Mentre incassa la terza sentenza positiva davanti all’ITC, Cupertino contesta in Europa a Motorola l’abuso di brevetti legati a standard. Ormai è tutta una questione di carte bollate.
La battaglia brevettuale sugli smartphone segna un nuovo punto per Apple, stavolta negli Stati Uniti e nei confronti di HTC: secondo l’International Trade Commission Cupertino non violerebbe alcuni brevetti della taiwanese.
La nuova decisione della commissione federale non fa altro che confermare quella presa in via preliminare sul caso e che diventa così definitiva: Apple non viola i brevetti HTC nella produzione dei dispositivi iOS.
Lo scontro legale tra le due era stato avviato da Cupertino che a marzo 2010 aveva depositato una denuncia per violazione brevettuale davanti ai tribunali a stelle e strisce e presso l’ITC: a questa azione sono seguite altre denunce e controdenunce da parte di HTC, come da copione di battaglia brevettuale moderna.
Oltre al caso in questione, infatti, ITC ha dato ragione ad Apple in altre due occasioni: nel caso in cui oggetto del contendere erano i brevetti appena acquistati da HTC da S3 Graphics e in quello che la vedeva nella parte dell’accusa puntare il dito contro HTC, condannata nell’occasione a modificare una funzione nei propri smartphone ritenuta in violazione dei brevetti di Cupertino e relativa alla possibilità di chiamare nomi e numeri di telefono scritti in un messaggio o un’email.
Della nuova sentenza, naturalmente, HTC si è detta “delusa”, ma per ulteriori commenti ha rinviato a dopo l’uscita delle motivazioni, dalle quali partirà per valutare la possibilità di un’eventuale appello.
Nel frattempo Apple non ferma la sua macchina legale: secondo quanto si legge in alcuni documenti depositati da Motorola presso l’organo statunitense che vigila sulle aziende quotate in borsa, Security and Exchange Commission (SEC), Cupertino ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire nella vicenda che vede le due contrapposte, con Motorola dal lato dell’accusa a contestare brevetti legati a standard tecnologici.
Quella della gestione dei brevetti legati a standard e quindi da concedere con termini FRAND (Fair, Reasonable And Non-Discriminatory) è, d’altronde, diventato un cavallo di battaglia di Apple che in Europa lo sta utilizzando come grimaldello per scardinare le accuse di Motorola e Samsung, quest’ultima già alle prese con un’indagine europea.
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