Magazine Diario personale

Appesi a un filo

Da Maria Chiara
APPESI A UN FILOsiamo appesi a un filo. una una ragnatela appesantita dalla rugiada. bellissima da vedere, soprattutto in controluce, ma tanto fragile.
terremoti, alluvioni, incidenti stradali...
il mio pensiero va' a chi ha perso tutto, a chi ci ha lasciato la vita, a chi si vede portar via persone a cui vuole bene, a chi c'è rimasto sotto perché la struttura non era costruita secondo le regole previste, che forse tra tutte è la motivazione peggiore per dover accettare una morte.
come quella di chi perde qualcuno perché un matto, un asino, decide di girare al volante al momento sbagliato e cozzare frontalmente contro una macchina che va tranquillamente per la sua strada.
l'ho scampata.
non io, ma l'ho scampata dal perdere in una botta sola madre e nipote di sei anni e mezzo.
grazie alla cintura di sicurezza, grazie a un po' di fortuna, grazie soprattutto agli angeli custodi, si sono solo sfasciate due auto, c'è qualche livido, un po' di shock e un bel collare per due mesi a un collo che se avesse preso una botta diversa, magari qualche centimetro più sotto, si sarebbe spezzato e ciao.
siamo fragili eppure sempre straconvinti della vita, trincerati dietro pensieri della serie queste cose capitano agli altri, come se fossimo supereroi di fumetti, invincibili ed eterni, fatti di gomma indistruttibile.
fragili, appesi a un filo, con la nostra vita anche nelle mani di chi ci sta intorno (per esempio quando siamo al volante) ma non so quanto e se ce ne rendiamo conto. io penso di rendermene conto poco e solo quando succedono cose del genere, mi fermo e penso.
serve, sicuramente. ma dura poco, troppo poco se paragonato al prezzo che si paga per un attimo di distrazione.
tocca tenercela stretta, questa vita. e custodirla. per noi e per gli altri.


Love,
MC

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