
Percorrendo la SR6 Casilina, dopo aver attraversato il centro di Frosinone e superata Ferentino, si arriva ad Anagni.
Città tra le più grandi della Ciociaria, nota come la città dei Papi, per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX, e Bonifacio VIII) e per essere stata a lungo residenza e sede papale.
In particolare il nome di Anagni è legato alle vicende di Papa Bonifacio VIII° e all'episodio noto come lo schiaffo di Anagni.
Talvolta citato anche come oltraggio di Anagni - è un episodio occorso nella cittadina laziale il 7 settembre del 1303.
In realtà si trattò non tanto di uno schiaffo dato materialmente, quanto piuttosto di uno schiaffo morale, anche se la leggenda attribuisce a Guglielmo di Nogaret e a Sciarra Colonna (inviati del Re di Francia Filippo il bello) l'atto di un loro vero e proprio schiaffeggiamento del pontefice Bonifacio VIII°.
La città è molto antica.
Citata anche nella Eneide da Virgilio che la definì dives anagnie, ovvero la ricca anagni.
I primi insediamenti umani sul suo territorio risalgono addirittura a 700.000 anni fa, a tanto sono stati fatti risalire alcuni reperti litici, mentre a ca. 458.000 anni fa risalgono gli altri recenti resti umani di quello che sembrerebbe un vero homo erectus. Forse il più vecchio d'Europa.
Il centro storico della città, che parte dalla grande Porta Cerere (era una divinità materna della terra e dellafertilità, nume tutelare dei raccolti, ma anche dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni) e si sviluppa per qualche km. in salita lungo tutta Via Vittorio Emanuele, su su fino alla Cattedrale.

Circa a metà strada verso l'Acropoli, s'incontra il Palazzo Comunale, sede dell'attuale Municipio, importante quanto interessante esempio di architettura civile.
Risalente al XII° secolo, presenta un porticato con otto grandi archi di pietra che sorreggono materialmente la sala cd. della Ragione, sormontata sua volta da un interessato loggiato arricchito con bifore.

Il centro storico, risalente ad epoca medievale (che peraltro appare fatiscente e in stato di quasi totale abbandono, quando non scempiato da nuovi e recenti interventi) è fatto di antichi edifici un tempo eleganti ed austeri, di chiese romaniche, di campanili, di logge e di piazze dall'architettura sobria ed essenziale.
Siti di grande interesse (meritano ancora una visita attenta) sono il duecentesco palazzo di Bonifacio VIII, il Palazzo Civico, la Casa Barnekow (abitata dal bizzarro pittore svedese che l'aveva decorata interamente) e le numerose chiese, tra cui spicca la Cattedrale, con la splendida cripta i cui affreschi costituiscono uno dei più interessanti cicli pittorici del '200 italiano.
Salendo verso l'Acropoli è possibile scorgere una vera chicca: in basso a destra in un cortiletto privato protetto da una robusta cancellata, due o tre piani di blocchi calcarei anneriti ed erosi dal tempo e dalle precipitazioni (un cubo composito di ca. 3 metri di larghezza x 1,50 di altezza).
Quello che resta delle mura poligonali di cinta della città.
Sono rimasto scandalizzato dalla mancanza di qualsiasi tipo di segnalazione riguardante questo importante sito archeologico. (SIC!)
Che dire ancora di questa città?
Se non ripetere quello che - ahimè! - tranne rare eccezioni bisogna ripetere per buona parte dei paesi della provincia di Frosinone!
Questa terra ricca di vestigia archeologiche, architettoniche, storiche, religiose e paesaggistiche ha avuto e subito la sfortuna di imbattersi in una delle classi politiche ed amministrative più incapaci, incolte, ruffiane e disoneste d'Italia.
Certamente più primitive e rozze delle sue antiche popolazioni erniche e/o lepine.
Per tutta la prima repubblica è stata feudo quasi assoluto nonchè riserva elettorale del Divo Giulio, al quale peraltro si deve (forse) l'unica e ultima (alla fine degli anni '50) idea volta al suo sviluppo (perlomeno) industriale: la scelta di far attraversare, da nord a sud, il territorio della Ciociaria Felix dall'Autostrada del Sole.
Lungo l'arteria, di conseguenza, si sono installate nel corso degli anni '60 e '70 ca. 500 fra piccole, medie e grandi industrie, oggi tutte o quasi inesorabilmente in profonda crisi e a rischio di chiusura.
Dopo tangentopoli, che ha spazzato via i partiti tradiziolamente più forti sul territorio (DC-PLI-PRI-PSI-PSDI) si è insediata una nuova classe dirigente (o presenta tale) facente capo prima a Forza Italia poi al PDL, caratterizzata dal possesso di tutti gli antichi difetti della vecchia classe dirigente, ma senza i requisiti minimi culturali, di progettualità e di capacità per aggredire, affrontare e risolvere i problemi cronici, anzi storici di una terra, tra le più belle e ricche d'Italia, ma che stenta ancora a valorizzarsi e a svilupparsi adeguatamente.
Tuttavia la speranza non sembra aver abbandonato definitivamente queste colline, questi antichi borghi, le sue pietre, i suoi ricchi reperti.
Guai! Se dovesse avvenire.....
SMR