Le autorità europee stanno ora controllando tutti i principali trattati di Apple con alcuni operatori negli ultimi mesi che vendono l’iPhone in Europa per confermare alcune presunte violazioni delle regole antitrust. Questo quanto riportato dal New York Times citando alcune fonti, secondo le quali alcuni operatori avrebbero accusato la società in termini di concorrenza per i contratti di Apple ma nessuno avrebbe presentato all’Europa una protesta formale, in assenza della quale la Commissione Europea non è obbligata ad agire.
Secondo indiscrezioni, i termini imposti da Apple in Europa sono particolarmente “stretti”: i contratti di Apple cambiano da operatore a operatore per l’iPhone. Apple infatti determina quote di vendita per gli operatori da raggiungere in un periodo solitamente di tre anni. Se la quota non viene raggiunta, Apple non consente più di vendere l’iPhone e l’operatore è obbligato a pagare ad Apple i dispositivi non venduti.
Le ipotesi attualmente al vaglio, parlano di una possibile politica da parte di Apple che punti a vincoli contrattuali particolarmente restrittivi verso i carrier telefonici con minore peso,volti a realizzare una via maestra nella distribuzione, ai danni di altre aziende di telefonia, un’indagine che come si è precedentemente detto è partita in maniera ufficiosa in Francia, ma che potrebbe coinvolgere anche altri stati nell’immediato futuro. Secondo le voci circolanti, Apple pone di norma condizioni piuttosto severe sui volumi di vendita minimi, che qualora non vengano rispettate, portano il vettore a pagare penali per le unità invendute. Da parte sua, un portavoce di Apple ha dichiarato che i contratti risultano pienamente conformi alle leggi locali e ovunque il colosso di Cupertino operi all’interno dell’Unione europea.
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