bovini da latte. Ma quello che è cambiato nei monasteri medioevali è stato soprattutto l’approccio all’agricoltura, che diventa per la prima volta organizzazione ed economia. Per questo non stupisce che quasi un millennio dopo, in un monastero alle porte di Milano dove vivono 18 monaci, sia stato deciso un ulteriore passo in avanti rispetto alla coltivazione delle terre. C’era un’esigenza economica (la bassa redditività dei terreni) e per colmarla si è scelta una strada produttiva tipica della storia del monachesimo: la birra.

Dieci anni fa, dalla Comunità monastica dei SS. Pietro e Paolo alla Cascinazza di Buccinasco, sono partiti due monaci alla volta del Belgio, hanno imparato le tecniche brassicole e hanno aperto un microbirrificio nel 2008. È stata la prima birra artigianale italiana ad essere prodotta completamente all’interno di un monastero grazie all’allestimento di un proprio impianto.

La scelta fin dall’inizio è stata quella di produrre poco ma con cura e attenzione, restando saldi alle proprie radici. Oggi abbiamo tre birre vive senza filtrazione e pastorizzazione, in stile abbazia: la primogenita la Amber, una ambrata dal complesso profilo aromatico; la Bruin, una birra scura di grande corpo e la Blond una più fresca e beverina. Ma la storia dei monaci è anche quella delle prime farmacie ovvero quelle officine dove si preparavano i rimedi medicamentosi. C’era una conoscenza delle tecniche e della chimica. C’erano gli orti vicino alle celle che servivano proprio per coltivare le piante officinali. Da questa tradizione antica discende la tradizione degli infusi e degli amari.

L’ultimo nato nel monastero di Buccinasco è dunque proprio un amaro, ottenuto da una miscelazione di erbe aromatiche e piante officinali per distillazione e infusione. Ideale per il fine pasto oppure per la miscelazione nei cocktail. E la storia continua, alle porte di Milano, alle porte di Expo.

via: http://magazine.padiglioneitaliaexpo2015.com/

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