In questi venti giorni che sono stata via ho girato e visto tanto che sarebbe difficile raccontare tutto in un post. Ci sono però alcune esperienze e pensieri di questo periodo di feste che vorrei condividere con voi. Episodi scollegati tra loro.
Per primo il viaggio di andata. E' subito cominciato con una spiacevole avventura, finita bene. Da Örebro devo prendere due treni e un pullman per arrivare all'aeroporto di Skavsta (per queste tre settimane ho preferito lasciare la macchina a casa nel parcheggio sotterraneo). Il primo treno mi ha portato a Hallsberg ad appena 25 km da Örebro dove passa un'altra linea importante verso Stoccolma. E subito lì l'intoppo. Il mio treno per Stoccolma è stato cancellato. Niente panico. Sono partita con abbastanza anticipo avendo messo in conto questi possibili inconvenienti (vengo dall'Italia, dopotutto). E la biglietteria mi rilascia un biglietto per il prossimo treno senza battere ciglio, pur essendo un X2000 (la Frecciarossa svedese) mentre io ho un biglietto per un semplice treno regionale. Senza sovratassa chiaramente.
Ma neanche il famoso X2000 arriva... e il ritardo previsto aumenta sempre di più sul tabellone. Allora anche in Svezia succedono queste cose? (Spesso sento parlare male delle ferrovie svedesi.) Inizio a preoccuparmi, e vado al banco informazioni per farmi suggerire una soluzione alternativa (un pullman per esempio). Spiego alla signora che ho il volo la sera da Skavsta, e lei mi accompagna da un ragazzo, un altro passeggero (polacco) nella stessa mia situazione. Mi spiega che per non perdere il volo scenderemo a Flen e da lì prenderemo un taxi per l'aeroporto (circa una mezz'oretta) a spese delle ferrovie.
Così attendiamo insieme, ma l'X2000 (che farebbe una fermata non prevista a Flen proprio per i passeggeri che hanno perso il treno regionale cancellato) non arriva e accumula sempre più ritardo. (Chissà poi perché... faceva freddo ma non stava nevicando. C'era un cielo limpido.) Il mio compagno di sventura, che ha il volo molto più presto di me, inizia ad agitarsi, e decide di andare a convincere gli addetti di chiamarci un taxi. Et voilà! Il signore della biglietteria chiama un taxi per noi che dalla stazione di Hallsberg ci porta direttamente all'aeroporto. 140 km. Il tutto a spese delle ferrovie svedesi. Non con un rimborso che arriva dopo un anno. Il tassista seleziona l'opzione "clienti della ferrovia" nel tassametro e noi non paghiamo una lira. (Comunque il costo l'ho visto. Più di 2000 corone.) Proprio come sarebbe successo in Italia o in Ungheria...
Dopo un lieve infarto causato dai 110 km orari su una strada statale in -10 (si vede che i tassisti sono uguali dappertutto), sono arrivata in aeroporto con largo anticipo. Il ragazzo polacco invece ce l'ha fatta a prendere il suo volo a pelo.
Folyt. köv. (continuo...)
(La foto è stata scattata a Balatonszemes, in Ungheria, a novembre scorso.)
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