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Appunti per una storia di guerra / Gipi

Creato il 09 luglio 2012 da Lo Sciame Inquieto

Appunti per una storia di guerra / GipiAppunti per una storia di guerra / Gipi. Milano: Rizzoli, 2006.
Avevo già letto diverse cose di Gipi ed ero rimasta colpita dal modo in cui i suoi racconti spogli e senza infiocchetta menti sanno arrivare dritti al cuore.
E dunque posso immaginare che anche la giuria del Festival internazionale del fumetto di Angoulême sia stata conquistata da quell’originale mix di durezza e tenerezza che il fumettista pisano infonde nelle sue storie.
Gipi è un autore spigoloso, innanzitutto nel tratto grafico che – anche quando utilizza la tecnica dell’acquerello – non nasconde i tratti duri dei paesaggi e dei personaggi; in secondo luogo nelle storie che racconta.
Il fatto è che c’è sempre qualcosa di autobiografico in quello di cui Gipi disegna e così in Appunti per una storia di guerra - prima ancora che venga esplicitato alla fine dell’albo – sappiamo che Giuliano è lui stesso, il diverso, quello che viene da una famiglia ricca, quello che ha le mani sottili e che non potrà mai essere veramente un duro.
Questo albo, che è il primo graphic novel dell’autore e quello con cui nel 2006 ha vinto – come ricordavo – ad Angoulême, è la storia di tre adolescenti, Stefano, detto il killerino, Christian l’ingenuo e appunto Giuliano, e di una guerra senza nome di cui si riconosce la presenza senza che mai la si possa vedere.
È la storia di quanto forte da ragazzi sia il bisogno di essere accettati, la necessità di somigliare ai più forti, la possibilità di dimostrare di non avere paura di niente.
Appunti per una storia di guerra / GipiÈ la storia di come su questo terreno il mondo degli adulti può agire a proprio uso e consumo per instillare un sentimento di odio vero verso il mondo, di cameratismo e di attrazione verso la guerra reale.
Quella dei tre ragazzi è infatti prima una guerra personale per la sopravvivenza, poi diventa una scelta di vita per bisogno individuale o fedeltà all’amicizia. E così la guerra personale e quella che si svolge sullo sfondo - e che fino a un momento prima non gli apparteneva - diventano un tutt’uno, si fondono in un insieme inestricabile che solo Giuliano riesce a sfuggire, senza del resto essere davvero in grado di superare la vergogna e il senso di colpa per averlo fatto.
Gipi non ricama sui personaggi, né sulle storie; non fa l’intellettuale ad ogni costo. Anzi piuttosto è un uomo di pancia, con la semplicità e la ruvidezza di un approccio originariamente “popolare”. Sarebbe dunque fargli un torto tentare di analizzare questo graphic novel al di là dei confini che l’autore stesso traccia.
È certo però che Gipi ci mostra i contorni di un possibile e terribile mondo futuro (e forse in parte già presente) in cui la debolezza della struttura sociale, le crescenti disparità, i miti del consumismo finiscano per creare un vuoto difficilmente colmabile e possano confluire nella sinistra attrazione per la guerra.
Gipi sembra volerci ricordare che qualunque guerra ci appartiene perché la guerra è prima di tutto dentro di noi.
Voto: 3,5/5

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