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GLI APPELLATIVI
(num. 477)
acervo «mucchio» deriva dal lat. acervus, finora di origine ignota (DELL, AEI, DELI, Etim), ma già prospettato come di origine etrusca (DEI) in virtù dell’uscita in -l/rvu- come negli etr.-lat. calvus, curvus, fulvus, milvus, servus, torvus, ecc. (Norme 15).
acre deriva dal lat. acer, acris, acre «acre, acuto, pungente, penetrante», acrimonia «acutezza, asprezza, acidità» (di probabile origine etrusca; Ernout 43) (suff. -on-; Norme 7, 8), da confrontare con gli antroponimi etr. Acri(e), Acriena, Acriina (DETR 39). Vedi toponimo Acerra.
agrippa «nato per i piedi» (ossia con parto podalico) (antica voce dotta; DEI, GDLI) deriva dal lat. agrippa (Plinio, Nat. Hist. 7, 45: in pedes procidere nascentem contra naturam est, quo argumento eos appellavere agrippas; Stazio, Theb. 2, 617). La sua etimologia corrente richiama il sanscrito ágram «punta» e il lat. pes, pedis (DELL, DEI, AEI); senonché la spiegazione che si tenta della parte finale dell’appellativo è veramente lambiccata. Io invece in primo luogo richiamo i greci ákron «punta» ed akropódion «punta del piede», in secondo luogo segnalo e sottolineo la eccessiva differenza o distanza fonetica dalla supposta base latina o da quella greca (cfr. Paestum/Poseidonía), ragion per cui prospetto che siamo di fronte a un vocabolo etrusco (ovviamente anch’esso di matrice indoeuropea). Una conferma dell’origine etrusca di agrippa viene chiaramente data dalla vocale finale –a per un appellativo maschile, proprio come nei lat.-etr. lanista «carnefice», lixa «cuoco», praecia «banditore», rabula «ciarlone», sculna «mediatore», scurra «buffone», verna «servo nato in casa» (Norme 13). Cfr. acre.
alaterno, alterno, linterno deriva dal lat. alaternus, alternus, alater “Rhamnus alaternus L.”, è da connettere coi toscani ílatro, íletro «linterno», còrso igliatru, (proto)sardo arridili «fillirea», cretese moderno eláitrinos «linterno», (fitonimo finora di origine ignota, ma quasi certamente “mediterraneo”; DELL, DEI, EPhIL 134, NPRA) e inoltre da confrontare col gentilizio etr. Alϑra e col cognomen etr. Alϑrnas «Aletrinate o nativo di Alatri» (suff. -rn-; Norme 9) (LELN 37; LEGL 91; DETR 39; TIOE 79-80; DICLE 26). Vedi toponimo Alatri.
albo «bianco» deriva dal lat. albus, che è da confrontare coi sabino alpus «bianco», umbro alfu «alba», greco alphós «macchia bianca della pelle» e coi gentilizi etr. Alfa, Alfi, Alpu, Alpiu (= lat. Alfius, Alpius; RNG). Vedi toponimi Albegna, Alpi.
alea «rischio» deriva dal lat. alĕa «gioco dei dadi», aleo,-onis «giocatore, biscazziere» (finora di etimologia ignota, ma già prospettato come di origine etrusca; DELI, Etim, Ernout 42, 45; ESL 35, 510) probabilmente è da confrontare con l’antrop. etr. Aliaś (Cl 1.542) (uscita -ea/ia, suff. -on-; Norme 1, 7). Sono molto noti i due dadi d’avorio di Tuscania, perché riportano i primi sei numerali etruschi scritti in lettere (TLE 197; TCL cap. 5; GTLE).
alga deriva dal lat. alga (finora di origine ignota; DELL, DEI, AEI, DELI, NPRA, Etim) e probabilmente è da confrontare con l’antrop. etr. Alχa (corrispondenza lat.-etr. G/X; Norme 4) (TLE 768; DETR 42; DICLE 27). Vedi toponimo Algae.
altaleno/a «mazzacavallo» (attingitoio d’acqua a bilanciere), altalena (gioco infantile) derivano dal lat. tolenno, tollenno,-onis «mazzacavallo», «macchina bellica d’assedio» (già prospettato come di origine etrusca; LEW, AEI, DELL, ESL 400) (suffissi -nn-, -on-; Norme 6, 7) ed è da confrontare coi gentilizi lat. Tolumnius e con quelli etr. Telmu, Tulumne (LELN 243; DETR 416). Vedi telamone, toponimi Telamone, Tollegno.
alterno «Rhamnus alaternus» vedi alaterno.
alunno deriva dal lat. alumnus «alunno, discepolo, servo» (indoeuropeo; DELL) (Bonfante 206), che è da confrontare con l’etr. alumnaϑ(e) «nel servizio, nella funzione, nell’ufficio» (in locativo), alumnaϑura «collegio degli discepoli» (suff. -mn-; Norme 5) (TLE 131; DETR 41; DICLE 28).
amare, amico, amore, ameno derivano dai lat. amare, amicus, amor, amoenus (finora di origine ignota; DELL, DEI, AEI, DELI) (suffissi -ic-, -en-; Norme 5) da confrontare con gli etr. Aminϑ «Amore, Eros, Cupido» (fanciullo alato, su specchio) e Amantunia (figura femm. su specchio, probabilmente compagna di Aminϑ) e inoltre col frigio-anatolico adamnêin «amare» (Esichio).
ancora (àncora) deriva dal lat. ancŏra, anchŏra, a sua volta dal greco ánkyrha (indoeuropeo; DELG), ma attraverso l’etrusco per via della differenza o#y (alternanza c/ch; Norme 3) (DELL; De Simone i 132).
anice (ànice), irregolare rispetto ai corrispondenti latino e greco, è da confrontare col gentilizio lat. Anicius (RNG) e con quello etr. Anici(–sa), tutti di probabile origine orientale (NPRA 17; DETR 48).
annunziare (voce dotta) deriva dal lat. (ad)nuntiare «annunziare, pronunziare» (finora di origine incerta; DELL; ESL 368), che probabilmente è da confrontare con gli etr. nunϑen(a), nunϑene, nunϑenϑ, nunϑeri «annunziare, pronunziare, recitare, pregare» (LEGL 120; DETR 300; DICLE 123).
antenna deriva dal lat. antemna, antenna «asta verticale o diagonale della nave» (finora di etimologia incerta, ma già prospettato come di origine etrusca per via del suff. -mn-; Ernout 33-34; Norme 6, 25), e probabilmente è da confrontare con gli antroponimi etr. Amϑne, Antaine (DETR 43, 49; DICLE 32). Vedi toponimo Antemna(e).
ape deriva lat. apis «ape» (finora di origine ignota per i LEW, DELL, AEI, DELI, Etim; “probabile relitto mediterraneo di forma tirrenica” per il DEI) ed è da confrontare con la glossa lat.-etr. apiana «camomilla», pianta gradita alle api (ThLE¹ 415; TLE 808) e inoltre con gli antropomimi etr. Api, Apie (LELN 48, 49). Vedi apice, appiastro, appio, appiolina.
apice «punta, cima, sommità» deriva dal lat. apex,-icis «àpice» e «pileo sacerdotale» (già prospettato come di origine etrusca; DELL, Ernout 39), ed è da connettere col gentilizio lat. Apicius (RNG) e da confrontare con quello etr. Apice (suff. -ic-; Norme 5) (LELN 46; TETC pg. 18; DETR 52; DICLE 33) e forse anche col lat.-etr. apis «ape» (insetto con pungiglione) (vedi).
appio «sedano selvatico», propriamente «erba delle api», deriva dal lat. apium ed è da confrontare con la glossa greco-etr.-lat. ápioum rhanínoum (= «appio delle rane o ranuncolo») (ThLE¹ 417; NPRA 20) e inoltre col gentilizio etr. Apie (LELN 50; OPSE; DETR 52; DICLE 34). Vedi ape, appiolina.
appiolina «camomilla» (tosc.) è da confrontare con la glossa lat.-etr. apiana «camomilla» (ThLE¹ 415), propriamente «erba gradita alle api» e con l’antrop. etr. Apiana (LELN 48-49; TLE 808; NPRA 19; DETR 52). Vedi ape, appio.
aprico «soleggiato, arieggiato, caldo» deriva dal lat. apricus (finora di origine ignota; DELL, DEI, DELI), da connettere con gli antrop. lat. Apric(i)us, Afric(i)us (RNG) e probabilmente da confrontare con quello etr. Afrce (alternanza p/f, suff. -ic-; Norme 4, 5). Vedi Aprile, toponimo Africa.
Aprile deriva dal lat. Aprilis (di probabile origine etrusca per il AEI) e probabilmente è da connettere con l’aggettivo apricus «aprico, soleggiato, caldo» e da confrontare con l’etr. apire (TCap 11) «aprile», apirase (TCap 8, 13) «da/in/per aprile», apirϑe (Ta 2.1) (apir-ϑe) «in aprile» (in locativo temporale). Una glossa lat.-etr. ci dà per questo mese anche il nome di Cabreas (ThLE¹ 415), che potrebbe essere richiamato attraverso le supposte varianti *Xabreas, *Habreas, *(H)apreas (TLE 818; DETR 77; DICLE 35). Vedi aprico.
aquila deriva dal lat. aquila (praticamente di origine ignota; DELL, ThLL, DEI, AEI, DELI), aggettivo aquilinus; ital. aquilone vento di Nord-Nord-Est, che deriva dal lat. aquilo,-onis; tosc. aquilastro «falco pescatore» (suffissi -in-, -on-, str-; Norme 5, 7). Cfr. la denominazione dei personaggi storici Aquilius Tuscus (magistrato) e Iulius Aquila (autore di un’opera sulla disciplina etrusca). Vedi gli antroponimi lat. Aquilinius, Aquilinus, Aquilonius (RNG) da confrontare con quello etr. Acvilna (LELN 51; DETR 28; DICLE 35).
arbitro deriva dal lat. arbiter «arbitro, mediatore, giudice conciliatore» (finora di origine incerta; DELL, DELI) è da confrontare con l’umbro arputrati = lat. arbitratu (DELL, Etim), col gentilizio lat. Arbitius e con quello etr. Harpitre (alternanza ǿ-/h-; Norme 3), il quale sembra derivato dal participio sostantivato fenicio `arb «garante nelle compravendite» (LELN 55; DETR 190; DICLE 35).
arco (arma ed elemento architettonico) deriva dal lat. arcus (finora di origine incerta; DELL, DELI, Etim) ed è da connettere col lat. arcumen,-inis «specie di Iris», letteralmente “arcobaleno” (Plinio, Nat. Hist. 21, 41), da confrontare con gli antroponimi etr. Arcmn(-al), Arcu[m]n(-al), Arcuna e inoltre coi (proto)sardi arcone «cervo o muflone di un anno» (a causa delle corna a forma d’arco; DILS), toponimi Arceli, Arceneici, Arceni, Arceri, Mura Arkéi (o Nur’arkéi?), Arkennere, Arkennui, Arkil(l)ái, Alkène, Alkènnero (antico Arkennor) [suffissi -en(n)-, -ů/-on-; Norme 6, 7]. È da ricordare che i Romani appresero dagli Etruschi sia l’uso e il nome di alcune armi, sia l’“arco” come elemento architettonico. Vedi toponimo Argomenna.
area vedi aia.
arena «sabbia» deriva dal lat. arena, asena, harena, hasena «arena, sabbia, cenere» (già prospettato come di origine etrusca; DELI) è da confrontare col sabino fasena (Varrone, L. L., 7, 27) e inoltre con l’appellativo etr. faśena «cenere funeraria» (alternanze ǿ-/h-, h-/f-; Norme 3) (ESL 259; DETR 444; DICLE 36).
argento deriva dal lat. argentum, è da confrontare col cognomen lat. Argentius (RNG) e con quello etr. Arcnti (Cl 1.2103), appellativo di origine incerta e quindi probabilmente etrusca; DELL, GEW, DELG, IEW) (LELN 56; DICLE).
arma deriva dal lat. arma,-orum, tardo lat. arma (indoeuropeo) ed è da confrontare col gentilizio etr. Arma(-s), Armi.
arnia «alveare» è da connettere col lat. mediev. arna “vas apium” (Glosse di Reichenau, sec. VIII), appellativo istriano arno «insenatura rocciosa in cui entra il mare» (AEI 27, 482) (voce prelatina; AEI, DELI, Etim), che sono da connettere col lat. Arnus «Arno» (fiume dell’Etruria), col gentilizio lat. Arnius e da confrontare con quello etr. Arna (Ad 2.32) e infine con l’appellativo etr. arna (Ta 5.4) forse «cavità, arca od urna sepolcrale» (DETR 59; DICLE 37, 38). Vedi idronimo Arno.
arpa (strumento musicale e appellativo finora malamente riportato a una supposta base germanica *harp-) è da confrontare col gentilizio masch. etr. Arpa(-s) (Cl 3.2), a sua volta da confrontare con quello lat. Arpius (RNG) e con l’appellativo lat. harpa Ø/H; Norme 3).
arpone, arpione (finora di origine incerta; DEI, PELI, AEI, DELI) sono da confrontare con l’antroponimo etr. Arpu(-s) (su vaso; Sp 2.14, 18) (per l’alternanza U/IU e per il suff. -on- vedi Norme 1, 7).
arra «arra, caparra» deriva dal lat. arra «caparra, garanzia della compravendita, pegno» (prestito forestiero; DELI, Etim) forse deriva dall’etr. ara² (da pronunziarsi arra) «(cap)arra, pegno». mi ara ma Tutinas «io sono pegno di/a Tutinio»; Ramaϑs ara «pegno di/a Ramta» (genitivo soggettivo di donazione); ara mlaχ «pegno votivo» (sul fondo di altrettanti vasi) (DETR 55; DICLE 38).
artena, artina, ardenna, artera, riddena, ridenna (ornitonimo dialettale), greco moderno arténa, portogh. artenna «puffino (cinereo), specie di anatra selvatica, uccello acquatico palmipede» (probabilmente voce “mediterranea” per il DEI 307) è da confrontare coi gentilizi etr. Artina, Artnei [suffissi -en(n)-/-in-; Norme 5]. Vedi toponimo Artena.
asino-a deriva dal lat. asinus-a, prestito forestiero (DELL, DELI) (mancata rotacizzazione o passaggio -s- > -r-; Norme 18), già prospettato come di origine etrusca dal Ceci («Rendiconti Accademia Lincei», serie VI, vol. III, pgg. 283 sgg.), diminutivo asellus; appellativo asellio,-onis «asinaio»; aggettivo asininus, ficus asinastra, vitis asinusca, sorta di fico e di vite (probabilmente “del colore dell’asino”; EPhIL 138; Alessio, StEtr XV 211-2, 208) (suffissi -ell-, -on-, -in-, -str-, -sc-; Norme 5). La base originaria sumerica anšu «asino» (Benveniste) sarà arrivata nell’etrusco (gentilizio AZNIE = lat. Asinius; DETR) per il tramite del lidio; e infatti in una iscrizione trovata a Sardeis compare il vocabolo asinas, che molto probabilmente è un antrop.; Gusmani 252 nº 4 (LELN 60; DICLE 39).
asse deriva dal lat. axis, as, assis «asse, tavola», «unità di misura monetaria e ponderale» (finora di etimologia ignota, ma già prospettato come di origine etrusca; ThLL, DELL, DEI, AEI, DELI, Etim) (accusativo in -im, come negli etr.-lat. amussis, cratis, curis, glanis, ravis, rumis, Tiberis, turris, tussis, ecc. (Norme 19), inoltre l’asse romano rientrava nel sistema duodecimale, di probabile origine etrusca), da connettere col gentilizio lat. Axius e probabilmente da confrontare con quello etr. Acsi (DETR 30; DICLE 44).
assillo deriva lat. asilus, asylus «assillo, tafano», prestito forestiero (AEI, DELL, Etim) (mancata rotacizzazione o passaggio -s- > -r-; Norme 18), già prospettato dall’Ernout 41, 42, come di origine etrusca in virtù del fatto che Servio (ad Aen. XII 127) definisce Asilas etruscum nomen e Silio Italico (XIV 149) parla di un miles Tyrrhenus, Asilo nomen erat. A ciò si aggiunge che Virgilio (Aen. IX 571, X 175, XI 620, XII 127, 550) presenta Asilas come un capo etrusco alleato di Enea e lo definisce hominum divumque interpres, ossia con le caratteristiche proprie dei vati etruschi. Inoltre la variante lat. asilo,-onis presenta il suff. etr.-lat. -ů/-on- (Norme 7); infine il tosc. assillo probabilmente è un relitto diretto etrusco, dato che mostra di essere derivato da una forma parzialmente differente da quella latina (REW 702; DEI) (LELN 59; DICLE 39).
atrio (voce dotta) deriva dal lat. atrium, adrium «atrio, casa, tempio», glossa lat.-etr. (atrium appellatum ab Atriatibus Tuscis; Varrone, L.L., V, 161) (ThLE¹ 415), che è da connettere con l’etr. aϑre (Liber XII 11) col significato quasi certo di «atrio, tempio». È possibile che atrium sia da collegare col lat. ater, atra, atrum «atro, nero, annerito dal fumo» e con l’umbro atru (finora di origine incerta; DELL, AEI) col significato originario di «stanza annerita dal fumo della cucina» (Servio, Aen. I 726; DELL). Gli antroponimi lat. Atranius, Atranus (RNG) sono da confrontare con quello etr. Atrane (DETR 69; DICLE 42). Vedi atro e toponimi Adria, Atrani.
atro-a «scuro, nero-a» (voce dotta) deriva dal lat. ater, atra-um «nero-a, annerito dal fumo» (finora di origine incerta; AEI), da confrontare con l’umbro atru. Antroponimi lat. Atranius, Atranus, Atronius che sono da confrontare con quelli etr. Atrane, Atru, Atrunia (suff. -on-/-un-/ů; Norme 7) (DICLE 40). Vedi atrio, toponimi Atella, Atrani e idronimo Aterno.
autunno (voce dotta) deriva dal lat. autumnus «autunno» (già prospettato come di origine etrusca per via del gruppo -mn-, Norme 26; Ernout 34; DELL; DELI) è da connettere coi cognomina lat. Autuma, Autumna (RNG), che sono da confrontare col gentilizio etr. Autamene (ThLE² 56) (DICLE 44).
avena (graminacea) deriva dal lat. avena (finora di origine incerta; Ernout 29, DELL, AEI, DELI, Etim), che è da connettere con gli antroponimi lat. Avena, Aven(n)ius, Avenus (RNG) e da confrontare con quello etr. Avena(-l-c) (suff. -en-; Norme 5) (DETR 31; DICLE 44).
avolo deriva dal lat. avulus ed è da confrontare col cognomen lat. Avulus (RNG) e con quello etr. Avula ( Cr 1.157 – 4:, su parete di sepolcro).
avvoltoio deriva dal lat. voltur(us), vultur (già prospettato come di origine etrusca; EPhIL 5; DELI; AEI; DELL; ESL 86), aggettivo volturinus (suff. -in-; Norme 5) forse da connettere – su suggerimento di Marco Pittau – col lat. vol(u)tus «volto, voltato, girato» (col significato dunque di “rapace che gira attorno”), tutti da confrontare col prenome e gentilizio etr. Velϑur e con gli antroponimi Velϑura, Velϑuriu (= lat. Volturius, Voltorius, Vulturius; RNG) (LISNE 275; TETC, TLE 38; DETR; DICLE 199). Vedi volturno, toponimi Volterena, Volturena, Volturno.
Featured image, A Golden Eagle (Aquila chrysaetos), San Francisco Zoo, author Rocky, source Wikipedia.