Cosa succede quando scopri che tutto ciò che ti hanno insegnato non funziona più?
Magari sei andato via in un’altra città, altro stato, altro continente; magari hai solo cambiato amici o lavoro.
E tutto quello in cui credevi, anni passati a digerire regole che non amavi, non vedevi, non capivi; anni gettati al vento, con la leggerezza di chi, tanto, un futuro arriverà.
Cosa fai? Risposta: t’incazzi.
Com’è possibile, ti dici, c’è stata una congiura, una bolla di ignoranza, di cecità; com’è possibile che proprio con te il meccanismo si sia inceppato; che il credo con cui sei stato allattato ti appaia oggi così ridicolo, controproducente, ignorante.
Com’è possibile? Risposta migliore di quella precedente: capita.
Capita che attorno a te non ci sia spazio alla possibilità, all’alternativa, al diverso; che tu abbia l’illusione di vivere nel miglior mondo possibile, cos’è che diceva il Candido? Ma quello era finzione, era racconto, era libro vecchio centinaia di anni.
Eppure no, problemi vecchi e persone nuove, e chi ha bocche per dirlo non trova orecchie per ascoltare.
Se solo ci fosse qualcuno, qualcuno astratto o al di sopra delle parti; ecco se questo qualcuno di sua spontanea volontà venisse a bussarti alla porta a dirti: “Apri gli occhi”, tu, davvero, cosa faresti?
Forse niente, forse avresti bisogno di sperimentare sulla tua pelle le convinzioni con cui sei cresciuto, metterle alla prova e dire: questo sì, questo no; questo funziona, questo non funziona; solo così potrai smontare pezzo per pezzo i cartonati di cui ti sei circondato.
Ed è un viaggio duro questo, pieno di distrazioni, e infinito; che già a metà percorso ti guarderai indietro, e spesso ti verrà voglia di tornare; e spesso di andare avanti.
Qualche volta di metterti a sedere, chiudere gli occhi e ascoltare le voci di una vita.