Magazine Cultura
In realtà ho passato buona parte del tempo al Salone nello stand degli Editori Piemontesi.
Teoricamente per dare una mano a mia figlia, ovvero sostituirla affinché lei potesse prendersi un caffé, dieci minuti di pausa, fumarsi una sigaretta, farsi una doccia e sbrigare oscure pratiche universitarie:
Ma anche per fare due chiacchiere con gli editori e perdere tempo a rimettere a posto i libri dopo il passaggio dei lettori. In questo coadiuvato da Silvia, mia moglie.
Sono persino riuscito a comprare un libro di Alga, sfuggitomi nei precedenti incontri: C'era una volta il mare di Carlo Bertolini.
A parte questo, comunque, il principale divertimento - mio e di mia moglie - è stato quello di girare presso alcuni stand e dare un'occhiata sia ai titoli appena usciti che ai titoli di catalogo. Adelphi, Einaudi, Marcos y Marcos, Minimum Fax, Codice, Neri Pozza, il gruppo GEMS e pochi altri. Ho sulla scrivania il risultato di questo raid, un risultato preoccupante, tenendo conto che ho altri tre o quattro e-book da leggere e recensire conservati nel mio PC. D'altro canto mi è risultato sostanzialmente impossibile resistere al fascino di libri come La fisica del diavolo di Jim Al-Khalili o Ego. Gli inganni del capitalismo di Frank Schirrmacher o A con Zeta di Hakan Günday.
Del tutto inutile, viceversa, lo spazio dedicato alla Germania.
C'erano una cinquantina di libri in lingua originale, mal scelti e peggio presentati e altrettanti libri di autori tedeschi tradotti. Di decente ho trovato un libro di Herta Müller (rumena) e un saggio di Jean Ziegler (Svizzero) - peraltro già tradotto in italiano -, ma niente autori storici della letteratura tedesca o qualcosa di un po' eccitante per uno come me. Totale, zero acquisti.
Ho clamorosamente bucato tutti gli appuntamenti con autori, una brutta abitudine che non riesco a perdere, probabilmente dovuta alla combinazione tra la riluttanza a stare fermo per più di dieci minuti in un posto e lo scarso interesse per conoscere dal vivo un autore. In linea di massima degli autori tendo ad accontentarmi della foto e della biografia in quarta di copertina. Conoscendoli, soprattutto se li apprezzo, rischio di sentirli dire qualcosa di molto stupido - che è un prezzo logico da pagare alla sovraesposizione - inserendo così un elemento non richiesto né gradito alla lettura.
Nello stand degli editori del Piemonte, comunque, ho avuto il bene di vedere gli attori del Docufilm su Re Arduino, prodotto da un editore del Canavese, cioé la regione che ha Ivrea come capitale:
Con un curioso effetto fantasy in uno stand per il resto piuttosto serio. Nella prima e nella seconda foto, comunque, si può vedere l'attore - Lorenzo Marchese - che vestiva i panni del Marchese Arduino di Ivrea, Re d'Italia.
Un vero rimpianto l'appuntamento fallito sia con Romina e Xeno che con Francesco Troccoli, in entrambi i casi mancati per un soffio. L'anno prossimo, ragazzi, ci mettiamo d'accordo prima.
...
Messo da parte il divertimento, mi è comunque capitato di parlare con alcune vecchie conoscenze del settore. E il quadro che mi hanno fatto della situazione dell'editoria italiana non è affatto consolante, com'era prevedibile.
La sensazione data dal Salone, dove in apparenza migliaia di persone si affollano per acquistare un libro - è inevitalmente una falsa visione che può illudere chi vi assiste ma non gli operatori del settore. Uno 0,7% in più, da 340.000 visitatori a 341.00, è come dire che non è successo nulla e che i Gufi, come li definisce Braccialarghe, assessore alla cultura di Torino, hanno i consueti motivi per lamentarsi, anche e soprattutto di un ceto politico pronto al selfie davanti a una torta che festeggia il Salone ma altrettanto pronti a dimenticare il libro dal martedì successivo al Salone.
Il libro ha bisogno di aiuto, presto.
Chi lavora nel mondo del libro altrettanto. Redattori, traduttori, collaboratori. Per farsene un'idea è sufficiente andare qui, sul sito della rivista minima & moralia.
Il Salone è stato divertente, ma la situazione non lo è.
Per niente.
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