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Appello per le biblioteche

Creato il 09 novembre 2011 da Martinaframmartino
Appello per le biblioteche

Lo scalone d'ingresso della Biblioteca Laurenziana di Firenze

 

Ho fatto la mia prima tessera della biblioteca a otto anni, quando, grazie a una compagna di classe, ho scoperto l’esistenza delle biblioteche. Avevo appena cambiato casa, prima abitavo in un paese così piccolo da avere a stento una scuola.

Quella tessera mi ha aperto un mondo. Andavo lì, in quel meraviglioso salone pieno di libri, e potevo leggere tutto quello che volevo. C’erano più libri di quanto potessi immaginarne. Per alcuni anni la biblioteca è stata una mia fedele amica. Solo per un breve periodo, da adolescente, non l’ho frequentata: uscita dal reparto bambini non sapevo muovermi in quello degli adulti, e così per alcuni anni mi sono un po’ allontanata dai libri. Poi, complice un cambio di scuola che ha allungato a dismisura il noioso viaggio che facevo tutti i giorni, mi sono timidamente riaffacciata a quella soglia, e ho scoperto il fantasy.

È stato grazie alla biblioteca che ho scoperto e letto per la prima volta Lo hobbit e Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, La storia infinita di Michael Ende, Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley, il Ciclo dei Belgariad e successivamente quelli degli Elene e dei Tamuli di David Eddings, La legione perduta di Harry Turtledove, L’incantesimo dei druidi di Katharine Kerr, La leggenda dei Drenai e numerosi altri romanzi di David Gemmell, La spada di Shannara di Terry Brooks, L’occhio del mondo, La grande caccia e Il drago rinato di Robert Jordan, la Trilogia di Valdemar di Mercedes Lackey, Il paese delle due lune di Guy Gavriel Kay, il Ciclo delle spade di Tad Williams, Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, il Ciclo di Dune di Frank Herbert, Il gioco di Ender di Orson Scott Card, Il trono di spade di George R.R. Martin, I pilastri della terra di Ken Follett, I giorni del potere di Colleen McCullough, Lo sguardo della paura di Filippo Tuena e un’infinità di altri libri, troppi per poterli ricordare tutti. La maggior parte dei libri che ho citato in seguito li ho comprati, mi erano piaciuti così tanto che volevo assolutamente averli. E per alcuni, che non ho potuto comprare perché sono andati fuori catalogo, ancora mi dispiace. Ma la biblioteca è stata fondamentale. Potevo leggere gratis, tutto quello che volevo. Bastava restituire i libri entro un mese, ma in genere a me una settimana era sufficiente per terminare i tre libri che avevo preso, al punto che tutti i bibliotecari avevano imparato il mio numero di tessera. La biblioteca è stata fondamentale nei miei anni da studentessa squattrinata, quando prima di fare ogni acquisto dovevo pensarci tre volte, o magari anche quattro. Così ho scoperto innumerevoli autori, protetta dal fatto che se il libro si fosse rivelato una schifezza almeno non avrei buttato via i miei soldi.

È stato in biblioteca che andavo per sfogliare i volumi della serie di arte dei Classici della Rizzoli, allenando così lo sguardo – senza neppure rendermene conto – in un modo che all’Università è stato utilissimo. È stato in biblioteca che andavo a fare i temi durante le scuole superiori. La professoressa ci assegnava temi di letteratura a casa, dandoci una settimana di tempo, e mentre parte dei miei compagni copiava dal libro di testo e prendeva brutti voti io andavo in biblioteca, prendevo cinque o sei libri e facevo una ricerca. Forse non era proprio questo che avrebbe voluto la professoressa, ma assegnandoci temi così doveva aspettarsi che tutti noi non studiassimo davvero e ci aiutassimo con i libri, e io ero abbastanza intelligente da non copiare neanche una frase. Le riformulavo tutte per non rischiare di essere scoperta, e così imparavo a scrivere.

Nel corso degli anni ho fatto la tessera in otre dieci biblioteche, e ho preso libri da loro, e sono entrata in almeno altre quattro o cinque biblioteche senza poi prendere nulla. E quando Alessia aveva tre anni le ho fatto la sua prima tessera della biblioteca. Le compro libri, ma deve sapere che l’acquisto è una scelta, oltre che un lusso, e che un libro si può anche leggere e poi restituire alla biblioteca, dove lo prenderanno e lo leggeranno altri bambini.

Quando in un romanzo compare una biblioteca io sono sempre affascinata, perché le biblioteche possiedono un pezzo del mio cuore. E le biblioteche possono essere anche delle straordinare opere d’arte, come la Biblioteca Laurenziana di Firenze, progettata da Michelangelo Buonarroti. Perciò l’appello che ho ricevuto per posta mi tocca direttamente. L’appello, che è possibile sottoscrivere, si trova a questo link: http://www.aib.it/aib/cen/iniz/in1110.htm

Appello per le biblioteche

L’Associazione Italiana Biblioteche, il Forum del Libro, l’Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di IFLA – International Federation of Library Associations and Institutions, ed EBLIDA – European Bureau of Library, Information and Documentation Associations, promuovono un appello a tutta la società italiana, per chiedere un’inversione di rotta che porti maggiore attenzione e maggiori risorse per le biblioteche italiane, prima che sia troppo tardi.

Le biblioteche sono un servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese e rappresentano un presidio di democrazia fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.

Le biblioteche costituiscono un’infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell’ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, agevola l’attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l’acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa.

In Germania i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori delle partite del campionato di calcio; negli Stati Uniti l’investimento sulle biblioteche è parte integrante degli interventi governativi per contrastare la crisi economica; in Francia, Gran Bretagna e Spagna le biblioteche nazionali ottengono finanziamenti e dispongono di personale, attrezzature, risorse adeguate a un paese ad economia avanzata.

Mentre in queste nazioni le biblioteche sono considerate servizi indispensabili, da tutelare in quanto bene comune, da promuovere perché grazie ed esse è possibile costruire una coscienza civica fondata sulla centralità della cultura e dell’istruzione, in Italia, per colpa della crisi economica e di una politica culturale miope, le biblioteche sono allo stremo e hanno bisogno del supporto di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della cultura.

Moltissime biblioteche (statali, di ente locale, universitarie, scolastiche, di istituti culturali) hanno subito pesanti tagli ai bilanci e al personale, blocchi all’aggiornamento delle raccolte e riduzioni all’orario di apertura, e ciò rende spesso impossibile l’esercizio delle funzioni più elementari, pregiudicando il diritto dei cittadini alla cultura, all’istruzione, alla conoscenza, alla condivisione dei valori su cui si è costruita la nostra storia.

Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi di democrazia e di libertà. Uno Stato che ha paura di discutere i problemi delle biblioteche e della cultura, riducendo la richiesta di dare vita a un dibattito pubblico sul loro ruolo e sulla loro crisi a un problema di ordine pubblico – come è avvenuto martedì 11 ottobre davanti alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, dove cittadini che volevano difendere le biblioteche e valorizzarne la funzione hanno trovato i cancelli sbarrati e sono stati accolti da poliziotti in tenuta antisommossa – è uno Stato che tradisce l’interesse pubblico, che nega a chi ha a cuore le sorti delle biblioteche persino la possibilità di parlarne.

Roma, 22 ottobre 2011

 

I firmatari appartenenti al mondo della cultura e dell’editoria:

Carmine Abate, Nello Ajello, Roberto Alaimo, Francesco Tullio Altan, Mario Andreose, Rosellina Archinto, Bruno Arpaia, Alberto Asor Rosa, Gae Aulenti, Silvia Ballestra, Carlo Bernardini, Isabella Bossi Fedrigotti, Luigi Brioschi, Roberto Calasso, Luciano Canfora, Eva Cantarella, Andrea Carandini, Chiara Carminati, Franco Cassano, Marco Cassini, Luciana Castellina, Gianrico Carofiglio, Don Luigi Ciotti, Giuseppe Conte, Nicoletta Costa, Benedetta Craveri, Umberto Croppi, Emma Dante, Danilo De Marco, Tullio De Mauro, Daniele Di Gennaro, Andrea Di Robilant, Carmine Donzelli, Federico Enriques, Ernesto Ferrero, Sandro Ferri, Luisa Finocchi, Dario Fo, Goffredo Fofi, Paolo Fresu, Alberto Garlini, Enzo Golino, Roberto Grossi, Luigi Guarnieri, Margherita Hack, Gioacchino Lanza Tomasi, Giuseppe Laterza, Felice Laudadio, Giovanni Lilliu, Cecilia Mangini, Neri Marcorè, Stefano Mauri, Melania Mazzucco, Michele Mirabella, Alessandra Mottola Molfino, Angela Nanetti, Edoardo Nesi, Raffaele Nigro, Sandra Ozzola, Valeria Parrella, Antonio Pennacchi, Lionello Puppi, Emilio Rigatti, Stefano Rodotà, Silvia Ronchey, Fernando Savater, Tiziano Scarpa, Nuria Schoenberg Nono, Antonio Scurati, Antonio Sellerio, Claudia Sereni, Salvatore Settis, Elisabetta Sgarbi, Marino Sinibaldi, Paolo Sorrentino, Angela Terzani Staude, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati, Sandro Veronesi, Lucio Villari.

 

Esponenti del mondo delle biblioteche

Gerald Leitner, Peter Lor, Claudia Lux, Ingrid Parent, Antonella Agnoli, Massimo Belotti, Luca Ferrieri, Tommaso Giordano, Mauro Guerrini, Claudio Leombroni, Diego Maltese, Stefano Parise, Carlo Revelli, Gino Roncaglia, Giovanni Solimine, Paolo Traniello, Paul Gabriele Weston.

 

Associazioni

Associazione Consulenti del Terziario Avanzato – Roma, Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva, Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Associazione Vicino/Lontano, International Council of Museum – Italia, Italia Nostra, Società di Linguistica Italiana

 



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