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Apriamo le finestre: basta col regime dei blu e dei rossi

Creato il 08 dicembre 2012 da Albertocapece

arcoreprotEstar400La ricomparsa di Berlusconi sulla scena non mi ha colto di sorpresa: negli ultimi tempi era evidente che il Pdl senza di lui era un gruppo di corpi morti (le anime, quelle lo erano già da tempo) che mai sarebbe riuscito a tutelare gli interessi del padrone. Quindi “ghe pensi mi” ha riannodato le fila prima che la banda di amazzoni e servi di scena si dissolvesse alla ricerca della salvezza personale. Certo sa bene che non vincerà, che la sua figura è usurata, ma il suo scopo è quello di mantenere un potere di interdizione che gli consenta di salvare “la roba” oltre che le sue vicende giudiziarie.

E’ terribile, è squallido che dopo vent’anni la battaglia politica si riduca ancora a “Berlusconi” e “comunisti”. Lui ci proverà, ma per quanto possa fare io non ci cascherò in questo giochino, se qualcuno fosse tentato di giocarlo di nuovo per ricompattare schiere deluse. Anzi lo dico subito, non mi interessa per nulla essere antiberlusconiano se questo significa ridurre e consumare tutta la politica dentro l’opposizione al Cavaliere, mentre altri si incaricano di distruggere la civiltà, il lavoro, il welfare, le vite  e l’autonomia del Paese. Tanto più che non in una sola occasione tutta la corruttela di cui è stato e vuole continuare ad essere portatore Berlusconi, ha trovato un argine in Parlamento e nelle istituzioni, cosicché i suoi asset di potere, i suoi conflitti di interesse e le sue facoltà di ricatto sono rimaste intatte mentre due decenni passavano. E alla fine si deve constatare che hanno persino fatto scuola e permeato il Paese: l’altro giorno tutta la stampa – in ossequio al governo e all’ordine pubblico – ha annunciato la firma di un trattato italo francese che finalmente dava il via libera alla Tav, mentre era solo una dichiarazione di intenti “non impegnativa”. Ormai la menzogna ci arriva alla gola.

Se qualcuno si illude che facendomi brillare davanti la prospettiva del caimano con la sua corte dei miracoli per tentare di nuovo lo sghetto del voto utile, è destinato a fallire. Ci sono ben altri problemi: quelli per esempio di un ceto politico che per paura e inconsistenza ideale si è legato mani e piedi non solo a interessi di altri paesi, mascherati da europei, ma anche a ricette dettate dagli ambienti finanziari e reazionari che oggi vengono contestate proprio da quelli che le dettavano e che ne hanno fatto una sorta di ricetta politica: non per onestà o ravvedimento, ma nella consapevolezza che esse stanno non solo suscitando rabbia, ma vanno facendo riaffacciare l’idea che esiste un’altra società possibile e il desiderio di un’alternativa. La realtà è sotto gli occhi di tutti: ciò che ha rappresentato il governo Monti è stata l’arrendevolezza complice ad interessi di classe e di casta, alla burocrazia europea più retriva e l’applicazione di una paccottiglia di idee piccole, superate e peraltro anche mal organizzate. Basta un minimo di letture e di onestà intellettuale per rendersene conto: chi vuole il voto non osi tirare fuori l’immaginetta e sussurrare la parola spread che tanto dipende dall’azione della Bce e non dai massacri e pasticci di Monti e compagnia. Quelli servono solo a garantire le banche dei Paesi forti.

Il Paese ha bisogno di aria nuova e non sarà lo spauracchio del Cavaliere ad indurmi a tenere chiuse le finestre. Anche l’Europa ha bisogno di atmosfera più tersa e ci vogliono uomini che la sappiano imporre. Tutto il resto è noia e primarie.

 


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