All'inizio dell'anno, Apple era stata persino costretta ad accordarsi con la Federal Trade Commission (FTC) per poter rimborsare con oltre 32 milioni di dollarii genitori che erano stati danneggiati dagli Acquisti In-App non autorizzati messi a segno dai figli.
Il problema era che, fino a non molto tempo fa, in iOS non era presente di fatto un sistema di supervisione degli acquisti, il che si è trasformato in un problema per Cupertino: le app, invogliano i bambini a poter scaricare estensioni a pagamento, e i bambini acquistato all'insaputa degli adulti.
Risultato: migliaia di utenti inferociti e nuovi costi da sostenere per la mela.
L'accordo prevedeva unarevisione sostanziale dei meccanismi del modello freemium, che di fatto rendeva impossibile procedere al download di funzioni aggiuntive premium senza il consenso di un tutore legale.
Cosa che, chiarì a suo tempo Tim Cook, "sarebbe comunque stata fatta."
La ferita è davvero scottante perché il medesimo trattamento non è stato inflitto pure a Google, ed ecco per quale ragione i legali di Cupertino abbiano tirato in ballo Mountain View.
il legale di Apple Bruce Sewell avrebbe inviato all'FTC una nota in cui ricorda che anche l'avversaria ha avuto le sue rogne con gli Acquisti In-App:
"Credevo che questo articolo potesse interessarvi, in particolar modo se non lo avete ancora visto," ha scritto all'indirizzo della Presidenza dell'FTC il general counsel di Apple Bruce Sewell [...], segnalando un articolo in cui l'app store di Google veniva criticato per lo stesso problema degli acquisti non autorizzati. La mail, rimasta privata finora, è stata ottenuta da Politico.com attraverso una richiesta avanzata col Freedom of Information Act.