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Appuntamento con uno sconosciuto

Da Curtim
Appuntamento con uno sconosciutoAssuefatti ormai alla routine quotidiana stentiamo a credere che in poche ore la nostra vita possa definitivamente cambiare. Che la nostra visione del mondo possa cambiare così tanto da rileggere con occhi diversissimi non solo la nostra storia personale, ma anche la storia del genere umano e di questo pianeta. Occupare da un momento all'altro un posto diverso dal resto degli abitanti di questo pianeta, così passivamente invischiati nella materialità. Con la responsabilità di far parte di una struttura inimmaginabile, antichissima, in cui il tuo ruolo potrebbe risultare fondamentale per il genere umano oppure rigettato in un attimo, perdendo per sempre la tua identità nell'impetuoso vento universale.La settimana scorsa ho spedito un po' di materiale ad un misterioso indiano, in cui tratteggiavo sommariamente l'obiettivo delle mie ricerche, ed allegando del materiale in cui si indicavano le qualità energetiche dei giorni della settimana in corso. Le poche parole dell'indiano, la sua identità nascosta, il suo non firmarsi mi hanno da subito incuriosito ed affascinato. Inoltre, quell'accenno alla "legge di compensazione", che solo un paio di mesi prima avevo ipotizzato con il mio Maestro, mi ha definitivamente catturato. Ho risposto di getto, non pensando a chi avevo dall'altra parte, quindi senza minimamente immaginare con chi avevo a che fare.Il misterioso indiano mi risponde dopo un paio di giorni. Una mail di due righe, dove mi informa che nel giro di poco sarei stato contattato da una persona "vicina a me" (close to you) che mi avrebbe fatto una offerta. Mi saluta e si congeda senza altre formalità. La mail viene ricevuta in un momento in cui ero preso da altre urgenti attività: la leggo con attenzione ma trascinato dagli eventi di quel giorno non la assimilo prontamente.
La sera stessa ricevo dunque un'altra mail da parte di un altro sconosciuto. Stavolta chi scrive è un italiano. Mi dice che ha ricevuto informazioni riguardo al mio lavoro sulle energie e che vorrebbe conoscermi, includendo dettagli molto precisi sul luogo e l'ora in cui ci saremmo dovuti incontrare. Lo avrei riconosciuto perchè avrebbe portato con sè l'immagine di un albero. Sposto i miei impegni, prendo un giorno di ferie, e solo a quel punto inizio a riflettere su quello che mi sta accadendo. Ma chi sono questi? Perchè sono così misteriosi, perchè non si firmano con i loro nomi, perchè non offrono nessuna credenziale? Perchè hanno parlato di una offerta? Cosa vogliono, che compri qualcosa? E sempre poi quella domanda di fondo: ma a chi possono interessare i miei studi, le mie supposizioni, le mie ipotesi? Non esiste ancora alcuna conferma, ho iniziato da poco a testarne i risultati: potrebbe essere benissimo autosuggestione. Inoltre, i pochi riscontri che ho ricevuto dalla vita degli altri non presentano alcun valore statistico. Cosa di tutto questo ha contribuito a generare questo fermento?La notte prima dell'incontro non dormo, preso come sono da questi pensieri. Il sonno è agitato da incubi che non ricordo. L'atmosfera familiare, solitamente tranquilla, è agitata da qualche inafferabile demone che ispira tensione e preoccupazione. Io cerco di far finta di nulla, anche se una palpabile preoccupazione si legge nel viso di mia moglie. Le ho raccontato tutto. Anche lei è curiosa di sapere cosa succederà, ma una inquietudine sottile vela la nostra conversazione. L'appuntamento è comunque in un luogo pubblico, una stazione dei treni. Dubito che possa succedermi qualcosa di male; parto comunque con il proposito di girare i tacchi alla prima brutta sensazione.Arrivo finalmente all'appuntamento. Trovo una persona di mezza età con in mano una grande fotografia di un albero. E' di media corporatura, vestito in modo del tutto normale, con un sorriso sereno sul volto. Dice di chiamarsi Mario. I modi sono gentili. La voce, calma, non possiede alcuna inflessione dialettale. Non ha nulla di particolare, si potrebbe dire una persona qualunque, educata e di buone maniere. Mi chiede se voglio accompagnarlo. Nel tragitto mi chiede chi sono, cosa faccio nella vita. Entriamo in un bar lì vicino: una rapida occhiata al barista mi fa capire che si conoscono, e che per qualche tempo nessuno ci disturberà. Scendiamo infatti per una scalinata di servizio, e ci sistemiamo su un balcone, adibito a magazzino, ricoperto da una fiorita vegetazione. L'aria è mite. Abbiamo due sedie ed un tavolo. Ci sistemiamo uno di fronte all'altro. E noto solo ora una cosa che mi aveva colpito fin dall'inizio: i suoi occhi. Anche se i modi sono dimessi ed i gesti ampi e regolari, gli occhi di Mario sono come ansiosi di scoprire, indagano in profondità, sono estremamente mobili, ma nello stesso tempo carichi di una profonda saggezza. Sembra che la vita scorra scontata davanti a lui, mentre cerca invece nei dettagli qualche cosa che possa incuriosirlo."Immagino la tua perplessità vista la segretezza con cui l'Elemento indiano ed io ti abbiamo contattato. Sappi che è mio compito rispondere a tutte le tue domande, anche se l'ordine ed il modo con cui comprenderai le risposte dipenderà esclusivamente da me". Comprenderai le risposte?"Non ti dirò assolutamente nulla di me: quello che faccio nella vita non ti interessa. Sarà per te impossibile risalire a qualunque dettaglio della mia esistenza pubblica. Questo naturalmente non vale per il mio ruolo nell'Organismo. Di quello sarai informato, e conoscerai esattamente tutto quello che desidererai, perchè non ci sarà alcun segreto tra gli Elementi che concorrono al medesimo fine nell'Organismo." Dice l'ultima frase alzando leggermente gli occhi al cielo, come se recitasse una qualche Scrittura. Calca l'attenzione sulla parola Organismo: cosa è?"Io ti istruirò a distanza, utilizzando svariate forme di comunicazione. Sei ancora molto agli inizi, non immagini ancora gli strumenti con cui gli Elementi comunicano fra di loro. All'inizio ti istruirò con mezzi tradizionali, come la mail che ti ho spedito per conoscerci. Ma in futuro useremo altri metodi, molto più immediati. Non saranno codici, telefonate, corrispondenza, o qualche altra diavoleria di comunicazione, tra di noi non funziona così. Non si tratta nemmeno di telepatia. Per comunicare solitamente utilizziamo direttamente la realtà, modificando a nostro piacimento il microscopico caos che popola le nostre vite, ed intervenendo per far sì che in qualunque situazione arrivi alla mente una data informazione, per analogia. Lo so, non hai capito nulla, ma non è un problema. Posso solo aggiungere che, anche se astruso, questa antica forma di comunicazione ha i suoi motivi di resistere anche ai giorni d'oggi, soprattutto perchè permette al Piano di svilupparsi senza gli intoppi dovuti alle nostre individualità." Microscopico caos? Piano? Ma di cosa parla? La mia attenzione è fortissima, mille domande si affollano, ma riesco a mantenere un grande silenzio. Sembra che la cosa piaccia al mio interlocutore. "Bene. Il nostro incontro è terminato. Possiamo andare ognuno per la sua strada. In questo caso, tuttavia, non è opportuno dirci arrivederci, perchè questa è la prima ed ultima volta che ci vedremo in vita nostra. Posso solo augurarti in bocca al lupo, e benvenuto."Non mi aspettavo un commiato. Ribatto sconcertato: "Ma come, ci lasciamo così? Io non ho capito nulla di quello che mi hai detto. Cosa sono l'Organismo e il Piano? Qualche forma di organizzazione segreta? Mario, devi dirmi qualcosa, non puoi lasciarmi così!"Mario interrompe le mie lamentele con voce ferma: "Ti ho già detto che risponderò ad ogni tua domanda, ma che lo farò come meglio credo, sfruttando tutti i mezzi che riterrò opportuni. Piuttosto, continua con i tuoi studi: da quello che ho visto sei ancora molto indietro, e non ti sei ancora accorto di cose evidenti anche ad un bambino. In quanto al fatto di accettare o meno la mia proposta, nessuno ti obbliga ad aderire all'Organismo. Anche perchè io cercherò di comunicare con te, ma se tu non vorrai fare altrettanto sarà per me impossibile trasmetterti alcunchè. Non ci troverai facendo una ricerca su Internet."Le sue ultime parole mi hanno colpito. Si riferiva al fallimento con cui ho cercato di rintracciare il Dr. Ghosh? D'un tratto mi sento come un bambino che chiede cose che non sono all'altezza delle sue capacità. Non ho più alcuna forza di controbbattere, e in quel momento ritengo assolutamente ragionevole alzarmi e tornare verso casa. Anche se ora mi mordo le mani, perchè brucio dalla curiosità di sapere ancora di più da quel misterioso e ben informato individuo. Percorriamo la strada verso la stazione in silenzio. Al momento di congedarci, Mario, con un repentino cambio di umore, guardandomi dolcemente negli occhi e con un mezzo sorriso che non riesco a decifrare, pronuncia questa frase : "Ci sono al mondo delle forze che opporranno resistenza a che tu possa conseguire i tuoi obiettivi. E' naturale e giusto che esse esistano. Sappi che sapranno essere molto, molto persuasive. Cerca dentro di te quale è la verità più giusta per te."Io registro la frase come ipnotizzato. Salgo sul treno senza girarmi. Cerco un posto dove sedermi. Il treno parte lentamente, ma non cerco Mario dal finestrino. Ricordo solo che la mia mente era vuota: ha registrato tutto, ma senza alcuna capacità critica attiva. L'effetto termina pochi minuti dopo la partenza. Mi sento come svegliare, e d'un tratto si riattivano tutte le funzioni, come se qualcuno mi avesse levato un cappuccio che mi impediva di ragionare. E lentamente osservo la mia mente riempirsi di inspiegabili fatti.
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