A volte presi dalla frenesia della nostra quotidianetà, non ci accorgiamo (o non vogliamo accorgerci) di ciò che ci gira intorno; di quel microcosmo nascosto che vive e pulsa e che urla. Sono grida silenziose, talmente sommesse che assomigliano a preghiere, talmente assordanti che danno fastidio, talmente insistenti che fanno star male.
In un mondo che bada solo a se stesso, nessuno però si accorge che anche una farfalla soffre, che una crisalide prima della sua metamorfosi urla, per poi spegnersi su un fiore.
Scrivere allora non è più solo un resoconto di un qualcosa che è successo, succede o accadrà, non è più solo poesia…
Scrivere vuol dire anche ascoltare l’urlo di una farfalla.