Non rocce imponenti vi preannunciano, ma pianure coltivate, spesso allagate e punteggiate da paesi trasandati.
Alle vostre pendici tristi e disordinati villaggi guardano al mare invidiosi del frastuono che arriva a loro solo come eco lontana.
Martoriate da grandi scultori e inabili scalpellini, guardate ad un orizzonte troppo vicino e là sotto, con il caldo, la vita si consuma, mentre voi restate lì osservatrici attente ma trascurate.
Ed anche se al tramonto vi tingete di rosa come le vostre sorelle, nessuna pace mi potrete dare.
Perché dalle vostre vette si vede il mare.
Sui vostri sentieri si respira il salmastro.
E mai avete accolto la mia infanzia donandomi quella sensazione di casa che non provavo altrove.