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Apple: iWatch presto realtà?

Creato il 11 febbraio 2013 da Webnewsman @lenews1
Apple e l'iWatch intelligenteApple e l'iWatch intelligente

Apple vorrebbe dunque aggiungere un'altra freccia al proprio arco? Dopo l'iPod, l'iPhone e l'iPad, la Mela sembra si stia preparando al lancio di un iWatch...e i rumors si stanno già rincorrendo. Il concetto di "orologio intelligente" non è una novità. Produttori come LG lo hanno già sperimentato con modelli che consentono, ad esempio, di effettuare e ricevere chiamate. Ma Apple, ovviamente, sembra intenzionata a spingersi oltre. L’azienda di Cupertino starebbe infatti pensando ad un dispositivo multitasking capace di combinare le funzioni di computer portatile, radio, televisione e GPS, integrando il sistema di riconoscimento vocale Siri (e, forse, anche un sistema di pagamento). Il tutto tramite iOS.

Dal punto di vista del design, questo orologio sarebbe dotato di un vetro curvato e flessibile... ideale per essere stretto intorno a un polso ... (una sfida meccanica notevole!). Secondo il Wall Street Journal, un team di ingegneri di Apple starebbe lavorando attivamente a questo progetto, mentre l'azienda avrebbe già avviato discussioni con i subappaltatori, come Foxconn, per lo sviluppo.

Apple, ovviamente non ha commentato la notizia. Ma le voci si fanno insistenti e questa volta, potrebbero trovare una reae conferma! Dall’iPod nei primi anni 2000, agli smartphone nel 2007 sino al più recente iPad, la parola d’ordine della Mela (o meglio, la filosofia della società) è sempre stata “rivoluzione": questo concetto rappresenta l'identità e la forza della società e del suo visionario fondatore, Steve Jobs. Con il suo slogan "pensare diversamente", Apple è diventato un punto di riferimento del mondo digitale e dell’informatica, due settori chiave per il marchio in cui è ormai difficile innovare. Se dunue la "TV" aspetta che la sua rivoluzione si compia definitivamente, quella degli orologi intelligenti sembra particolarmente interessare Apple (del resto ne stanno parlando il New York Times e il Wall Street Journal, due fonti ritenute autorevoli e che ci permettono di pensare che non si tratti solo una diceria).


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