Appropriàre
Dal latino tardo appropriare, derivato di proprius ‘proprio’.
Anche, antico e popolare, appropiàre.
Verbo transitivo [io appròprio ecc.].
1. Fare proprio; attribuirsi in proprietà (sempre con la particella pronominale): appropriarsi un bene, un titolo.
(antico) Dare in proprietà: appropriare qualcosa a qualcuno.
2. Rendere adatto, conveniente: appropriare l’abito alle circostanze.
3. (antico) Ritrarre.
(antico) Rassomigliare.
Appropriàrsi
Verbo intransitivo pronominale.
1. Impadronirsi: appropriarsi di una cosa altrui
2. (non comune) Essere conveniente, adatto: questo comportamento non ti si appropria.
Una (parola) giapponese a Roma
Kenarè [kena're]
Voce persiana, propriamente ‘orlo, lato’.
Anche kenareh.
Sostantivo maschile invariabile.
(arredamento) Formato classico del tappeto persiano la cui larghezza varia dagli 80 ai 110 cm e la lungheza dai 3 ai 7 m, usato oggi specialmente come passatoia per corridoi o per stanze lunghe e strette.
Un amico ci chiede: appropriarsi il o appropriarsi del?
Tutt’e due: il verbo appropriare esiste nella forma transitiva e intransitiva.
Span translation – Traduzione a spanne
Ci scrive Francesca Ortenzio.
— Per le span translation ci sono anche le date e il metodo terrificante degli anglofoni di scriverle al contrario. La data che nei polizieschi si sente di più è "nine eleven", ovviamente l’undici settembre, che però a volte (ad esempio in un paio di episodi di NCIS) viene tradotto come nove novembre, data simpatica in italiano, ma che non richiama eventi drammatici… —


