Ed ecco un’altra intervista sulla musica indie/rock o indipendente, se preferite… Questa volta abbiamo avuto modo di fare due chiacchiere con Yandro Estrada, Camera237. Yandro non è il leader del gruppo, bensì il batterista, ma allo stesso tempo si fa portavoce di un certo pensiero delle band indie, specie quelle che gravitano attorno alla scena calabrese. I Camera237 hanno una lunga storia alle spalle, un’esperienza che supera il decennio; oggi sono l’espressione del meglio del parterre cosentino, tra i migliori teatri delle musica indie made in Calabria; anzi possiamo dire la più attiva e la più viva, rispetto alle consorelle Catanzaro e Reggio Calabria, che però ha prodotto talenti rari come il già citato Adriano Modica o John Merrick, e ultimamente anche i Fjelds. Yandro ci ha esposto la sua opinione in fatto di auto produzione, ma soprattutto ci ha reso più chiaro il concetto di modello sperimentale applicato in una terra, che a volte sembra mancare di tutto, pur avendo dalla sua parte infinite risorse umane e naturali.
1) Parliamo della musica indie in Calabria, come si prospetta la situazione attualmente?
(Yandro) Parlare di “musica indie” attualmente è parecchio complesso. Come ogni stile musicale underground, che ad un certo punto riesce ad esplodere in campo “mainstream”, tende a perdere la propria identità; quindi credo che tu voglia intendere in ogni caso “musica indie-pendente in Calabria”. A tale proposito ci sono gruppi, eventi e club… l’unico problema è che non noto un cambio generazionale forte. C’è qualche piccola nuova realtà, sia come club che come proposta musicale, ma veramente è una cosa molto sporadica.
2)E per quanto riguarda le autoproduzioni, come funziona?
(Yandro) Beh … il nostro prima album Vectorial Maze uscito nell’aprile del 2005 è stato totalmente autoprodotto. Altri gruppi calabresi hanno tentato questa strada; lo si fa più che altro per necessità, perchè non c’è una realtà (magari locale) che investe sul tuo progetto,quindi sei costretto ad auto produrti. In realtà il meccanismo dovrebbe essere inverso. L’auto-produzione dovrebbe essere un punto di arrivo; quando una band ha la capacità di riuscire a gestire tutte le sue attività discografiche tende ad auto prodursi anche perché economicamente c’è un beneficio in più. Invece questa scelta la si fa nella maggior parte delle volte per esigenza.
3) Per quanto concerne l’area cosentina (o calabrese in generale), quali sono difficoltà maggiori per una band che voglia fare underground?
(Yandro) Nessuno ha voglia di rimanere un fenomeno di “nicchia”. È semplicemente che la cultura italiana, musicalmente è molto povera. A fare un determinato tipo di musica si finisce per rimanere una band di nicchia, anche se obiettivamente non si propone una musica eccessivamente ostica o sperimentale. In generale le difficoltà sono quelle di essere molto lontani dai centri musicali che contano, e non avere un appoggio concreto sul territorio che valorizzi realtà musicali.
4) Parliamo dell’attività dei Camera 237; come è strutturata ? Come siete nati e perché avete scelto il genere rock? E cosa vi spinge a restare confinati nell’indipendente ? Dietro, ci sono scelte ideologiche o è solo una scelta artistica?
(Yandro) Camera237 nasce nel 2003 come progetto parallelo alle band che avevamo messo su all’epoca. In poco tempo il progetto è diventato la nostra attività principale, nato con l’idea proporre delle suite strumentali dal sapore post-rock. Niente ci spinge a rimenare confinati nell’underground; è semplicemente che siamo costretti per lo stesso discorso esplicato prima sulla povertà della cultura musicale tipica nel nostro Paese.
5) Quale è l’etichetta che vi sostiene ? Siete legati al Partyzan? In che misura?
(Yandro) Il nostro ultimo lavoro discografico Ispiration Is Not Here,uscito nel febbraio del 2009, è stato pubblicato dalla nostra attuale etichetta discografica: Foolica Rec. Si tratta di un etichetta piuttosto giovane (pensate che il nostro album ha rappresentato la prima uscita discografica) piena di entusiasmo e formata da ragazzi splendidi. Con il Partyzan, invece, siamo cresciuti assieme, abbiamo sempre collaborato e ci siamo sostenuti a vicenda fin dall’inizio della nostra avventura. C’è un rapporto molto stretto.
6) Secondo te, fare musica indie è anche una forma di controinformazione?(Yandro) Assolutamente no.
7) Perché la Calabria non ha un festival di musica indie, che raccolga tutti i suoi migliori talenti e inviti gli altri gruppi del Sud a cimentarsi in un confronto? Non sarebbe auspicabile per diffondere la cultura underground e la visione di un genere musicale di qualità ? O questo, secondo te, significherebbe chiudersi nei confini campanilistici e rinunciare allo scambio col mondo underground sparso in giro per l’Italia ?
(Yandro) No..non credo che fare un festival aperto al pubblico possa essere una forma di chiusura..anzi… A Cosenza, il Partyzan, ma anche Radio Ciroma hanno fatto festival coinvolgendo le realtà locali. Io credo che bisognerebbe fare un festival dall’eco almeno nazionale, dove magari i gruppi nostrani vengono accostati a dei gruppi di caratura internazionale. Magari coinvolgendo tutta la Calabria, ma anche gente di altre regioni. Purtroppo non c’è una situazione del genere…
8) Come siete accolti nell’Italia del Nord e all’estero?
(Yandro) Quando le situazioni sono organizzate piuttosto bene, non sussiste nessun problema, ma anche se al nord c’è sempre un po’ di diffidenza ad andare ad ascoltare band che non si conoscono. All’estero purtroppo ancora, non abbiamo alcuna esperienza, ma è una nostra prerogativa futura.
9) Alla fine, essere “indipendenti nel Sud Italia”, cosa significa realmente ?
(Yandro) Significa sbattersi molto, fare il doppio della fatica dei colleghi del nord, doversi adattare ad alcune situazioni pur di suonare. Insomma, non è facile…
10) Cosa c’è nel futuro della musica indie rock?
(Yandro) Considerando ormai la musica indie rock un fenomeno “mainstream”, non ci vedo molto. In realtà in giro ci sono un po’ di band molto interessanti, che credo stiano dando una direzione alla musica underground… o almeno ci provano. Diciamo che la miscela di vari stili musicali ormai è imprescindibile, quindi vedo sempre di più una contaminazione totale degli stili.