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Apotheon – Un Kratos bidimensionale

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "Giopa" Panzano

Uno dei tratti distintivi di svariati titoli indipendenti è rappresentato dal comparto grafico/artistico, spesso tanto particolare da rendere unico un gioco. Per fare qualche esempio possiamo citare Limbo, famoso per la completa assenza di colori, Betrayer, anch’esso completamente in bianco e nero tranne alcuni oggetti evidenziati in rosso, e Cuphead, indie di prossima uscita su Xbox One il cui comparto grafico è chiaramente ispirato ai cartoni animati degli anni ’30. Il titolo di cui parleremo oggi appartiene proprio a questa schiera, infatti il primo elemento che salta all’occhio di Apotheon è il comparto artistico, visto che il titolo si ispira all’arte greca, più precisamente alle raffigurazioni presenti sulle antiche ceramiche. Scopriamo quindi cosa si cela dietro questo titolo decisamente originale.

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A SPASSO PER L’OLIMPO

La trama alla base di Apotheon non è delle più originali e rappresenta più che altro un pretesto per farci compiere gesta più o meno epiche. Infatti in un mondo abbandonato dagli Dei, vestiremo i panni di Nikandreos, un guerriero la cui città è stata rasa al suolo e che, sorpresa delle sorprese, scoprirà di essere il prescelto per dare una bella scossa alla situazione, pestando così divinità e creature mitologiche pur di riportare la pace agli esseri umani. Ci dirigeremo così negli inferi accompagnati da Caronte, affronteremo Apollo e il ciclope e così via. Nel suo essere piuttosto canonica, bisogna dire che la trama riesce comunque a divertire, anche perché è piuttosto difficile che prodotti del genere offrano un comparto narrativo curato e ricco di dialoghi.

Il punto forte del titolo è però il gameplay. Apotheon è infatti un action/gdr 2D il cui sistema di combattimento risulta essere piuttosto particolare. Mentre i movimenti del protagonista saranno assegnati allo stick sinistro (wasd sulla tastiera), potremo gestire separatamente la visuale e la direzione di attacco e difesa con l’altro stick (o col mouse). Questo rende i combattimenti estremamente dinamici, cosa che viene amplificata dal vasto arsenale a nostra disposizione, che spazia dalle classiche spade a lance di svariate lunghezze, passando per archi, fionde e chi più ne ha più ne metta. Ognuna di queste armi ha una durabilità limitata, ma ne raccoglieremo talmente tante che difficilmente si avranno problemi in merito. Altra caratteristica interessante del titolo è il suo essere open world, infatti avremo a disposizione delle aree di gioco in cui poterci muovere liberamente (potremo anche viaggiare velocemente da una all’altra). L’esplorazione delle varie aree darà sicuramente delle soddisfazioni, infatti entrare nelle abitazioni, scassinare porte e scoprire passaggi segreti vi darà accesso ad armi leggendarie, monete attraverso le quali potenziare le vostre corazze e materiali per il crafting. Il gioco vi permette infatti di creare alcuni oggetti, il cui numero aumenterà con l’avanzare del gioco. Si va dalle classiche pozioni per rigenerare la salute a kit per la riparazione degli oggetti, ai quali si aggiungeranno altri più particolari, da centellinare per via del loro valore.

Per quanto divertente, Apotheon è piuttosto semplice alla sua difficoltà standard, mentre riesce sicuramente a dare qualcosa in più se lo si gioca a difficile. In questo modo gli avversari ci daranno del filo da torcere, i nostri attacchi potranno essere interrotti se colpiti e, ovviamente, i danni ricevuti sono maggiori. Tutto questo contribuisce ad un approccio agli scontri più tattico, dove la scelta dell’arma e una buona gestione della stamina fanno la differenza. Una piccola nota va fatta sull’intelligenza artificiale, che, per quanto non dia particolari problemi, tende ad essere un po’ “euforica”, con personaggi che a volte saltellano in giro per gli scenari, smorzando così l’atmosfera epica delle battaglie. Tale problema non si presenta per fortuna negli scontri con i boss, che, nel loro piccolo, cercano di introdurre qualche piccolo elemento nel gameplay volta per volta, ciononostante nessuno di essi è in grado di sorprendere il giocatore. Molto gradevoli invece alcune trovate dal punto di vista narrativo, che vi metteranno in situazioni particolari, come ad esempio il dover agire silenziosamente attaccando gli avversari alle spalle. La durata della campagna single player è difficile da stabilire, visto che molto dipende sia dalla difficoltà selezionata sia dalla quantità di tempo che impiegherete nell’esplorazione delle svariate aree di gioco. Volendo quindi dedicare il giusto tempo ad ognuno degli aspetti del gioco, potremmo dire che nell’arco di 10 ore riuscirete a completare la storia e guadagnare qualche potenziamento. Per quanto marginale, è presente una modalità multigiocatore in locale, dove, sia su PC che su PS4, potrete darvi a dei combattimenti 1 contro 1 con la possibilità di scegliere quali armi utilizzare e l’arena in cui combattere.

L’aspetto che maggiormente attirerà l’attenzione dei giocatori è però il comparto grafico. Apotheon si ispira infatti alla pittura vasaria dell’antica Grecia, visto che sia i colori utilizzati che la realizzazione di ambienti e personaggi sono estremamente fedeli a quanto visto sui numerosi vasi e ceramiche che sono giunti sino a noi. Per quanto semplice, il motore grafico non si fa mancare un discreto sistema di illuminazione, che ci costringerà all’utilizzo della torcia in alcuni ambienti altrimenti bui. L’unica pecca riguarda alcune animazioni, che sebbene siano realizzate discretamente, in alcuni frangenti risultano piuttosto innaturali. A corredare il tutto vi è un comparto sonoro più che sufficiente, accompagnato da un doppiaggio in inglese di discreta fattura. Va infine detto che il titolo non gode di localizzazione in italiano, richiedendo quindi una minima conoscenza dell’inglese per poter essere giocato.

Apotheon – Un Kratos bidimensionale


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