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Della mostra personale di Thomas Berra alla Room Gallery di Milano, vi avevo già dato notizia in un post precedente (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2015/01/thomas.html) ed avevo proseguito il "racconto" il giorno successivo all'inaugurazione (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2015/02/thomas-alla-room-gallery.html). Ora a distanza di qualche tempo, l'amico Antonio Leo, che mi ha accompagnato all'evento, mette nero su bianco le sue impressioni, che riporto molto volentieri all'interno di questa "Stanza".
appunti disordine caos THOMAS
La sola cosa da fare è scendere delle scale ed entrare sotto suolo. Sotto Milano. Sopra neve/pioggia.
Un neon scrive THOMAS. Poi due certezze: il grigio del pavimento ed il bianco del soffitto. E dei tubi che attraversano la sala/scantinato. OK. Siamo nel posto giusto e non è poco. Non sai ancora esattamente dove, non sai niente, perché il resto è disordine acronologico di opere. Tutto questo è T. ed è la magnifica risposta che cercavi in mezzo alle domande mascherate da aspettative.
Volevi tanto e scopri di avere molto di più. Nessuno sa dove guardare. Ottimo.
Pareti invase strozzate da 800 opere. Un impatto visivo che ti spiazza e lascia disorientato. Un senza respiro che però non ti opprime, relax anche se ti trasformi subito in un grillo che salta da un’opera all’altra. Armonia in un certo senso.
Il girarsi di scatto, restare colpiti e correre verso un particolare, uno schizzo, una frase, una carta da pacchi, una provocazione, un collage, un disegno. Non hai un punto da dove iniziare. Nessun percorso. Le indicazioni sul come/dove muoverti te le danno le emozioni - sensazioni - devo vedere quella e il prima possibile. Sperando che nei pochi metri di percorso un’altra opera non ti catturi. La sola paura di questo gioco infatti è perdersi qualcosa del luna park.
Non puoi fotografare un’opera -sarebbe un limite oppure un crimine- devi fotografare una parete. Disegni inchiodati. 5/6/7 incorniciati su 800. Di cui uno cade. Il vetro si frantuma, qualcosa ha ceduto o quel qualcosa voleva attirare su di se l’attenzione. Di tutto.
T. è curiosità. Lasciare lo spazio della creatività (selvaggia !!!) allo stesso tempo occupando lo spazio a disposizione. Azione per una reazione.
Chiedetemi una logica. Il sorriso di T. in mezzo ai partecipanti a questo show -perché di show trattasi- è la risposta. Ironico, incasinato, attento, perso. Tutto, proprio tutto. Semplice. Fino al 14.03.
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