Dal 24 agosto, giorno in cui Steve Jobs ha annunciato il suo abbandono dal ruolo operativo di Ceo, a venerdi 16 settembre il titolo Apple è salito del 7,2 per cento. Un dato che gli analisti hanno etichettato come “impressive”, proprio perché coincidente con l’addio del capo carismatico della compagnia di Cupertino. Ma Apple non si è accontentata di questo risultato. Ieri le azioni della Mela hanno superato quota 411 dollari segnando il nuovo record assoluto in un giorno che si è chiuso ancora in forte ribasso per Wall Street e molte delle principali Borse europee.
E l’effetto diretto di questa ulteriore ascesa del titolo è ancora più d’impatto se si guarda al market cap di Apple, andato oltre i 380 miliardi di dollari e di gran lunga superiore rispetto a quello della compagnia petrolifera Exxon, che per effetto di un calo del 2,53% del titolo è sceso a 353 miliardi di dollari.
Che cosa ha spinto a vette solo qualche anno fa inimmaginabili le azioni di Cupertino, la cui crescita inarrestabile sta condizionando (positivamente) l’andamento complessivo del Nasdaq, il listino che accoglie i titoli tecnologici? La domanda pare avere più risposte, a cominciare dalla stabilità di governance assicurata dal nuovo Ceo Tim Cook per finire con le voci che vedono l’azienda californiana sempre più decisa a conquistare il mercato cinese (di qualche settimana fa l’apertura del primo negozio Apple a Hong Kong) e i dati che confermano l’iPad saldamente al comando nella classifica di vendita dei tablet (la tavoletta della Mela cattura circa il 70% della domanda).
Se la comunità finanziaria dimostra quindi di apprezzare il nuovo corso, l’opera di Jobs in questi ultimi dodici mesi ha regalato ad Apple un altro importante risultato, e cioè il secondo posto conquistato nella classifica “Brand Value” stilata da Brand Finance e relativa alle sole aziende americane (nella top 100 globale BrandZ di Millward Brown la società della Mela è invece salita al primo posto con un valore di 153 miliardi di dollari).
Il valore del marchio della Mela è cresciuto del 33% da inizio 2011 e, toccando quota 39,3 miliardi di dollari, ha superato quello di colossi come Microsoft (che ha perso il 9%), Ibm e Wal-Mart. Davanti ad Apple si è piazzata solo Google, con una valutazione del brand di 48,3 miliardi di dollari, mentre viaggiano nelle retrovie le varie Hewlett Packard (all’undicesimo posto con circa 25 miliardi di dollari), Intel (al quattordicesimo con 23,5 miliardi)e Oracle (solo ventinovesima con poco più di 12 miliardi di dollari).