Il 2011 è stato l’anno di grandi consensi per gli aggregatori sociali, con Flipboard a dare il la ad un nuovo segmento nel quale nel tempo si sono aggiunti Yahoo Livestand, Editions di AOL e Zite, recentemente acquisito dalla CNN per circa 25 milioni di dollari, a testimonianza della rilevanza che viene attribuita a questa modalità di distribuzione delle informazioni, e l’ultima proposta, in ordine temporale, da parte di Google con Currents.
C’è chi sostiene che l’aggregazione faccia parte del DNA del giornalismo e, come si suol dire, venga da lontano. Dall’altra parte a più riprese si sono levate voci contro i pericoli dell’aggregazione e dell’eccesso di personalizzazione che finirebbero per costruire un mondo chiuso, una bolla come sostiene Eli Pariser.
Si tratta di un problema, di un potenziale pericolo, che il neo nato Uberpaper si propone di risolvere.
A cavallo tra Flipboard e Pinterest, l’aggregatore nato la settimana scorsa, ad esclusione dell’opzione “piace” o “non piace” affianco a ciascun articolo segnalato, non si avvale di alcun elemento sociale. Secondo quanto dichiarato dai creatori, l’idea è quella di ricreare l’esperienza originale del giornale, dove, inevitabilmente, sfogliando il quotidiano, “si scoprono” le notizie.
Uberpaper, è disponibile in 10 lingue diverse, si compone di 8 sezioni che a loro volta contengono delle sotto sezioni. E’ possibile inoltre selezionare la visualizzazione delle notizie sulla base di 4 criteri distinti: articoli più popolari, più nuovi, più controversi e più freschi; è probabilmente questo un’altro dei punti di forza, di distinzione dell’aggregatore.
Anche se è particolarmente centrato sugli States, esiste una sezione dedicata all’Europa e alcune sottosezioni, quale ad esempio quella dedicata ai social media, sono trasversali, transnazionali, rendendo il prodotto interessante al di là della localizzazione.
Quello che appare di maggior interesse è l’idea di andare controcorrente, di essere appositamente impersonale, per ridare al lettore il piacere della scoperta. Concetto che potrebbe fare breccia in una fascia d’utenti evoluti preoccupati per la privacy o per gli effetti della bolla in cui si tende ad essere avvolti. Personalmente l’ho messo immediatamente nei preferiti.