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Appunti di fine giornata | Polemiche, rigori, spettacolo

Creato il 06 ottobre 2014 da Tuttocalcio @cmercato24h

Sesta giornata di campionato all’insegna di eurogol in diverse partite e del nervosismo allo Juventus Stadium.

Una giornata ricca, anzi ricchissima di reti: nessuno 0-0 e ben 28 realizzazioni totali.

Tutto è cominciato con il match di ieri fra Verona e Cagliari.

L’Hellas Verona ha rilanciato Luca Toni. L’attaccante, capitano della squadra, è stato il più pericoloso per il Cagliari: all’inizio ha segnato un gol regolare ingiustamente annullato, poi ha colpito una traversa. Un po’ sfortunato Toni in questo match, che è comunque stato vinto dal Verona grazie ad un bellissimo gol di Tachtsidis, un tiro di prima intensione dai 22 metri che non ha lasciato scampo a Cragno.

Il secondo anticipo è stato fra Milan e Chievo.
I giocatori milanisti hanno fatto esplodere di gioia San Siro con una convincente vittoria per 2-0.
La partita è stata piuttosto equilibrata, ma la formazione di Inzaghi ha fatto molto più possesso palla (67%) e molti più tiri (circa il doppio) della formazione avversaria.
Il primo gol è stato segnato da Muntari, con una conclusione finita nel sette destro (palla che ha avuto un rimbalzo favorevole). Il raddoppio di Honda è stato bellissimo. Il giocatore giapponese, migliore in campo, sta diventando sempre più l’idolo dei tifosi milanisti. Discorso diverso per Torres che continua a provarci ma sembra avere una maledizione: non riesce a segnare.
Sul fronte Chievo da ricordare un rigore non dato a Maxi Lopez, e l’occasione del temporaneo pareggio mangiata con un contropiede sprecato.

Riscossa Genoa ai danni del Parma, che continua con la sua striscia negativa.
Primo gol in Serie A per Diego Perotti, che ha portato in vantaggio il Genoa. Il Parma ha pareggiato con un inusuale gol di petto ad opera di Coda, per poi subire nuovamente lo svantaggio con la realizzazione di Matri, che ha trovato la rete dopo aver sprecato varie occasioni.
Importante successo del Genoa che non tornava vittorioso da una trasferta da ben 8 mesi.

Sassuolo-Lazio è stato un match senza esclusione di colpi.
Entrambe le squadre si sono fatte vedere più volte nell’area di rigore avversaria, scottando le mani dei rispettivi portieri. Nonostante Marchetti e Consigli abbiano appunto fatto di tutto per non subire reti, non hanno potuto evitare di far passare il pallone, che schizzava come in un flipper, per un totale di 5 volte. La Lazio è passata in vantaggio prima al 9′ con Mauri, poi ha bissato con Djordjevic al 25′, a cui il Sassuolo ha risposto giusto un minuto dopo con Berardi (doppietta al 50′), e ha realizzato il terzo ed ultimo gol con Candreva al 35′.
Davvero un brutto momento per Eusebio Di Francesco: il Sassuolo non ha ancora vinto una partita ed è fermamente all’ultimo posto in classifica. Bisogna però spezzare una lancia in favore dei Neroverdi, che a parte la disfatta con l’Inter, non hanno giocato così male come la classifica potrebbe far pensare.

La Sampdoria di Mihajlovic è la vera rivelazione di questo campionato. Sinisa è riuscito a mettere insieme una squadra competitiva ed omogenea, che ha al suo interno diversi elementi che si integrano alla perfezione in qualsiasi reparto, veterani come Gastaldello e Palombo accanto a giovani talentuosi come Romagnoli e Gabbiadini (di quest’ultimo il gol decisivo di oggi, nella vittoria per 1-0 sull’Atalanta).

Altra sorpresa in positivo di questo campionato è l’Udinese di Stramaccioni, oggi frenata dal Cesena con un pareggio per 1-1.
Un risultato che non andrà certamente giù ai friulani, obiettivamente derubati dei 3 punti. Stramaccioni, benché non sia l’unico allenatore a potersi lamentare quest’oggi, ne avrebbe certamente motivo, dato che aveva guidato molto bene le sua formazione alla vetta della classifica, ed ora vede allontanarsi le teste di serie a causa di un’ingiustizia. Ma il tecnico dimostra grande sportività, non arrabbiandosi e affermando che può capitare a tutti di commettere un errore. Un motivo di lode in più per il ct dei bianconeri.
L’Udinese era passata in vantaggio al 62′ con Fernandes, mentre il Cesena ha pareggiato su rigore al 93‘.

Altra “condanna” per una delle squadre che già occupava le ultime posizioni della classifica: il Palermo perde 3-0 per mano dell’Empoli.
Empoli subito avanti al 4′ col tacco di Maccarone in tuffo, una prodezza che non capita di vedere tutti i giorni. Gran gol anche quello di Pucciarelli al 63′ (il terzo dell’Empoli).
Una vittoria importante per l’Empoli, la prima in questa stagione. L’Empoli ha trovato il suo punto di forza nelle palle inattive, come calci d’angolo e rimesse laterali nei pressi dell’area avversaria, trasformate spesso e volentieri in situazione insidiose, come accaduto per due realizzazioni di oggi.

La partita più attesa era quella fra le due teste di serie, Roma e Juventus, entrambe finora a punteggio pieno.
La partita è stata molto intensa, nel primo tempo si è giocato ad un ritmo quasi frenetico, e per tutta la sua durata, fino all’ultimo secondo di recupero, la tensione si tagliava con un coltello. Il gioco vivace a portato a scontrarsi anche gli ex compagni d’azzurro Pirlo e Totti: almeno fra loro c’è sempre stato assoluto fairy play, segno che i due si stimano molto. É per il resto il nervosismo è stato il vero protagonista del match, che per quanto bello, è stato oscurato dei ripetuti accenni alla rissa.
Il punto di forza romanista è il grande asse Gervinho-Iturbe, che oltre ad essere spettacolari sono sempre molto pericolosi. Molti gol sono nati dai loro scambi e dalle loro verticalizzazioni, come il vantaggio momentaneo firmato da Iturbe oggi. Nota negativa per la Roma è stato Pjanic, che si è letteralmente divorato il 3-2.
Nella Roma il migliore è stato Keita, un giocatore rinato, nella Juve Tevez, che non ha fatto una gara spettacolare, ma segnare con tranquillità due rigori in quello che è stato il match più teso non è una cosa da sottovalutare. Da ricordare anche capitan Totti, che anche quando non brilla non manca mai di dare il suo contributo.
La novità è stata la gran botta di Bonucci, un tiro di sorprendente qualità tecnica per un piede di un difensore centrale.
La gara è stata senz’altro condizionata dai troppi episodi, alcuni veramente molto dubbi, e dall’incertezza dell’arbitro, inopportuna in un match decisivo come questo ed avvertita fin dal principio dagli stessi giocatori. In ogni caso, che si considerino gli episodi in modo o nell’altro, il risultato più giusto sarebbe stato indiscutibilmente il pareggio.

Non si placa il momento difficile dell’Inter, che affonda sempre più perdendo 3-0 in casa della Fiorentina.
Ad aprire le danze è Babacar, con un sorprendente eurogol dai 20 metri nell’incrocio di sinistra.
Il secondo gol viola arriva al 19′: Cuadrado si smarca e si posiziona la palla sul destro al limite dell’area: tiro a giro sfiorando il palo interno. Sono proprio loro due i migliori in campo, Babacar è infatti uscito fra gli applausi: è un giovane attaccante con tanta qualità, ma non solo, è un calciatore che gioca per i compagni.
I giocatori viola hanno dimostrato un gran approccio alla gara, rimanendo sempre attenti e chiudendo bene (soprattutto il difensore Tomovic). L’Inter al contrario è stata troppo impacciata.
La squadra di Montella è riuscita a trovare differenti varianti di gioco, mentre l’Inter faticava a proporsi e a sviluppare l’offensiva. Buone alcune iniziative di D’Ambrosio e Dodo, gli unici in forma dei nerazzurri, così come un tiro di Icardi (l’unico per lui), ma sempre nulla di fatto per gli uomini di Mazzarri.
La Fiorentina doveva far fronte a diverse assenze, non molte di numero ma pesanti per la loro importanza, come quella di Gomez. Nonostante tutto appare comunque come un organico forte, capace di riorganizzarsi con qualunque formazione. I viola hanno infatti dimostrato che possono cambiare giocatori e formazioni ma rimanendo invariabilmente organizzati e compatti: qualità davvero invidiabile per qualunque squadra.
Mazzarri ha disperatamente cercato di far coraggio ai suoi, ma l’Inter pare un gruppo completamente perso. Il coach cerca di contrastare le critiche, anche se probabilmente non sa nemmeno lui cosa stia accadendo alla sua squadra.

A differenza dell’Inter il Napoli si sta risollevando dall’ultimo difficile periodo.
Il Torino ha cercato di fare la sua partita, e non ha giocato male, anzi, nei primi 30 minuti molto bene. Ma poi si è spaventato della reazione napoletana e ha iniziato a subire. Il Napoli ha creato molte più occasioni e per questo ha meritatamente vinto.
Prima di prendere i gol, il Torino era stato salvato da uno strepitoso Gillet.
Grande commozione per Insigne, in gol dopo un paio di occasioni sprecate. Una rete a dir poco liberatoria per il giovane attaccante che pare abbia messo in pratica alla lettera i consigli del mister Benitez: giocare con cervello e cuore.
Di cuore napoletano ne ha dimostrato anche Quagliarella, che dopo una realizzazione favolosa (stop ed incrocio con angolazione pazzesca), ha preferito non esultare ai danni dalla sua città natale.


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