Mentre cerco in ogni modo di tenere a bada la mole di lavoro che incombe, mi domando (come mi capita tutti i mesi al momento di riscuotere il beneamato stipendio) come abbiamo fatto a mettere su tutta questa baracca e a farla anche, contro i pareri più nefasti, funzionare.
Credo che anche moltissimi di voi si facciano la stessa domanda leggendo il blog e che abbiate il pudore di non chiedere.
Quando abbiamo ritirato il " target="_blank">premio a Pisa, ci è toccato in sorte di dover fare anche un piccolo discorso in merito alla sopravvivenza delle librerie indipendenti. Di per sé mi ha colpito già il concetto di sopravvivenza che sa molto di resistere e combattere, ma anche un po’ di arrancare e stringere i denti in tempi di crisi.
Sinceramente abbiamo sperimentato il concetto di sopravvivenza e sono certa che come è ciclico per ciascuno di noi il motto della resistenza in alcuni momenti non proprio fortunati della vita, anche un negozio che un’esistenza propria ed è soggetto a trend positivi o meno ha bisogno di momenti di baldo coraggio per portare avanti la causa (fosse anche solo quella pur sempre nobile dello stipendio a fine mese!).
Tuttavia, mi auguro che in linea generale una libreria voglia vivere, creando una sua ricetta personalissima, un modo per presentarsi agli altri, una sua personalità manifesta e unica che le consente di essere riconoscibile e sana. Mi sono quindi chiesta quale fosse una ricetta che abbiamo sperimento a Centostorie.
Vorrei condividerla con voi, non solo per rifletterci personalmente, ma per superare lo scetticismo, prima di tutto il mio. Pensateci: una libreria per bambini di 70 m2 in una strada periferica di una periferia romana in piedi
in modo sano da 4 anni. Pare l’inizio di un romanzo di fantascienza. Ma vi posso assicurare che è la mia
storia.
E se è la mia, può essere quella di tutti.
Così ho ripensato a cosa insegno da ormai un anno e mezzo agli allievi del corso “Aprire una libreria per bambini” che teniamo tutti i mesi a Centostorie; ho fatto mente locale su tutti gli stereotipi con cui gli aspiranti librai arrivano in merito al lavoro del libraio, ai consigli che do loro, alle priorità e a quella che qualcuno chiama “esperienza”, ma io chiamo il bagaglio dei nostri errori…
Così ho stilato un decalogo delle cose da sapere per aprire una libreria per bambini nel XXI secolo e farla funzionare. Sarà l’appuntamento del giovedì, diviso in 10 post, come le puntate di una telenovela con happy end (ma chi ha mai visto la fine di una telenovela?).
I titoli in programma sono:
1 ) Ripensare il mestiere del libraio – vendere libri nell’era digitale
2 ) Uscire dalla libreria – intercettare i lettori
3 ) Puntare sulla qualità – del libro e del servizio
4 ) Competenza e confidenza – il rapporto libraio-cliente
5 ) Comunicazione – internet e i social network
6 ) Dialogo diretto con le case editrici
7 ) Pazienza e tenacia – Rome wasn’t built in a day!
8 ) Fare rete – il nostro franchising solidale
9 ) Scegliere per bene i propri compagni di viaggio
10 ) Imparare dai fratelli maggiori – il modello delle librerie storiche
Appuntamento a giovedì prossimo.
Nella foto una lettura animata nella libreria Centostorie a cura del mitico Massimiliano Maiucchi.