Appuntamento
su Ponte Vecchio
di Iannozzi Giuseppe
L’ho attesa. Lei non è venuta.
Non ho mai creduto sul serio che ci sarebbe stata all’appuntamento, ciò non ostante mi sono appostato su Ponte Vecchio.
Firenze è una città che amo. Che odio. Però guardare l’Arno che scorre mi reca sempre una certa serenità. Se si è fortunati si possono scorgere a pelo dell’acqua anche uno o due gabbiani. Non capita spesso, come ho detto bisogna avere una fortuna del diavolo.
Lei non è venuta.
Le avevo dato appuntamento per chiarirci. Ha preferito di no, anche se al telefono mi aveva assicurato che mi avrebbe preso a schiaffi.
Su l’Arno il sole fece capolino segnandolo con lunghe dita di rossore uno spettacolo che avrebbe commosso il Sommo Poeta.
Gabriella l’avevo conosciuta negli anni Novanta. Era bella e me ne invaghii subìto.
Lei fumava una sigaretta, di quelle sottili, mentre centellinava un caffè accomodata a un tavolino del Bar Negroni. Non potei far a meno di notarla. Ero giovane allora e sfacciato, così non esitai ad accomodarmi proprio davanti a lei, chiamando a gran voce il cameriere perché mi servisse un buon rhum. Anche lei mi notò. Sapeva chi ero, ma non voleva darmi la soddisfazione d’avermi riconosciuto. A quel tempo avevo pubblicato un libro che aveva riscosso un certo successo sollevando scandalo negli ambienti letterari, scandalo che mi procurò visibilità in televisione oltreché sulla stampa. Il mio volto era più conosciuto della copertina del mio romanzo purtroppo. Non erano pochi quelli che in strada mi fermavano, più per curiosità che per altro. In ogni caso il libro vendette bene e la critica non fu con me avara, anche se devo ammettere che fu forse un po’ troppo di manica larga. Sia come sia, il primo romanzo pubblicato mi assicurò l’attenzione di stampa e pubblico. E delle donne soprattutto. Gabriella, lo capii dal suo sguardo, mirava a farsi scopare, era chiaro. Entrambi non eravamo dei romantici, per cui dopo aver centellinato il mio rhum, mi alzai, andai al suo tavolo e le chiesi senza mezzi termini se potevo accomodarmi. Gabriella mi fulminò con un’occhiata lasciva: “Potremmo lasciar da parte i convenevoli?”
Non ero preparato a questo.
“Io ho finito e anche tu. Dove preferisci farlo? A casa mia o in albergo da te?”
Finimmo a letto in meno d’un minuto e facemmo l’amore a lungo. Fu una delle più belle cavalcate della mia vita. Gabriella ci sapeva fare, una gran puttana dedita alla pura carnalità e a null’altro. Quando la conobbi era più vecchia di me di dieci anni. Me lo disse mentre veniva che adorava i maschi giovani e belli cazzuti. Per lei ero un toy boy, un ragazzotto da portare a letto per spremergli ben bene i coglioni. Come toy boy non la delusi. Venni dentro di lei per tre volte consecutive, e nelle ore che ci videro accoppiati al pari di animali non ci fu orifizio che non mi lasciò invadere col mio seme. Era una gran puttana, una donna da letto e non si offendeva a sentirselo dire; anzi pretendeva che mentre si scopava le dicessi che era una zoccola, una baldracca e una Traviata. Si eccitava.
La storia sarebbe finita qui, non fosse stato che io e Gabriella dopo la nostra fantastica scopata non avessimo deciso di frequentarci. Senza impegno però. Perlomeno così si era detto. Lei cercava un ragazzotto famoso da portarsi a letto, da mostrare alle amiche per farle schiattare d’invidia. Io cercavo una femmina che non mi chiedesse d’impegnarmi a livello affettivo; ero dunque ben disposto a recitar la parte del toy boy, una parte che peraltro servì anche a farmi paparazzare per finire poi su i giornali scandalistici. Di meglio non avrei potuto chiedere.
L’ho aspettata per ricevere la mia bella dose di schiaffi. Niente.
Sono passati non pochi anni dal nostro primo incontro e oggi sono piuttosto famoso, con i miei alti e bassi, come tutti gli scrittori d’una certa fama d’altro canto. Però la gente non fa più caso agli scrittori, siano essi famosi o no; oggi la gente s’incanta per le veline in topless su una remota spiaggia cubana, per i culi delle donnette in politica e per gli attori brizzolati di Hollywood. Lo scrittore, abbia esso fama di maledetto o meno, non fa notizia, non è buono per finire in bocca ai gossippari.
Non sono più giovanissimo, non come quando finii a letto con Gabriella, sono giusto un quarantenne: quello che voglio dire è che non posso più essere il toy boy di nessuna donna.
Stavo per allontanarmi una volta per tutte da Ponte Vecchio, quando afferrai una voce femminile fare il mio nome. Non era Gabriella, ma una bella ragazza, bionda come il sole di Firenze. Non avrà avuto più di venti anni. Un fiore. In un primo momento pensai che mi avesse riconosciuto per qualche foto sul giornale e che era suo desiderio fare quattro chiacchiere e magari chiedermi anche l’autografo. Non andò così.
La giovane sconosciuta mi disse, senza alcun preambolo, che avrebbe dovuto darmi degli schiaffi belli forti per conto di Gabriella ma che non lo avrebbe fatto perché quella era ‘fuori di testa’. Fu da lei che appresi che la mia vecchia amante era passata a miglior vita. Stefania mi spiegò che si era presa cura di lei negli ultimi anni della sua vita. Gabriella era morta subito dopo la nostra sfuriata telefonica: l’eccitazione era stata fatale per il suo malandato cuore. Ricostruì così gli avvenimenti grazie a Stefania, che non lesinò su i particolari.
Non rimasi addolorato per la scomparsa di Gabriella né provai rimorso: secondo quanto mi riferì Stefania le sue ultime volontà, prima di tirare le cuoia, furono contro di me invitando la sua infermiera personale nonché amatissima pupilla a darmi una bella ripassata di schiaffi. Non lo ha fatto, è invece venuta a letto con me. Mi ha cavalcato come un’indemoniata. Per un momento ho temuto che volesse farmi secco con il sesso.
Cesare Battisti. Il fascista rosso - Giorgio Napolitano: “Non è accettabile che crimini come quelli commessi da Cesare Battisti siano dimenticati o peggio ancora assolti in considerazione di una loro indefinita e inesistente natura politica”.
Oggi Cesare Battisti è uccel di bosco in Brasile. Perché? Chi lo ha aiutato? Tra i suoi sostenitori in Italia: Valerio Evangelisti, Wu Ming, Sandrone Dazieri, Erri De Luca, Tiziano Scarpa, Loredana Lipperini, Pino Cacucci, Guido Chiesa, Christian Raimo… Perché queste persone difendono il fascista rosso a spada tratta? Credono sul serio nella sua innocenza? Parrebbe di sì. Quali sono i loro interessi in questa vicenda? A questi e a molti altri interrogativi qui si cerca di dare una risposta.
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Il caso Marrazzo. Molte ombre e poca luce – Sono trascorsi due anni da quella notte brava (di via Gradioli) per l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. Oggi 15 agosto 2011 Marrazzo rilascia una intervista fiume a Concita De Gregorio, subìto pubblicata dal quotidiano La Repubblica. L’ex governatore del Lazio cerca di giustificarsi. Marrazzo ammette d’aver sbagliato e chiede scusa: “Sconto il mio errore come è giusto”. Ma, sinceramente, non è abbastanza: chiedere scusa è facile, troppo facile sia in qualità di ex governatore del Lazio sia da uomo pubblico.Acquista: http://www.lulu.com/product/ebook/il-caso-marrazzo-molte-ombre-e-poca-luce/16550762
A BREVE…IL PRIMO FILOSOFO – un romanzo completo di Iannozzi Giuseppe
1mo capitolo bonus
2ndo capitolo bonus
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