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Approvato alla camera il cognome materno-paterno-entrambi

Da Chiara Lorenzetti

E’ di oggi la notizia dell’approvazione alla camera della libera assegnazione del cognome al proprio figlio, sia del padre, che della madre o di entrambi.

“E’ un altro passo in avanti verso la parità dei sessi e la piena responsabilità genitoriale”. Donatella Ferranti commenta così il via libera della Camera al testo sul doppio cognome: “L’obbligo del cognome paterno- aggiunge la presidente della Commissione Giustizia- è simbolo di un retaggio patriarcale fuori del tempo e assurdamente discriminatorio, come tale severamente censurato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. ( da Huffingtonpost

Sarà.
Ma se io penso secondo natura, so bene che un figlio si genera ( ripeto SECONDO NATURA) dall’accoppiamento di un uomo e una donna. E dopo il concepimento, essi diventano padre e madre.
So che vado controcorrente, ma sempre secondo natura, e con questo intendo per corporatura, attitudini, sensibilità, l’uomo, il padre, rappresenta il lato forte, quello delle regole, dell’impegno. La donna, la madre, per empatia, sensibilità, attitudini, rappresenta la mediazione, la vitalità, il senso del proseguire.
Un figlio ha bisogno di entrambe le situazioni per crescere.

Sappiamo bene che così non è più, i ruoli mescolati, confusi. La voglia esasperata di avere figli anche quando la natura non lo concede, fa si che si stiano creando figli di facciata ma non biologici ( e non sarebbe meglio adottarne uno tra quelli, tantissimi, che abitano gli orfanotrofi, invece che egoisticamente pretendere fecondazioni artificiali spesso fallimentari e dispendiose? ). La spinta frenetica di possedere un figlio nelle coppie omosessuali, fa si che si stia perdendo la configurazione naturale di padre e madre, con conseguenti cambiamenti radicali ( e nessuno può dire cosa produrranno, lo sapranno le nuove generazioni).
Sappiamo bene che le continue separazioni nei fallimenti dei matrimoni, le conseguenti nuove famiglie, stanno generando nuove relazioni, che legalmente creano veri pandemoni.

C’è confusione.
Nessuna certezza.
Nessuno guarda davvero ai bambini, ai loro desideri, ma alle priorità dell’adulto, al volere un figlio a tutti i costi, come se possedere un figlio fosse uno status simbol da esporre con soddisfazione.

Il figlio è un pacchetto.
Ora non saprà neppure più chi è il padre, chi la madre. Lui non conta, conta il cognome che nella lotta dei sessi significa: “Io valgo più di te, perché mio figlio ha il tuo cognome e non il tuo”.

E il padre, uomo sempre più messo da parte nel ruolo genitoriale, annullato nel caso di separazioni, usato come mero seme per il concepimento, a pagamento, ora perderà anche il suo diritto di padre. Perdendo il ruolo e cadendo in confusione.
Non giustifico gli uomini violenti, anzi.
Ma la natura, si sa, a distorcela, c’è solo da perderci.

Chiara 


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