31 DICEMBRE – Dopo notevoli pressioni da parte del Ministero degli Esteri italiano, è previsto per stasera il rientro in Italia di una prima famiglia coinvolta nella spinosa vicenda delle adozioni internazionali. Per la verità, si tratta di una madre con i suoi due figli biologici, dato che il marito resterà in Congo in attesa di capire quali nuovi sviluppi possa vedere la vicenda. Per i bene informati, tuttavia, iniziano a cadere le speranze di portare a casa i nostri connazionali con i bambini che hanno beneficiato, nei mesi scorsi, di queste procedure di adozione. Sono in tutto 24 le coppie recatisi in Congo, ormai molti mesi fa, per completare l’iter per l’adozione di un figlio nel Paese. Fin da subito, tuttavia, le famiglie italiane si sono scontrate con un muro di omertà che non ha loro permesso di comprendere quali siano le esatte ragioni del divieto di abbandonare il suolo africano con i minori regolarmente adottati.
Tra alcuni giorni; i visti temporanei concessi a queste stesse famiglie scadranno, e le autorità congolesi hanno fatto sapere che non intendono rinnovarli. Altri 11 nuclei di aspiranti genitori saranno quindi costretti a rientrare in Italia durante le prime settimane di gennaio. Tra questi, vi sono anche Massimo e Roberta De Toma che, in un’intervista a Radionorba Notizie, affermano sconsolati: “Tornare senza figli è un’evidente sconfitta politica del nostro Paese (…)Venirci ora a dire che dobbiamo aspettare mesi per vedere i nostri figli, per noi è disumano”.
Da mesi ormai il Ministero degli Esteri e quello dell’Interno hanno intrapreso un dialogo continuo con i referenti congolesi, un confronto che è stato portato avanti da un’apposita delegazione composta dai maggiori esperti di diritto privato internazionale e che ha visto il ruolo attivo del Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, anche lei di origine congolese.
Nel frattempo, in Italia aumenta l’apprensione di familiari e amici per le sorti dei nostri connazionali attualmente in Congo, a causa della forte instabilità politica e del pericolo di guerra civile che segna un Paese già insanguinato da decenni. Tra Kinshasa e Lubumbashi, alcuni violenti scontri tra le forze di polizia ed i seguaci dell’ex candidato alla presidenza Joseph Mukungubila Mutombo hanno causato circa 70 morti. Sembra questa l’unica causa di giustificazione della volontà dei Congolesi di far uscire al più presto gli Italiani dal territorio nazionale. Pio Mariani, il nostro ambasciatore nel Paese, ha recentemente dichiarato che non verranno applicate multe nei casi in cui il visto sia scaduto, ribadendo che in nessun caso sono disponibili a rinnovarlo.
Palazzo Chigi ha affermato lapidario: “Una missione di funzionari della Repubblica Democratica del Congo è attesa a Roma, a breve, per avviare le verifiche, che richiederanno inevitabilmente qualche tempo”. Un comunicato diffuso dalla stessa sede del Governo ha precisato: “Il presidente del Consiglio, Enrico Letta è vicino alle 24 famiglie italiane interessate dal blocco delle adozioni internazionali in Congo e sta lavorando, da settimane, affinché la vicenda possa risolversi positivamente. Come richiesto dal Presidente del Consiglio nel corso della conversazione telefonica del 24 dicembre con il primo ministro della Repubblica Democratica del Congo, Matata, quest’ultimo ha incontrato, il 26 dicembre a Kinshasa, la nostra delegazione di funzionari del ministero degli Esteri e dell’ufficio del ministro per l’Integrazione. Il primo ministro Matata ha confermato la situazione complessiva di temporanea sospensione delle adozioni internazionali, che riguarda vari Paesi oltre l’Italia, e la necessità di effettuare verifiche a fronte di irregolarità riscontrate nelle procedure”. Il primo ministro congolese ha promesso un rapido riesame della vicenda sulle adozioni e la sua soluzione positiva. Proprio per questo: “Una missione di funzionari della Repubblica Democratica del Congo è attesa a Roma, a breve, per avviare le verifiche, che richiederanno inevitabilmente qualche tempo. Le autorità congolesi si sono inoltre impegnate a consentire alle famiglie che, nell’attesa, decideranno di rientrare in Italia, di stabilire presso quale struttura in Congo potranno essere ospitati i propri figli. Da parte italiana si stanno approntando misure ulteriori di assistenza in loco ai genitori e ai figli, anche attraverso un rafforzamento dell’ambasciata. Il governo italiano continuerà a seguire la vicenda con attenzione e determinazione, a sostegno delle legittime aspettative delle famiglie italiane”.
Silvia Dal Maso
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