Gente che per decenni si è rassegnata alle sue ferite. Gente che non vuole vedere il mare o che non mangia il pesce – e neanche si rammenta più perché. Gente che un giorno si è sentita chiamare da un posto di cui nemmeno aveva mai sentito parlare.
Gente che non si era mai vista prima, ma che si è riconosciuta all'istante, seduta intorno a un tavolo per la cena, una pizza al circolo offerta dal Comune, prima dell'incontro. Gente che poi ha applaudito a quell'immagine sullo schermo, pensate, una gavetta, un'umile gavetta
Quel giorno la gavetta di Dino Menicacci avrebbe meritato il posto di onore, nella sala del consiglio comunale. È stata brava a rammentare ciò che gli uomini si sono sforzati di dimenticare.
Ed è grazie a lei per cui oggi sono qui anch'io. Per quella gavetta e per quell'incontro.
Perché è così che è andata. Un giorno la storia della gavetta ha bussato alla mia porta e non mi ha più abbandonato.
E io sono entrato in punta di piedi dentro questa storia e non mi sono sentito un intruso.
E l'Oria lo sento anche mio, ora. E per questo sono grato a quella gavetta, per questo sono grato a Dino Menicacci.
(da Paolo Ciampi, La gavetta in fondo al mare, Romano editore)